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Teatro del Baglio: teatro popolare a Villafrati

Riprende l'attività teatrale del comune di Villafrati con un tris di commedie che attingono alla tradizione popolare teatrale siciliana

  • 7 maggio 2011

Prende il via, dopo un periodo di pausa, la vita teatrale del vivace Teatro del Baglio di Villafrati (corso Sammarco), presieduto da Onofrio Tripo e diretta da Enzo Toto, con una nuova iniziativa culturale promossa con il patrocinio dell’Unione dei Comuni “Dall’Deleterio a Rocca Busambra”. Una rassegna di teatro popolare che, sabato 7 maggio, vedrà in scena la prima delle tre commedie scelte a comporre il cartellone, per venire incontro alla vocazione popolare a cui il teatro è chiamato dall’origine e collocazione geografica (le altre due rappresentazioni si svolgeranno sabato 21 maggio, sabato 4 e domenica 5 giugno).

Si comincia con “I casi non due” di Armando Curcio (sabato 7 maggio, ore 21), uno dei migliori testi del repertorio comico napoletano, spettacolo messo in scena dal gruppo teatrale Cepros. Vi si narra la vicenda del barone Del Duca, anziano ipocondriaco ma bonario che, in vecchiaia, decide di ricercare l’unico figlio natogli da una relazione con una chanteuse. Incarica allo scopo un’agenzia di investigazione ma è lui stesso a scoprire che il figlio adulterino è già in casa sua: è lo scontroso, rozzo e maleducato cuoco preso a servizio pochi giorni prima. Mentre il barone cerca di insegnare i comportamenti nobili al trovatello cresciuto per strada, l’agenzia gli ‘recapita’ un altro figlio. Persona pulita e compita ma senza l’astuzia, l’intelligenza, l’ingegno del cuoco, abituato fin dalla tenera età a districarsi fra ladri e malandrini, fra fame e spasso popolare. Il dubbio quindi rode il barone: chi è il baroncino? La commedia è ambientata nella Napoli di primo '900 e si articola attraverso un testo che è un capolavoro di intelligenza, tra comicità irresistibile e vibrante malinconia.

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A seguire, “Annata ricca, massaru contenti” di Nino Martoglio (sabato 21 maggio, ore 21), spettacolo il cui allestimento è curato dall’Associazione culturale Prospettive Mezzoiuso. Il testo fu scritto da Martoglio nel 1914, in italiano, nel clima della prima guerra mondiale, e ripreso poi in dialetto (e diviso in due atti) nel 1921. Tempo di vendemmia: nella notte di San Michele, la natura che viene rappresentata dalla campagna siciliana, all’interno di una masseria catanese, esplode durante la raccolta dell'uva e durante la pigiatura. È il tempo eterno dell'amore, tempo di trasgressione. L'aspetto ludico della festa scatena gli istinti più nascosti. Giovani e meno giovani rimangono coinvolti dai loro desideri. Massaru Michelangilu, maturo marito di Grazia, molto più giovane di lui e padre di Pina, un'inquieta ragazza, riesce ad allontanare Marianu, smanioso di sessualità, l'incosciente amante della moglie, ma non può impedire che quest'ultimo seduca la figlia senza farsi scoprire.

A chiudere la breve rassegna ancora Martoglio con “U Riffanti” (sabato 4 e domenica 5 giugno, ore 21), commedia in tre atti messa in scena dalla compagnia Cusi e Scusi e dall’Associazione Arteatro Villafrati. In questo testo, il commediografo siciliano inserisce il fenomeno dell’usura e del lotto clandestino nella logica di una società che privilegia l’ambiguità celando le trasgressioni dietro la maschera della laboriosità, della mitezza o della povertà. L’azione diventa quindi espressione di una umanità scaltrita dalla miseria, protesa all’accaparramento della roba, che individua nell’accumulo della ricchezza, abilmente occultata, lo scudo protettivo, il risarcimento di un passato di stenti, il motore del contratto sociale nel quale i sentimenti hanno scarso posto. Il costo del biglietto intero è di 6 euro (ridotto 4 euro per gli under 14 e gli over 65 anni). Per informazioni e prenotazioni è possibile rivolgersi al numero 091.6155439.

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