Oltre tre ore e mezza per andare a Catania e oltre quattro ore per andare a Trapani: Per molti siciliani quello della puntualità è il problema minore se parliamo di treni
Sale la puntualità dei
treni regionali in Sicilia: parola di Trenitalia. Il bilancio della compagnia ferroviaria sottolinea come la puntualità dei treni regionali sia salita all’85%, e solo lo 0,05% dei convogli è stato cancellato, stabilendo cosi
al 99,9% l’indice di regolarità che misura le corse effettive rispetto a quelle programmate.
Ma la realtà dimostra come
il vero problema non sia la puntualità, bensì la percorrenza prevista per alcune tratte siciliane. Per fare un esempio, la tratta Palermo – Catania prevede oltre tre ore di percorrenza (3 ore e 39 minuti), troppe per chi ogni giorno si sposta per motivi di studio o di lavoro.
Due ore e cinquantadue minuti invece per arrivare a Messina, sempre da Palermo: nemmeno 200 chilometri (191, per l'esattezza). E
quattro ore, sette minuti e un cambio per andare fino a Trapani, che da Palermo dista 107 chilometri.
Intanto si registra, dall’indagine demoscopica condotta lo scorso novembre da una società esterna al gruppo delle Ferrovie dello Stato, un miglioramento del giudizio che i passeggeri hanno dato al servizio offerto da Trenitalia, sia in termini di comfort e sia nella permanenza a bordo.
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Il confronto, rispetto ai dati registrati nel novembre 2016, registra
un ipotetico miglioramento nella pulizia e nella puntualità dei treni, cosi come nelle informazioni a bordo treno.
Scorre cosi in secondo piano il disagio registrato negli ultimi anni dai pendolari siciliani, costretti a percorsi dalla durata insostenibile, con servizi alla persona del tutto mancanti.
Ma la Regione Sicilia e Trenitalia sono pronte a stipulare un nuovo contratto di servizio ed è previsto inoltre un aumento dei biglietti e abbonamenti pari al 3,5% annuo.
Alla notizia dell’accordo c’è chi risponde «Qui se vogliamo rimettere i siciliani sul treno ci vogliono parecchi lavori e soldini», o chi più tristemente commenta «Ci credo poco che sarà realizzato qualcosa di utile».
Un esempio? L’abbonamento mensile
per una fascia di 40 chilometri passerà da 61 euro a circa 90 euro entro il 2026, come dichiara il coordinatore Giosuè Malaponti.
La speranza è che
gli aumenti comportino maggiori investimenti per migliorare il trasporto sul territorio, cosi come il numero di convogli circolanti e
servizi mancanti come il WI-FI a bordo treno e dispositivi telefonici per le informazioni all’utenza.