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Quando a Palermo si andava a mangiare "na 'Ngrasciata": i ricordi di una trattoria storica

Chi a Palermo non ha mai sentito parlare della trattoria di via Tiro a Segno? L'osteria del popolo che ha fatto storia frequentata anche da intellettuali e artisti

Anna Sampino
Giornalista
  • 30 gennaio 2023

Una foto della trattoria 'Ngrasciata a Palermo - Foto di Enzo Sellerio 1961 , pubblicata su "Palermo Storica"

Ci sono luoghi a Palermo così carichi di folclore da diventare "mitici", simbolo di una città che fu. Posti che oggi non ci sono più ma che continuano a vivere nei ricordi di generazioni di palermitani. La trattoria "'Ngrasciata" è uno di questi: osteria di cucina popolare in via Tiro a Segno, di fronte a piazza Sant'Erasmo. La sua epoca d'oro si segna tra gli anni Cinquanta e Settanta del secolo scorso.

Piatti palermitani - soprattutto a base di pesce - e prezzi modici hanno fatto il successo di questo ristorante che è diventato presto una delle trattorie preferite dalle famiglie palermitane. Sì perchè qui, anche quelle più numerose (e in città nel secondo dopoguerra non erano affatto poche) riuscivano a pranzare senza spendere troppo.

E così, per molte di loro la domenica era un vero e proprio rito: prendere la carrozza (l'auto era ancora un lusso di pochi) fino a piazza Sant'Erasmo, passeggiata a Villa Giulia, alla Marina. In estate ci scappava prima anche un tuffo nel mare di Romagnolo (agli altrettanti mitici "Bagni Virzì") e poi tutti in fila per rimediare un tavolo dalla 'Ngrasciata.
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Durante la settimana era la trattoria più frequentata da cocchieri, muratori, trasportatori, pescatori, ambulanti, ma anche giovani studenti universitari. Non era così raro trovarci anche intellettuali e artisti, come il pittore Renato Guttuso, lo scrittore Leonardo Sciascia e c'è chi racconta di aver visto persino Bettino Craxi.

In estate, poi, si popolava di turisti e stranieri attratti dalla cucina popolare; ma soprattutto da chi, emigrato in America, tornava a Palermo per le vacanze e allora un pranzo all'osteria di via Tiro a Segno era d'obbligo.

"Trattoria del pesce fresco" il suo primo nome ma tutti la chiamavano "'Ngrasciata", in memoria della prima titolare, una donna anziana, zia Giovannina, che, come vuole leggenda popolare, indossava sempre un grembiule molto sporco, pieno di patacche. Ma sull'origine di questo epiteto diventato poi il nome storico, ci sono versioni contrastanti.

C'è chi sostiene, infatti, che sia dovuto al fatto che quando il ristorante era affollato, i camerieri, per risparmiare tempo, fossero soliti girare al contrario le tovaglie sporche piuttosto che sostituirle con quelle pulite. Per qualche altro invece è dovuto alla cucina sempre piena di pentole sporche.

In realtà, come raccontano "fonti di quartiere", 'Ngrasciata era il soprannome - la cosiddetta 'nciuria - che la famiglia dell'anziana titolare si portava dietro da generazioni.

Ad ogni modo, quando il ristorante passò ai tre soci storici (Domenico Prestifilippo, per tutti Mimmo, Salvatore Fazio, detto Totò, e Lopez) "Ngrasciata" divenne il nome ufficiale dell'osteria, con tanto di insegna, e così restò sino alla fine.

Zuppa di pesce, spaghetti al nero di seppia o con le cozze, babbaluci, pasta "c'anciova" e con le sarde. Ma i piatti forti che tutti ricordano erano soprattutto la "pasta alla carrettiera" (pasta con aglio, olio e prezzemolo), la frittura di pesce e l'insalata alla palermitana (pomodoro, cipolla rossa, olive verdi schiacciate, sardine salate, pepe, sale e olio).

Durante la bella stagione i tavoli erano disposti all'esterno, praticamente a ridosso di piazza Tumminello, davanti all'ingresso dell'attuale sede della Amg. I camerieri attraversano la strada con i piatti in mano per servire i clienti, come raffigura una famosa foto di Enzo Sellerio anno 1961, pubblicata di recente anche in un gruppo Facebook "Palermo Storica", immagine che ha scatenato commenti e ricordi.

«Le posate ammucchiate in unico cestino» ricorda qualcuno. «Io ho mangiato in quei tavoli e in quel piazzale di fronte il ristorante. Il cameriere attraversava la strada con la portata» commenta qualche altro. «Ci andavamo una volta al mese con tutta la famiglia eravamo in 11..anni 70..ricordi bellissimi..». «Si pagava pochissimo e ricordo che con 1000 lire si mangiava benissimo. Si cominciava con olive, acciughe, spaghetti aglio e olio e quella prelibatezza di frittura di pesce». E così tantissimi altri commenti.

La 'Ngrasciata non c'è più da tanti anni ormai, eppure continua a sopravvivere nei ricordi di chi l'ha conosciuta, frequentata o anche solo sentita dai racconti dei propri genitori e nonni.

Una trattoria che resta avvolta nel mito della Palermo dell'immediato dopoguerra, fatta di cocchieri e carrozze, artigiani e pescatori, di domeniche trascorse in famiglia davanti a tavole imbandite di cibo.
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