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“Posters”, la pubblicità dipinta di Cusumano

  • 9 dicembre 2004

Svincolare l’immagine pubblicitaria dalla sua funzione mediatica e tradurne gli elementi grafici in materia pittorica: questa è la direzione verso cui l’artista palermitano Andrea Cusumano ha orientato negli ultimi due anni la propria ricerca artistica, culminata nella produzione di una serie di dipinti riuniti sotto il titolo “Posters” in mostra a Palermo fino al 31 dicembre alla Galleria Prati, in via Quintino Sella 77 (tutti i giorni, ore 9.30/13 e 16.30/20). Quando Cusumano afferma “ho appreso nella mia esperienza come pittore e grazie ad i miei maestri Hermann Nitsch, Georg Eisler e Jacobo Borges che la pittura è prima di tutto materia”, comprendiamo bene come in questo progetto venga posta in discussione l’idea-base della dimensione pubblicitaria, in cui ciò che conta non è creare una realtà oggettiva capace di un dialogo con un fruitore, bensì rappresentare qualcosa con lo scopo di suggerire, promuovere attraverso messaggi e stimoli visivi costruiti ad hoc. Manca, in tale dimensione, la purezza di intenti, perché, pur nelle sue forme più creative, il linguaggio pubblicitario nasce come un mezzo di persuasione psicologica, gioca prevalentemente sul piano delle illusioni, è effimero, parziale e “cortigiano” dell’offerente di turno. Innegabili, tuttavia, la sua potenza e la sua immediatezza. Cusumano ha voluto confrontarsi con la forza di questi linguaggi “per trasmettere” citando le sue parole “altri messaggi, più profondi e più complessi”.

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Le opere accolte nelle prima sala dell’esposizione fungono quasi da premessa al discorso sviluppato dalla serie dei “Posters”. Realizzate nel ‘95 e nel ’97, esse introducono alla gestualità dell’autore, e le pennellate dense e corpose rivelano quanto sia importante per Cusumano che l’opera si ponga come oggetto fisico, non come pura immagine: è qui rivendicata l’autonomia della materia e del colore, nonché l’importanza di un ritmo “interno” creato da contrappunti e rimandi coloristici. La varietà e l’intensità cromatica si accentua nei vari “Posters”, tele e oli su carta di grandi dimensioni. Ogni opera raffigura un volto tratto da immagini pubblicitarie, chiaramente de-contestualizzato e proposto quale soggetto di un ritratto psicologico. Se in alcune opere la natura mediatica dei modelli si coglie comunque nelle espressioni più ammiccanti dei volti, nell’uso di colori più freddi e nei contorni maggiormente delineati, negli altri “Posters” l’individuo è restituito al suo mistero individuale, e come tale presentato. Questi soggetti sono presenze forti, talora fastidiose, e si impongono sullo spazio con i loro volti ingombranti. qui il colore è mezzo di rilevazione psicologica, oltre che fisica; nei sei piccoli ritratti in tecnica mista su carta, invece, intense cromie conferiscono un umore “artificiale” a volti naturalissimi e resi con segno nitido.

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