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Oltre le sbarre si va sognando: le detenute del Pagliarelli diventano attrici per un giorno

Un laboratorio teatrale al carcere di Palermo ha visto le detenute lavorare sodo e dare vita a "In stato di grazia", lo spettacolo va in scena il 12 ottobre a ingresso gratuito

  • 10 ottobre 2018

Una foto simbolo dell'iniziativa: la luce dietro le sbarre

Lo spettacolo é liberamente ispirato a "La lunga vita di Marianna Ucrìa" di Dacia Maraini e vede come performers, sul palco, le detenute.

Si può dire che il carcere Pagliarelli di Palermo va in scena al Pagliarelli: "In stato di grazia" é il titolo dello spettacolo teatrale allestito venerdì 12 ottobre alle 17 (a ingresso gratuito) al teatro dell’Istituto Penitenziario.

Il progetto artistico é figlio della compagnia teatrale OltreMura: il laboratorio di teatro all'interno del carcere è stato ideato e condotto dalla regista Claudia Calcagnile e, insieme alla regista, anche Francesco Paolo Catalano, curatore della fotografia e dell’immagine della rappresentazione.

«É bello vedere come lavorando a stretto contatto con loro - racconta Francesco Paolo - si assottigli la linea tra chi sta "dentro" e chi sta fuori. Si lavora insieme in funzione collaborativa, senza badare ad etichette o stupidi pregiudizi».
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«Lavorando con le detenute mi sono accorto della forte urgenza espressiva che coltivano queste donne - continua - Il laboratorio teatrale per loro é stato quasi un riscatto sociale, come voler impegnarsi in qualcosa che le facesse emergere così da poter essere rivalutate socialmente, e che facesse passare in secondo piano il loro stato attuale di detenzione».

La rappresentazione racconta delle dinamiche di una società femminile ingarbugliata negli stigmi sociali e convenzionali, tipiche soprattutto delle donne siciliane: donne che dovevano sottostare alle leggi del matrimonio e della casa, ma che alla fine riuscivano a trovare il loro affrancamento in società grazie alla cultura e alla lettura.

«Mi é rimasto impresso capire come - continua Francesco - per queste donne sia fondamentale che la società di oggi veda la detenzione come uno stato solo momentaneo e che, una volta fuori, non pregiudichi la persona per tutta la sua vita».

«Lo stigma sociale, l’essere marchiati in maniera indelebile, é una cosa che sicuramente non è proficua per chi invece, ha pagato le sue colpe, ed é pronto a ricominciare nel migliore dei modi».

La partecipazione, così attiva e positiva di queste donne al laboratorio di teatro descritta dal direttore artistico dello spettacolo testimonia quanto sia fondamentale per chi sta dentro vivere come chi sta fuori: lavorando e impegnandosi giorno dopo giorno in qualcosa che sia un obiettivo.

«Solo così una pena così dura come il carcere puó essere veramente vissuta dalla singola persona come un momento di riflessione e di crescita e avere una funzione rieducativa e di reinserimento sociale» conclude Catalano.

Per assistere allo spettacolo è necessario inviare i propri dati anagrafici (cognome, nome, data e luogo di nascita, e residenza) scrivendo all’indirizzo oltremuramosaico@gmail.com o inviando un messaggio privato alla pagina facebook OltreMura_Lab.

Lo spettacolo, che vede la collaborazione delle attrici Carla Munnia e Nunzia Lo Presti, è una riflessione sul tema dell’identità, l’inizio di un viaggio di cui non si conosce la meta, un tentativo di sottrazione al proprio ruolo sociale.

Marianna, ragazza sordomuta, è costretta ad andare in sposa. L’impossibilità di sottrarsi al suo ruolo di "mugghieri" (moglie in dialetto) la obbliga a rifugiarsi in un mondo altro, dove la lettura diventa strumento di sovversione tale da ribaltare dogmi e pregiudizi, stereotipi e convenzioni sociali.

Così la performance innesca un capovolgimento di senso: come Marianna stravolge il proprio destino trovando nei libri il luogo di ricerca per la libertà, così le attrici compiono un tentativo di capovolgere la propria posizione cercando quel luogo forse ancora neanche immaginato, in un crescendo di provocazioni e riflessioni continue capaci di demolire il senso comune delle cose.

La regia è di Claudia Calcagnile, assistente alla regia e immagine Francesco Paolo Catalano, aiuto regia Lidia Papotto, costumi Concetta Chillemi e Patty Owens, disegno luci Vincenzo Cannioto, scenografia Giuseppe Accardo, elaborazioni sonore Gaia Quirini, Grafica Sonja Burgì, la comunicazione è di Maghweb.

Per chi volesse sostenere l'iniziativa, è online sulla piattaforma Produzioni dal basso la campagna di raccolta fondi destinata a dare continuità al progetto di teatro in carcere portato avanti dall’associazione Mosaico e dalla Compagnia Oltremura con le detenute della sezione femminile dell’Istituto penitenziario Antonio Lo Russo Pagliarelli di Palermo.
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