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"Troie" e nucleare, via gli assessori Battiato e Zichichi

Turismo e Beni Culturali, revocate le deleghe. Decisiva la dichiarazione di Battiato sulle "troie" in Parlamento. Saluta anche lo scienziato che sognava le centrali nucleari

  • 27 marzo 2013

«Farebbero qualunque cosa queste troie che si trovano in giro nel parlamento. È inaccettabile, dovrebbero aprire un casinò e farlo pubblico. Allora uno è anche contento, invece di farle stare in strada. Oppure quelle che difendono alcuni, dicendo delle cose, quando due tre anni prima, ci vuole così, stesi in orizzontale, e non era mai andata alle feste». [Battiato da video IlFattoQuotidiano]. Queste le parole, non perfettamente chiare, sono state pronunciate da Franco Battiato, da pochissimo ex assessore alla Cultura della giunta Crocetta, durante un incontro istituzionale a Bruxelles dedicato ai "Nuovi percorsi fra turismo e cultura in Sicilia".

Un'uscita infelice, per i più, che ha sancito la rottura fra il cantautore catanese e il presidente della Regione siciliana. Un vocabolo probabilmente non adatto, né al suo ruolo istituzionale né al contesto in cui è stato inserito. Credo che chiunque sia libero di dire ciò che meglio crede ed in qualunque sede, a patto di prendersi la responsabilità di ciò che dice. Il fatto incriminato, però, è bastato al governatore Crocetta per cacciare Battiato, rimarcando il motivo della sua decisione:

«Quando si sta nelle istituzioni si rispetta la dignità delle istituzioni medesime e, nel caso di Battiato, sicuramente si è andati oltre e si è violato il principio della sacralità delle stesse. Quando si offende il parlamento, si offende tutto il popolo italiano e ciò non è consentito a nessun componente delle istituzioni». Sacrosante le ragioni dell'ex sindaco di Gela, costretto a "tagliare la testa" di Battiato, forse più per una questione di decoro ed immagine, così da prevenire la tormenta politica di maggioranza ed opposizione.

Appena 24 ore dopo, l'ex assessore torna sulle proprie parola, ma non si scusa. Anzi, ribadisce il concetto: «Non capiscono quando si usa un vocabolo un po' potente, ma che non ha niente a che vedere con il genere (femminile, ndr). Sono cose che dico da anni, ci sono persone che non sono degne di stare li (in parlamento, ndr). C'è chi si è prostituito per soldi, per fare delle leggi che sono contro tutto quello che dobbiamo fare in Italia. Non mi posso scusare, la mia accusa non era rivolta alle donne, ma al trattamento di alcuni» [Battiato su Capital, intervistato da Vittorio Zucconi]

L'opinione pubblica si divide. Ma quelle parole, suonano davvero così atroci? Forse sì. Sicuramente avrebbe dovuto utilizzare un vocabolo più eleganti, specificando che non si riferisse alla totalità dei parlamentari donna (guai a farlo!). Ma nell'ultimo ventennio ci siamo abituati, volenti e nolenti, ad un mal costume politico dilagante: ex letterine divenute ministro, igieniste dentali ad occupare gli scranni dei parlamenti regionali. Non che le professioni precedentemente intraprese impediscano di fare carriera politica, ma proprio certe "personalità" hanno fomentato l'evoluzione politica nell'ultima legislatura di Silvio Berlusconi.

Proprio lui, lo stesso giocoso over 70 che ad un congresso di An nel 2007 disse: "Vedo laggiù in prima fila rappresentanti di notevole livello estetico. Sapete che sono innamorato di mia moglie, ma non ho perso il senso estetico e noto delle gambe straordinarie che circolano". O, nel 2003, riferendosi a Viviana Beccalossi, esclamò: "È più brava che bella. Il contrario di Rosi Bindi - e trascinato dall'entusiasmo disse - Forza Viviana, fagliela vedere!".

Senza scavare troppo nel passato, torniamo all'11 febbraio scorso, quando l'ex premier italiano, durante una manifestazione elettorale, si rivolse ad Angela Moretti, area manager della Green Power, e disse: "Ma lei viene? E quante volte? E a che distanza temporale? Può girarsi? Questo impinato cosa mi riscalda? Anche la camera da letto?". Queste ultime, anche nel suo contesto originario, suonano più volgari ed offensive di tante altre. Ma fanno meno scandalo perché non si scende nel più insoffrente turpiloquio. Insomma, c'è chi può e chi no, come anche c'è chi fa il politico di mestiere da parecchi anni e può permetterselo (può?) e chi probabilmente è sempre stato solo un grande cantautore.

Le deleghe revocate da Crocetta sono però due. Saluta la giunta anche Antonino Zichichi. Sullo scienziato trapanese, Crocetta si era posto qualche interrogativo dopo la dichiarazione in cui ammetteva di "sognare una Sicilia piena di centrali nucleari", sollevando i malumori dei tanti sostenitori del Megafono, degli ambientalisti e dei siciliani più scettici in materia. A questo punto è legittimo pensare che Crocetta abbia fatto queste due scelte con una certa leggerezza, tentando di attribuire a queste due figure di spicco, nella scienza e nell'arte, un ruolo a loro non consono.

«Zichichi è uno scienziato e probabilmente il trasferimento di queste sue conoscenze non ha funzionato - ha spiegato il governatore siciliano - mancano gli elementi di connessione: credo sia più adatto a un incarico tecnico più che politico. Ha trasmesso delle belle idee e potrebbe dare un grande supporto. Ma serve una figura tecnica e pragmatica per governare un assessorato che rilascia concessioni o le blocca».

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