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Stop alla caccia: scontro tra Regione e ambientalisti

Il decreto emanato dal Tar che accoglie il ricorso di Legambiente, LIPU e MAN per fermare la caccia è fonte di conflitti tra Regione, ambientalisti e Wwf

  • 3 settembre 2012

Se fino a qualche giorno fa sembrava che la situazione portata avanti dalle associazioni ambientaliste Legambiente, LIPU e MAN - che in coro si sono espresse in protesta per far sospendere il calendario venatorio per l’intero anno, dal 2012 al 2013 - fosse definitiva a seguito della decisione del Tar Palermo che ha accolto il ricorso, oggi piuttosto sembra che la caccia possa proseguire.

Ad un decreto erano state affidate le sorti della caccia. Il presidente del Tar Palermo, infatti, aveva sospeso per l’intero anno la pratica della cacciagione e l’annesso calendario venatorio emanato dall’assessore regionale alle risorse agricole Francesco Aiello. Le associazioni ambientaliste esterrefatte hanno impugnato l'atto con veemenza sotto una politica ecologica e un’ideologia volta al miglioramento e alla tutela dell’ambiente, segnalando gli estremi di una violazione delle direttive comunitarie in materia di valutazione ambientale.

Ma continua la polemica. Nonostante l’esultanza delle associazioni che hanno ritenuto il pronunciamento del Tar molto importante e di buon senso, è lo stesso Francesco Aiello, assessore regionale alle risorse agricole e alimentari, ad opporsi fervidamente e perentorio allo stop alla caccia e in seguito afferma: «La caccia prosegue senza interruzioni. Per le prossime settimane si potrà continuare a cacciare secondo le regole già stabilite dal calendario venatorio 2011-2012 e che sostanzialmente non si discostano dalle regole di quest'anno».

Ma sembra che la questione sia talmente delicata che a pronunciarsi al riguardo sia intervenuto persino il Wwf. A dar voce agli ideali ambientalisti ci pensa Ennio Bonfanti, coordinatore regionale delle guardie giurate della più grande associazione mondiale per la conservazione della natura, il Wwf appunto: «Si tratta di affermazioni gravissime e giuridicamente infondate: come può un assessore invitare i cacciatori a commettere un reato?». Questa la domanda che retoricamente pone a se stesso e ai concittadini, spera e si augura, intrisi di profondo senso civico.

Ma come comportarsi effettivamente? Proseguire noncuranti del decreto effettivamente promulgato o assecondare la propria coscienza ambientalista? «La caccia è sospesa senza se e senza ma - prosegue lo stesso Bonfanti -. Chi imbraccerà la doppietta sarà passibile di sanzioni penali al pari di un bracconiere». E tende a sottolineare il pronunciamento del Tar, interpellato proprio per dirimere la disputa. «Il Tar ha inequivocabilmente sospeso tutto il calendario venatorio - prosegue infatti - per cui in Sicilia non è possibile catturare o abbattere fauna. Non basta un comunicato pubblicato su internet per "riesumare" un provvedimento amministrativo (il calendario dell'anno scorso) che non ha più alcuna efficacia giuridica essendo spirato il termine della sua validità».

Un braccio di ferro verbale fatto di continui botta e risposta. A rilanciare, in ultima istanza, l’assessore Aiello risponde puntando subito al contrattacco, reputando il Wwf "un propagotore di panico". E la sua replica carica di sarcasmo non si fa attendere: «A settembre si è aperta la stagione della caccia, mentre quella della vendemmia va avanti già da un mesetto. Forse per questo le associazioni ambientaliste non riescono a formulare giudizi sobri…». Un acceso face to face che solletica l’attenzione delle guardie zoofile dell’Enpa di Catania che, per mediare gli interessi, annunciano che chiunque fosse intento nell’attività venatoria sarà denunciato per bracconaggio e si procederà, nei casi più gravi, al sequestro di armi e selvaggina.

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