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Viaggio sulle tracce del commissario più famoso d'Italia

  • 20 marzo 2006

Quanti di noi hanno sognato di visitare, almeno per una volta, il set del proprio film preferito? Sicuramente moltissimi, come quelli che, appassionati dei gialli di Andrea Camilleri, hanno desiderato viaggiare attraverso la Sicilia aspra, malinconica e con i profumi dell’Africa dei suoi romanzi. Così, volendo delineare un itinerario dei luoghi che ha accompagnato le storie del commissario Montalbano, è nato il libro “I luoghi di Montalbano” (Sellerio, 14 euro), un’affascinante avventura tra finzione e realtà lungo la costa agrigentina, che è stata teatro e ambientazione scenografica delle vicende del più noto eroe del giallo italiano. Un lavoro meticoloso e attento che Maurizio Clausi, Davide Leone, Giuseppe Lo Bocchiaro, Alice Pancucci Amarù e Daniela Ragusa hanno svolto con curiosità e dovizia di particolari donando tangibilità e concretezza a spazi della letteratura come Vigata e Montelusa, erroneamente fissati e confusi nell’immaginario collettivo nei territori della fiction televisiva. E' una Sicilia diversa quella narrata nei romanzi del nostro scrittore: Vigata è Porto Empedocle, e tutti gli altri luoghi descritti si muovono lungo il litorale di Agrigento che è al tempo stesso selvaggio e di una bellezza coinvolgente, ma anche degradato da mostri di cemento che feriscono i paesaggi .
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Uno squallore che la penna dell’autore non ha mai taciuto, contribuendo a tratteggiare un ritratto quanto più veritiero di una terra che sente come sua, anzi che è sua, ma di cui sa analizzare pregi e difetti. Totalmente diversa è l’ambientazione televisiva che ha cercato luoghi altrettanto belli ma tutti collocati nella parte orientale dell’isola. Città come Ragusa Ibla, Modica e Scicli, gioielli del barocco, sono diventati lo scenario dove “Il ladro di merendine”, “La forma dell’acqua” e tutti gli altri avvincenti thriller hanno preso vita. Se da un lato il prodotto televisivo è stata cassa di risonanza, dall’altro ha dato un immagine più idealizzata della Sicilia. I cinque giovani autori di questa guida nella prima parte hanno ricostruito gli scenari dei più noti romanzi, tra cui “Il cane di Terracotta” e “La voce del violino”, seguendo il dipanarsi dell’intreccio e la risoluzione del caso, cercando la corrispondenza dei luoghi nella realtà. La seconda parte del libro è invece entrata a Vigata, Montelusa, Montereale e Brancato, andando alla caccia di bar, case ed edifici storici sapientemente descritti nelle pagine dei racconti: una sorta di vademecum per chi voglia compiere un percorso di scoperta di una parte della Sicilia che conserva tantissimi tesori. Il testo è un originale lavoro fatto con scientificità e attenzione per la realtà, arricchito da cartine e fotografie, che dimostra come la letteratura possa stimolare la conoscenza di luoghi reali magari poco considerati a cui la scrittura è riuscita a donare un’identità più definita.

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