ARTE E ARCHITETTURA

HomeNewsCulturaArte e architettura

Riccardo Licata, pittura tra poesia e musica

  • 24 ottobre 2005

Si è inaugurata al Loggiato San Bartolomeo di Palermo (corso Vittorio Emanuele 25) la prima mostra di Riccardo Licata (Torino,1929), artista considerato negli anni ‘50 e ‘60 un enfant prodige dello Spazialismo, organizzata dalla Provincia di Palermo e curata da Lorenzo Zichichi e Giovanni Granzotto (visitabile fino al 20 novembre, dal martedì al sabato, dalle 16.30 alle 19.30; la domenica, dalle 10 alle 13, chiusura il lunedì, ingresso gratuito. Catalogo edito da “Il Cigno G.G. edizioni”). Una quarantina le opere esposte in questa mostra “Riccardo Licata, verso la poesia tra Mediterraneo e Oriente”, allievo del fondatore dello Spazialismo Lucio Fontana, realizzate con varie tecniche tra cui olii, acrilici, pastelli su vari supporti come carta spagnola o carta grossa pressata, che ripercorrono la produzione degli ultimi anni, dal 1995 al 2005. Il segno grafico delle opere di Licata si perpetua costantemente in tutti i lavori esposti, in cui è la poesia, la musica a costituire quel legame tra scienza e arte, tra gesti artistici e gesti scientifici di cui sosteneva la necessità Lucio Fontana. Come scrive Granzotto, nelle opere dedicate al filosofo indiano Tagore, esiste una vera e propria “corrispondenza tra materia, gesto e fraseggio poetico” in particolare nelle graffiature e incisioni di cui Licata si serve.

Adv
L’artista infatti “asciuga il proprio segno pittorico alla ricerca della massima sonorità ed espressività” che lo avvicina sempre più alla musica, grande passione dell’artista. I segni grafici inoltre somigliano a note su un pentagramma nell’opera “Isola” del 2005 e le sue origini veneziane si fondono a quelle siciliane, adoperando sia l’ordine e la regolarità in opere come “Sicilia” e “Mediterraneo” in cui è presente una “pittura caldissima ma equilibrata e serena in cui lo sforzo creativo è indirizzato nel conferire all’opera il colore emozionale per rappresentare la solarità ed il fuoco mediterraneo senza divagazioni formaliste”. Il viaggio inoltre è un elemento molto importante nella produzione di Licata che lo ha portato a ripercorrere le tracce delle proprie origini meridionali, dedicando proprio a questi luoghi delle opere luminose e piene di colore come in “Omaggio a Tindari” del 2005 o in “Verso Capo Passero”. “La Cattedrale di Palermo, 2005” ad esempio appare trasfigurata in un accumulo di segni e l’architettura viene tradotta in un unico colore che la traduce in pittura. Le opere di Licata verranno esposte in seguito da Palermo a Roma, a Castel Sant’Angelo, e poi ad Atene.

GLI ARTICOLI PIÙ LETTI