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#TramiAmociviltà: riprendersi la città a colpi di spugna

Riprendersi la città significa adoperarsi, sbracciarsi e agire: è il caso di Marco D'Amico e Valeria Piazza che credono una "rivoluzione civile" sia necessaria e possibile

  • 25 novembre 2015

Non tutto il social vien per nuocere: proprio a partire da Facebook è nata la "rivoluzione civile" di cui si sono fatti promotori Marco D'Amico e Valeria Piazza che, come prosecuzione di un'iniziativa nata a giugno scorso, hanno ripulito insieme ad altri cittadini la fermata del tram "Di Vittorio", nel quartiere di Brancaccio, a Palermo.

Ad avvisare è stato un ragazzo della zona che, essendo a conoscenza dell’iniziativa grazie al successo che ha avuto sul web, ha contattato Marco e Valeria. Da due anni siamo in attesa che qualcosa si metta in moto e che, su una cinquantina di fermate, si siano verificati soltanto due atti di vandalismo per Palermo è già qualcosa, sostiene Marco D’Amico.

Se la volta precedente avevano svolto l'operazione di "pulizia" in totale autonomia, non coinvolgendo nessuno in via preventiva, questa volta i due promotori hanno pubblicizzato l’evento in modo da permettere a chi ne avesse voglia di partecipare, cosa che è realmente accaduta: numerose persone infatti hanno aderito alla piccola manifestazione essendone venuti a conoscenza tramite un post pubblicato da Marco D'Amico.

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Una piccola comunità di cittadini che ha impegnato qualche ora della propria giornata a riprendersi la città a "colpi di spugna", come si legge in un post su Facebook. A complimentarsi per la buona volontà e per l’operato è arrivato anche il presidente della circoscrizione di Brancaccio.

«Il problema di Palermo - dice Marco D'Amico - è che è quasi tutto rotto, quindi è difficile riprendere qualcosa che è tutto rotto. Ma su un'opera, come il tram, che è ancora nuova è possibile rimediare. E se lo rifanno, noi ripuliremo.»

Un po' come la teoria della finestre rotte: investendo le risorse umane e finanziarie nella cura di ciò che esiste, nel rispetto della civile convivenza, si ottengono risultati migliori rispetto all'uso di misure estreme e repressive. Piccoli grandi passi verso una maggiore coscienza civile, per interrompere quella spirale di degrado sociale e suggerire la nascita di un fenomeno di emulazione.

«Volevamo ringraziare Toni Piscitello, il direttore di Bricocenter - continua Marco D'amico - che ci ha offerto tutto il materiale, guanti, diluente carta, tutto il necessario per ripulire.»

In merito alle fermate, non del tram ma dell’autobus, Marco D'amico comunica di un progetto in discussione con il Comune e l'Assessore alla cultura in attesa di realizzazione. La loro idea è quella di partire dalle periferie per creare delle fermate d’artista: intanto andare a riverniciare con gli stessi colori delle fermate e poi collocare alle spalle delle fermate un'opera di un artista del quartiere.

Un progetto che in primo luogo deve coinvolgere i ragazzi dei quartieri per spingerli a riprendersi le loro strade, le loro fermate, per far sì che adottino un angolo di città senza vandalizzarla. La richiesta di Marco e Valeria è quella di ottenere il permesso dall’amministrazione e un sostegno in termini di materiali da adoperare.

Tante idee, progetti per il futuro ma soprattutto il desiderio di credere che una città possa risorgere dalla coltre di rassegnazione che ha indossato, perché rassegnarsi al peggio significa lasciare che l'inciviltà e la noncuranza abbiano la meglio sul desiderio di migliorarsi. La rivoluzione invece deve partire dal basso, dalle proprie mani, dalla propria volontà di impegnarsi nel diffondere una reale cultura del rispetto verso il prossimo e quindi verso la propria città.

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