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Un romantico arrivederci da parte della Sinfonica

  • 28 luglio 2006

(In seguito a variazioni decise dal direttore Alberto Veronesi, il programma dei concerti è cambiato: saranno eseguiti "La Cenerentola", "Viaggio a Reims" e "La Gazza Ladra" di Gioacchino Rossini; "La Forza del Destino", "Giovanna D’Arco", "Luisa Miller" e "Gloria all’Egitto" dall’"Aida", tutte pagine tratte dal repertorio verdiano; infine, Puccini con l’"Intermezzo" dal secondo atto di "Madama Butterfly", l’"Intermezzo" da "Manon Lescaut", e "Tregenda" da "Le Villi").

Appuntamento con l’Orchestra Sinfonica Siciliana che, nell’arco di tre incontri serali (previsti per le ore 21), ci proporrà la musica di Robert Schumann, di cui ricorre il centocinquantesimo anniversario dalla morte: venerdì 4 agosto a Villa Trabia di Palermo, sabato 5 nell’atrio superiore del Palazzo Municipale di Sciacca (Agrigento) e domenica 6 a Villafrati, in provincia di Palermo (biglietti 5 euro per l’intero e 3 euro per il ridotto. Maggiori informazioni al numero telefonico 091.588001).

L’organico strumentale, sotto l’attenta direzione del maestro Alberto Veronesi, proporrà la "Prima sinfonia in si bemolle maggiore opera 38", detta "La Primavera" e la "Seconda sinfonia in do maggiore opera 61", composizioni appartenenti a due diverse fasi della vita dell’artista sassone: il musicista compose la "Prima" in un periodo felice nel quale sposò la sua amata Clara Wieck, mentre la "Seconda", scritta alla fine del 1845, si rapporta ad un momento segnato dai primi sintomi della sua malattia mentale.

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Dal 1835 l’Orchestra del "Gewandhaus"di Lipsia era magistralmente guidata da Mendelssohn, figura intelligente che condusse i propri strumentisti verso l’apice del virtuosismo tecnico: grazie anche a queste abilità, alla prima esecuzione del 31 marzo 1841, "La Primavera" di Schumann incontrò immediatamente il favore del pubblico. «Pensate, una sinfonia, e per giunta una sinfonia della Primavera […]», dichiarò il compositore: in effetti l’opera, equilibrata e serafica, è una celebrazione della natura che si risveglia, le cui idee fresche e luminose si fanno strada fra le maglie del tessuto sonoro.

Scopo dell’autore era realizzare musicalmente i modelli con cui si rapportava: «Mi stimola tutto ciò che accade nel mondo, politica, letteratura, uomini; soprattutto io penso che ciò che si rivela attraverso la musica, vuol cercare una uscita». Tuttavia per Schumann ciò non costituì un progetto per costruire una sinfonia e non si propose di descrivere qualcosa con la musica: sebbene vivesse in un contesto musicalmente indirizzato verso il sinfonismo programmatico, egli rifiutò questo tipo di composizione, utilizzando, come indizi, solo i titoli descrittivi per alludere a un atmosfera generica.

Ne "La Primavera" si colgono i lieti pensieri, colori vividi e l’ebbrezza delle conquiste personali: «La mia felicità era al colmo, solo due desideri potevo ancora avere, sposarti e poter comporre anch’io una sinfonia del genere». Indubbiamente Schumann, con tale affermazione, si riferiva al matrimonio con Clara (sposata dopo aver superato gli ostacoli frapposti dal padre della donna) e alla sinfonia detta la "Grande" di Schubert. Sono gli ottoni che aprono la scena al grande affresco della primavera e che destano tutti gli altri strumenti da un letargo invernale. Nel "Larghetto" i violini portano un dolce tepore fra i pentagrammi, mentre violoncelli, oboe e tromboni ripresentano il tema principale, passando così al gioioso "Scherzo" ed al brillante "Allegro animato e grazioso"; chiude una spumeggiante risoluzione, degna del genio di Schumann.

«Penso a una specie di "Jupiter"» scrisse il musicista al suo amico Johannes Verhulst, violinista e noto direttore d’orchestra: la "Seconda sinfonia" schumanniana ha molti caratteri in comune con la celebre opera mozartiana, dalla stessa tonalità in do maggiore, che conferisce solennità e grandiosità al pezzo, alla realizzazione di un percorso proteso verso il finale, in cui tutti i temi esposti acquistano la loro piena significazione. Nella "Jupiter" viene più volte ripetuta una sequenza accordale che nella sinfonia di Schumann, grazie agli ottoni, è ampliata e accentuata in modo da divenire filo conduttore dell’edificio sonoro, volto verso la sua naturale conclusione.

Come confidò in una lettera all’amico Otten, l’opera, la cui prima venne accolta con freddezza dal pubblico, fu composta in un momento critico, ed è quindi sinfonia gioiosa e tormentata al tempo stesso: l’allegro tema principale è gradualmente soppiantato dalla dolorosa melodia dell’"Adagio espressivo", fino alla sua totale estinzione che cede il passo ad un’idea del tutto nuova, il motivo del lied beethoveniano "An die ferne Geliebte - All’amata lontana". Nell’"Adagio" si prediligono timbri opachi, che ben si adattano alle atmosfere della musica e che attribuiscono un colore suggestivo al movimento, procedendo così verso il conclusivo "Allegro molto vivace", carico dal punto di vista metrico e ritmico, nel quale si stagliano piccole frasi dell’"Adagio".

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