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“Mai come voi”, il nuovo romanzo di Giovanni Arduino

La storia di due fratellastri in fuga dal mondo e di un misterioso uomo che vive morendo

  • 1 febbraio 2005

Ho conosciuto Giovanni Arduino, geniale ed eclettico scrittore italiano (vive e lavora tra Torino e Milano), in una piccola libreria all’aeroporto di Roma nell’aprile 2003. Conosciuto significa che ho intravisto un suo libro fra i tanti nel settore novità e me lo sono regalato. Era “Senza sugo”, spassosa parodia di “Senza sangue” di Alessandro Baricco. E ho riso, ma di cuore Perché era comico, dissacrante, esilarante, e chi più ne ha più ne metta. Tuttavia Arduino, autore di numerosi romanzi addirittura sotto pseudonimo (ricordiamo con Leandro Barocco il fortunato “Setola”, e con Jonathan Show “Il regalo più bello” e “L’uomo che incontrò il mare”) è anche tanto altro, peccato non averlo intuito subito. E avergli posto di recente delle domande pseudo-demenziali sulla sua ultima fatica letteraria “Mai come voi”. I propositi erano buoni (esser leggeri) ma Arduino - da acerbo critico (degli altri) qual è di solito - non ha gradito. E alla fine kaputt: intervista sottosopra. O bramavate forse scorgere colpi di fulmini e saette sullo schermo? E comunque. Una sorniona e bonaria recensione scalpita uguale, quindi diamole vita. L’ultimo parto di Arduino, “Mai come voi” (Sperling & Kupfer Editori, 120 pp., 11,50 euro), è un romanzo intricato nelle sue sfaccettature di fiaba, giallo, racconto introspettivo. A scriverlo sembra un adolescente, sarà perché tratta di adolescenti.

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E’ la storia di due ragazzi, Sandra e Luca. Due fratellastri non così grandi ma neanche piccoli che si concedono il privilegio d’appartenersi e, sebbene forse non dovrebbero, d’amarsi un po'. E poi in giro non c’è di meglio, ed avere un amico e qualcuno da stringere sembra più bello per entrambi. Le giornate trascorrono fra sogni di matrimoni e teste mozzate in sacchetti di plastica, tv, birre (perché “quando si è ubriachi il mondo è perfetto”, p. 7), libri sfogliati e mai letti (il nome di Arturo Bandini riecheggia), pesche silenziose di alghe grasse. Attorno ai loro occhi un paesaggio fatto di colline, stagni, ed una casa abbandonata dove oziano e girovagano lontano da tutti. Perché sono fuggiti, per divertirsi alle spalle del mondo. Ma qualcosa infrangerà la loro (illusoria) quiete: in una baracca vicino lo stagno noteranno la presenza di un misterioso inquilino (“mi domando se il qualcuno della baracca si sia mai sentito così, non applausi o risate o indifferenza da un pubblico, ma riconosciuto e toccato per provare che c’è, anche lui c’è”, p. 35), e verranno alla luce verità nascoste. “Mai come voi” è un testo che va letto due volte. Perché, se vai di fretta, rischi di non farti emozionare, né di afferrarne il messaggio fondante impastato di vita e di morte e di altro ancora che rimane a volteggiare per aria.

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