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Pugili palermitani a Gaza insegnano la boxe alle ragazze per sopravvivere all'assedio

Riscatto sociale, libertà e benessere psicofisico: questi alcuni dei motivi che spingono i boxisti ad aiutare i palestinesi, vittime di gravi traumi post bombardamenti

Balarm
La redazione
  • 4 maggio 2019

Un'immagine del progetto "Boxe contro l'assedio"

Sono circa 50 tra bambini e ragazzi (dai 10 ai 34 anni) e 40 donne (dai 18 ai 22 anni) che praticano boxe a Gaza grazie in primis alla Palestra Popolare di Palermo alla quale si sono aggregate due palestre romane “Valerio Verbano” e “Quarticciolo”.

Da settembre del 2018 è partito un progetto di formazione in ambito sportivo che ruota attorno ai benefici della boxe come strumento di riscatto sociale, di libertà e di benessere psicofisico.

I palestinesi sono vittime di traumi post bombardamenti, soffrono di disturbi del sonno e della memoria, iperattività, difficoltà di concentrazione e uno stato di perenne ansia, la boxe è risultata essere una buona terapia per attutire queste ferite dell'anima. Attraverso testimonianze raccolte sul posto il Ciss ha avuto modo di valutare quanto la pratica di questo sport sia in grado di infondere coraggio, specie ai più piccoli, contribuendo a combattere le paure.

Il progetto “Boxe contro l'assedio”, attivo dal 2018, è promosso dall’Ong Ciss - Cooperazione Sud Sud. Le condizioni degli ambienti adibiti alle attività agonistiche a Gaza sono precarie, gli atleti hanno solo una decina di paia di guanti che utilizzano a turno. Non hanno fasce, né paradenti e, a causa dell’occupazione israeliana, non hanno alcuna libertà di movimento: è quindi loro vietata la possibilità di uscire dalla Striscia di Gaza per confrontarsi con i pugili dalle altre parti del mondo.
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Nel mese di settembre 2018, il palermitano Giancarlo Bentivegna è stato il primo pugile professionista ad entrare nella Striscia di Gaza da quando c’è l’embargo. Da allora il progetto ha portato altri professionisti italiani nel piccolo lembo di terra palestinese che subisce il blocco israeliano: è molto difficile sia entrare che uscire da questa prigione a cielo aperto.

Nell’ultimo anno grazie ai professionisti delle palestre popolari che man mano hanno aderito al progetto, il Ciss ha organizzato momenti di formazione e allenamento tra pugili italiani e i pugili palestinesi. Il sogno è l’organizzazione di un match nella Striscia di Gaza. Ecco perché è partita una raccolta dei materiali sportivi, che da Nord a Sud sta coinvolgendo realtà di tutta Italia creando così una rete nazionale tra palestre popolari e atleti professionisti.

A Palermo c'è stato un appuntamento sabato 4 maggio al quale sono invitate a contribuire tutti con il dono di attrezzature (guantoni, paradenti, fasce e caschetti ecc.) che verranno consegnate a Gaza durante il prossimo viaggio. Ma nel capoluogo siciliano la raccolta di materiale sportivo contuinua alla Casa della Cooperazione (via Ponte di Mare 45).
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