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Palermo si scopre "razzista", aggredito un ragazzo di colore: lui commuove con un post

Una aggressione a sfondo razziale lascia sgomenti. Dal web un coro di solidarietà nei confronti della vittima che commuove con un post: Palermo è la mia città preferita

Balarm
La redazione
  • 10 febbraio 2020

Il ragazzo aggredito a Palermo (foto Facebook)

Palermo si risveglia come dopo un brutto sogno. Quello che sino ad oggi non era mai accaduto è successo: una aggressione a sfondo razzista ai danni di un ragazzo di colore.

L'aggressione sarebbe avvenuta nella notte fra sabato e domenica in pieno centro, a due passi da via Cavour. Sembra che oltre venti giovani abbiano accerchiato il ragazzo insultandolo per il colore della sua pelle e picchiandolo selvaggiamente, tanto che si è resa necessaria la corsa in ospedale.

Lo scrive un cittadino, Ignazio Penna, in un post social che riportiamo integralmente a fine articolo.

I social si sono scatenati nella consueta gara di solidarietà di quello che non solo è un gesto assurdo, ma che sembra impossibile in un luogo come Palermo, dove davvero il colore della pelle poco importa per stare bene. È così da millenni e siamo certi sempre lo sarà, riconoscersi in un ambiente unico, magari con i colori, quelli si, di un cuore rosanero, piuttosto che nella devozione alla stessa "Santuzza".
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Lo scrive la stessa vittima in risposta al post social che ha fatto il giro del web.

«È stato io il ragazzo che stato aggredito ieri sera, vi ringrazio ancora, è urlo con voce alta che Palermo è una bellissima città accogliente antirazzista, a Palermo ci sono tante belle persone, io mi trovo veramente benissimo a Palermo, ci sono pochi quelli stronzi che non hanno manco uscito a fuori Palermo, gli consiglio di girare un po' il mondo e vedere come funziona le cose, sono veramente animali, troppo chiusi, essere nero o bianco che senso ha?

Non ho più parole, cmq a Palermo ci sono sempre tante belle persone, non siete tutti razzisti, a Palermo i razzisti ci sono, ma sono pochissimi. PALERMO È LA MIA CITTÀ PREFERITA E CI RIMANERÒ PER SEMPRE».

Come dicevamo, il fattaccio è venuto fuori grazie a un post su Facebook. Eccolo:

«Voglio raccontarvi una storia molto brutta a cui non ho assistito personalmente ma mi è stata raccontata di prima mano. Ieri notte intorno all'1,30 due amici di mio figlio che conosco molto bene sono passati da via Cavour e si sono accorti che stava succedendo qualcosa di strano e spiacevole, c'era una grande folla di gente disposta a semicerchio da entrambi i lati della strada mentre al centro della carreggiata un giovane ragazzo di colore stava venendo selvaggiamente picchiato da una folla di circa trenta adolescenti palermitani. Il ragazzo si stava difendendo come poteva, anche con l'aiuto di una catena ma nessuno interveniva.

Sono corsi i due amici di mio figlio, G. e C. e si sono messi al fianco del ragazzo aggredito mentre uno dei due chiamava la polizia. Appena visto che la vittima non era più sola i ragazzi aggressori sono fuggiti, lasciando la povera vittima pieno di lividi e con la faccia sanguinante. L'aggressione ha quasi sicuramente una matrice razzista viste le parole che sono state pronunciate quando tutto è iniziato neg** di mer"** e subito cazzottoni.

Raccontano G. e C. che il ragazzo mentre raccontava alla polizia quello che era successo aveva attacchi di pianto ripetuti e appariva più traumatizzato dalla motivazione dell'attacco che forse dal dolore fisico stesso. Un ragazzo, un giovane ragazzo ha subito un violento pestaggio solo a causa del colore della sua pelle.

Una folla di palermitani in giro per la movida del sabato sera non è riuscita a fare di meglio che mettersi da parte e assistere allo spettacolo. Chi si fa i ca**i suoi campa cent'anni si dice a Palermo. Inutile dire che tra campare cento anni così da vermi e rischiare per un buon motivo la scelta dovrebbe essere facile per chi conserva empatia e dignità umana sufficiente a farci sentire esseri umani».
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