Moda usa e getta, Sicilia ancora indietro sul riciclo: la nuova emergenza dei rifiuti tessili
I problemi sorgono per la quasi totale assenza di piattaforme operative dedicate al loro trattamento e del blocco di molte filiere di smaltimento, che colpisce tutte le province
Negli ultimi mesi la Sicilia si trova ad affrontare una nuova emergenza ambientale, da tempo segnalata dalle associazioni e dai volontari: la gestione dei rifiuti tessili. Numerosi Comuni dell’isola hanno infatti segnalato ad ANCI Sicilia difficoltà crescenti nel conferimento di questa tipologia di rifiuto, da molti cittadini neppure considerato.
I problemi si riscontrano per via della quasi totale assenza di piattaforme operative dedicate al loro trattamento e del blocco di molte filiere di smaltimento, che colpisce tutte le province siciliane. La conseguenza è l’accumulo di materiali in depositi temporanei comunali, con rischi sempre più concreti per la salute pubblica e per l’ambiente, in particolare quando le discariche vengono arse dal fuoco, durante gli “incidenti” estivi.
«La mancanza di punti di raccolta e di impianti funzionanti – spiegano il presidente di ANCI Sicilia, Paolo Amenta, e il segretario generale, Mario Emanuele Alvano – sta trasformando una criticità tecnica in una vera e propria emergenza. I Comuni, non potendo più conferire i rifiuti, rischiano di vedere moltiplicarsi accumuli incontrollati che possono generare problemi igienico- sanitari e ambientali di rilievo».
Di fronte a questa situazione, ANCI Sicilia ha rivolto così un appello all’assessore regionale all’Energia, Francesco Colianni, chiedendo l’apertura di un tavolo di confronto per definire insieme le azioni più urgenti e sostenibili da intraprendere. L’associazione ha riconosciuto l’impegno mostrato dall’assessore negli ultimi mesi nel dialogo con gli enti locali e auspica che si possa arrivare rapidamente a un piano operativo condiviso.
Secondo ANCI Sicilia, la questione dei rifiuti tessili non riguarda solo gli aspetti gestionali, ma rappresenta anche un banco di prova per le politiche di economia circolare nell’isola. La Sicilia, infatti, soffre da anni un ritardo strutturale nella realizzazione di impianti per il recupero e il riciclo dei materiali, nonostante la normativa europea e nazionale imponga la raccolta differenziata dei tessili dal 1° gennaio 2022, come segnalato anzitempo dalla stessa ANCI e dalle associazioni ambientaliste. In molte aree, i Comuni sono costretti a sostenere costi elevati per il trasporto fuori regione dei rifiuti o, peggio, a sospendere temporaneamente il servizio di raccolta.
«È indispensabile – sottolinea Amenta – che Regione e sistema degli enti locali agiscano in modo coordinato, adottando misure immediate per garantire la continuità del servizio e la piena conformità agli obiettivi ambientali fissati dall’Unione Europea. Solo con un approccio condiviso e una pianificazione di lungo periodo sarà possibile evitare nuove emergenze e rafforzare la cultura della sostenibilità nei territori siciliani».
Una possibile - seppur limitata - soluzione a questo problema è il riuso e lo scambio di vestiti usati, durante le manifestazioni note come Swap, dove i frequentatori si scambiano vicendevolmente abiti dismessi o che non usano più. Gli Swap sono giunti in Italia dall’estero da qualche decennio, grazie al mercato degli abiti vintage e ai promotori della sostenibilità ambientale.
I problemi si riscontrano per via della quasi totale assenza di piattaforme operative dedicate al loro trattamento e del blocco di molte filiere di smaltimento, che colpisce tutte le province siciliane. La conseguenza è l’accumulo di materiali in depositi temporanei comunali, con rischi sempre più concreti per la salute pubblica e per l’ambiente, in particolare quando le discariche vengono arse dal fuoco, durante gli “incidenti” estivi.
«La mancanza di punti di raccolta e di impianti funzionanti – spiegano il presidente di ANCI Sicilia, Paolo Amenta, e il segretario generale, Mario Emanuele Alvano – sta trasformando una criticità tecnica in una vera e propria emergenza. I Comuni, non potendo più conferire i rifiuti, rischiano di vedere moltiplicarsi accumuli incontrollati che possono generare problemi igienico- sanitari e ambientali di rilievo».
Di fronte a questa situazione, ANCI Sicilia ha rivolto così un appello all’assessore regionale all’Energia, Francesco Colianni, chiedendo l’apertura di un tavolo di confronto per definire insieme le azioni più urgenti e sostenibili da intraprendere. L’associazione ha riconosciuto l’impegno mostrato dall’assessore negli ultimi mesi nel dialogo con gli enti locali e auspica che si possa arrivare rapidamente a un piano operativo condiviso.
Secondo ANCI Sicilia, la questione dei rifiuti tessili non riguarda solo gli aspetti gestionali, ma rappresenta anche un banco di prova per le politiche di economia circolare nell’isola. La Sicilia, infatti, soffre da anni un ritardo strutturale nella realizzazione di impianti per il recupero e il riciclo dei materiali, nonostante la normativa europea e nazionale imponga la raccolta differenziata dei tessili dal 1° gennaio 2022, come segnalato anzitempo dalla stessa ANCI e dalle associazioni ambientaliste. In molte aree, i Comuni sono costretti a sostenere costi elevati per il trasporto fuori regione dei rifiuti o, peggio, a sospendere temporaneamente il servizio di raccolta.
«È indispensabile – sottolinea Amenta – che Regione e sistema degli enti locali agiscano in modo coordinato, adottando misure immediate per garantire la continuità del servizio e la piena conformità agli obiettivi ambientali fissati dall’Unione Europea. Solo con un approccio condiviso e una pianificazione di lungo periodo sarà possibile evitare nuove emergenze e rafforzare la cultura della sostenibilità nei territori siciliani».
Una possibile - seppur limitata - soluzione a questo problema è il riuso e lo scambio di vestiti usati, durante le manifestazioni note come Swap, dove i frequentatori si scambiano vicendevolmente abiti dismessi o che non usano più. Gli Swap sono giunti in Italia dall’estero da qualche decennio, grazie al mercato degli abiti vintage e ai promotori della sostenibilità ambientale.
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