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La Sicilia connessa: una collettiva di idee

  • 12 aprile 2005

Il gruppo “Architectural Noise” e l’Associazione Culturale B613 ci propongono questa volta una mostra itinerante che coinvolge tre città diverse. “La Collettiva 3-La Sicilia Connessa” che si era inaugurata ad Enna, si è ora trasferita a Palermo in due dei locali più frequentati dalla movida palermitana. La mostra, visitabile tutti i giorni dalle 20.00 in poi fino al 17 aprile (sito web www.architecturalnoise.org), è stata allestita nei locali del Blow-up (piazza Sant’Anna) e del pub Lulu (via San Basilio) dando vita a due momenti di grande coinvolgimento, non solo per i giovani fruitori e frequentatori assidui di mostre di arte contemporanea, ma anche per un pubblico più vasto. Il 2 giugno la collettiva si sposterà, inoltre, a Gibellina, adattandosi ai locali del Museo di arte contemporanea, e ampliando, così, il raggio di azione della Collettiva 3. La mostra intende proporsi, dunque ,come “piattaforma creativa”, non affrontando alcun tema in particolare, ma dando la possibilità a dodici giovani artisti siciliani, più un ospite torinese e uno napoletano, di entrare in connessione tra loro creando contaminazione di idee anche tra forme d’arte eterogenee. Non a caso solarità, isolamento, colori sono le caratteristiche che accomunano le opere esposte. Caratteristiche che emergono soprattutto nel video realizzato dal gruppo “Officina23”, formato da Alessandro Pumo e Mirko Clemenza, e nelle opere dal tratto naif di Totò Melita (Enna, 1978) esposte al Lulu pub. I colori esplodono sulle tele di Filippo Inturre (Enna, 1974) e Mauro Papa (Napoli, 1973) che descrive facce deformi dai colori acidi.

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Tra le opere esposte al Blow-up emerge l’installazione di Alessandro Pingiamore (Enna,1976) che colpisce per il taglio ironico e critico nei confronti della società odierna. Soprattutto in “Stato di necessità” dà meticolose istruzioni, in diverse lingue, su come si costruisce una fionda, facendoci riflettere sulla superficialità con cui viene affrontato il problema della diffusione di armi. Le grandi tele di Luigi Ciotta ( Palermo, 1979) ci fanno perdere in foreste labirintiche in cui sembra non esistere il senso del tempo ma soltanto la nostra fantasia e quella dell’artista. I frigoriferi areografati di Dario Todaro (Enna, 1976) ci catapultano in un mondo anni ‘60, dandoci la sensazione netta che in questa collettiva sia stato dato spazio a quasi tutte le espressioni dell’arte. “Nell’esposizione si espone l’esposizione stessa” scrivono Noemi Troja e Daria Saccone. Il lavoro di persone che si sono incontrate e che hanno generato idee, scambi, emozioni, creatività ha dato vita a questa collettiva coraggiosa, soprattutto per la scelta inusuale e difficile degli spazi espositivi che segnala però la volontà di un coinvolgimento totale del pubblico e delle molteplici declinazioni di questa iniziativa che entro l’autunno prossimo verrà esportata anche a Catania e a Roma.

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