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Palermo violenta, Edy Tamajo fuori dal coro: "Non basta avere più agenti, ecco cosa fare"

L'assessore regionale alle Attività produttive chiede un segnale forte contro gli episodi di criminalità: "Ci vuole più determinazione e l'unità delle istituzioni"

Luca La Mantia
Giornalista
  • 22 luglio 2025

Edy Tamajo e Roberto Lagalla (Foto Facebook)

Un caso di violenza dopo l'altro. Ma non è più tempo di lanciare allarmi, è ora di intervenire. Cosa fare per rendere Palermo più sicura? "Serve un segnale forte". E se gli si chiede cosa intenda per "segnale forte" l'assessore regionale alle Attività produttive Edy Tamajo risponde con fermezza.

«Il segnale forte che serve è l’unità delle istituzioni - dice a Balarm -. Comune, Regione, Governo nazionale, forze dell’ordine e soprattutto cittadini devono lavorare insieme. Serve una cabina di regia interistituzionale sulla sicurezza urbana, ma anche un investimento straordinario sulla vivibilità dei quartieri».

Quella di Tamajo è una risposta non troppo velata alle parole del sindaco Roberto Lagalla che in un'intervista a Balarm ha detto che "non esiste un caso Palermo".

«Rispetto le parole del sindaco Lagalla, che è persona seria e impegnata - commenta Tamajo -. Ma credo che quando una città ha la fortuna di essere sotto i riflettori per il turismo, la cultura, gli eventi, debba anche avere il coraggio di affrontare i problemi con determinazione».

Un modo per chiedere più impegno e attenzione nel difendere la reputazione di Palermo e recuperare un clima generale di fiducia. «Ci sono segnali preoccupanti, che stiamo monitorando. Alcune associazioni di categoria ci segnalano un clima di preoccupazione, soprattutto tra gli operatori del turismo e della ristorazione», aggiunge.

Non ci sono ancora numeri che certifichino la "disaffezione" dei turisti, ma il rischio è concreto. «Dobbiamo evitare che episodi isolati diventino un’etichetta ingiusta per Palermo. I dati ufficiali li attendiamo, ma il rischio reputazionale esiste. Per questo è urgente intervenire ora, prima che il danno diventi strutturale», dice ancora Tamajo.

Ma cosa sta succedendo? «È un fenomeno complesso, che riguarda tanto le dinamiche sociali quanto quelle economiche. Non possiamo ignorare che, dopo anni di pandemia e crisi, ci siano sacche di disagio, soprattutto tra i più giovani, che talvolta sfociano in comportamenti inaccettabili».

Secondo l'assessore non basta la repressione per arginare la criminalità. «La violenza va sempre condannata senza esitazioni, ma va anche capita nelle sue radici. Palermo è una città straordinaria, ma ha bisogno di un presidio educativo, culturale e sociale, non solo di repressione».

Intanto il ministro dell'Interno Matteo Piantedosi ha assicurato che la città avrà presto più agenti. «È un segnale importante, e ringrazio il ministro per l’attenzione. Ma non basta. La sicurezza non si fa solo con più agenti, si fa anche con più educatori, più centri aggregativi, più opportunità per i giovani».

Insomma, secondo Tamajo la politica deve fare la sua parte accompagnando alla repressione «una vera strategia di inclusione. Ecco perché la Regione deve fare la sua parte, e noi siamo pronti a fare sistema. Come assessorato alle Attività produttive abbiamo il dovere di difendere il tessuto economico della città, che vive anche di turismo, commercio e servizi».

E non solo. «Continuiamo a supportare le imprese dei centri storici, anche con iniziative culturali e sociali che favoriscano la partecipazione dei giovani. La Regione, su impulso del presidente Schifani, c’è e ci sarà».
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