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Quel fascino di cui non puoi più fare a meno: come Catania ammaliò il (noto) architetto

La moglie ricorda lo speciale legame che aveva con l'isola e in particolare con questa città. I suoi scatti sui viaggi nel capoluogo etneo raccolti in una mostra

  • 12 novembre 2022

Dettaglio di una foto di Catania di Ettore Sottsass

Ettore Sottsass non ha bisogno di presentazioni, poiché molto conosciuto a livello internazionale, soprattutto nel campo dell’architettura e dell’arte. Fu architetto, designer, fotografo e scrittore, importante protagonista della cultura italiana del Novecento.

Desideriamo ricordare a siciliani e non, che la terra di Sicilia è stata frequentata e amata da personaggi creativi e di grande importanza, come lui. Sappiamo che i pezzi di designer di Sottsass furono, e sono ancora, molto apprezzati in tutto il mondo, persino da star ecclettiche, tra cui David Bowie, che aveva una passione particolare per l’arte, oltre che per la musica.

Sottsass, era innamorato della Sicilia e frequentava spesso Catania e Palermo. Adesso vi spieghiamo il perché. Abbiamo avuto l’opportunità di intervistare telefonicamente Barbara Radice, moglie di Sottsass e curatrice della mostra Catania mia! che sarà allestita presso il Castello Ursino di Catania dal 21 novembre 2022.
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Le abbiamo chiesto il perché l’architetto fosse così tanto legato a questa città siciliana: «Catania – ci racconta gentilmente Barbara- è una città alla quale Ettore era molto affezionato. Abbiamo una casa a Filicudi e lì abbiamo conosciuto all’incirca nel 1994, l’avvocato Pietro Paterniti e il notaio Daniela Corsaro.

È nata un’amicizia e ci incontravamo spesso e tramite loro abbiamo visitato Catania, poiché ci invitavano spesso in città. Io e mio marito abbiamo amato molto la Sicilia e ancora questo sentimento verso l’Isola è forte. Avevamo anche amici a Palermo, come l’architetto Agnello e già conoscevamo il capoluogo.

Grazie a Daniela e Pietro invece abbiamo scoperto Catania, e altre zone della provincia. La città dal punto di vista dell’architettura ha molto charme, nella quale prevale il bianco e il nero, costruita in pietra lavica. In più possiede un clima piacevole e un cibo straordinario, ricordo tavole imbandite di dolci e verdure fresche e colorate.

La città presenta due aspetti, l’antico e il nuovo, e rappresenta la Sicilia, con il suo mare e l’Etna che la domina. Nelle città siciliane, siamo sempre stati bene e abbiamo trascorso delle gradevoli giornate. Ettore, quando era in viaggio, aveva l’abitudine di scattare sempre fotografie.

Così fece anche a Catania. Nella mostra saranno esposte foto di vario genere, che si soffermano sui dettagli dell’architettura cittadina, delle bancarelle del mercato, oppure di rovine, e scorci di natura, insomma sono foto della quotidianità che abbiamo vissuto a Catania. È un punto di vista personale di Ettore, è il suo sguardo speciale che sapeva cogliere le particolarità e la poetica. Catania, come altre città siciliane, ammalia. Le foto sono state scattate tra il 1995 e il 2005».

Numerose sono quindi le fotografie scattate nella città di Catania. Il celeberrimo designer seppe incanalare la propria linfa creativa in un ulteriore linguaggio, quello della fotografia. Ad approfondire questo capitolo poco noto dell'esistenza di Sottsass ci ha aiutato anche Carmelo Nicosia, fotografo e direttore artistico della fondazione Oelle e direttore della scuola di fotografia dell’Accademia di Belle Arti di Catania.

«Ettore Sottsass- ci spiega Nicosia- amava Catania e il sud in generale. Aveva imparato ad apprezzare la nostra città grazie ad amici fidati, catanesi doc, che come moderni Caronte, lo avevano iniziato alle stupefacenti attrazioni di una città, a cavallo tra gli anni 90 e 2000, colma di energia, ottimismo e di notevole creatività.

Le fotografie di Sottsass furono realizzate in quel periodo, circa 120, tra colore e bianco e nero, inedite, foto spesso realizzate con una ottica grandangolare, raccontano di una Catania barocca, ripresa con un linguaggio visivo mai retorico, fuori dagli stereotipi del viaggio convenzionale.

Immagini che contengono come in molte delle sue molteplici creazioni, la stupefazione dello sguardo, una meraviglia travolgente che costruisce una narrazione da viaggiatore appassionato di Sud: il Barocco, il mercato del pesce, le strade assolate, le scene di vita quotidiane, i personaggi della eterna drammaturgia pirandelliana, che affollano e urlano la vita”. Ettore Sottsass era stato invitato la prima volta in Sicilia dall' amico Riccardo Agnello, importante architetto palermitano. Sottsass non veniva in Sicilia solo per vacanza.

Negli anni Ottanta fu professore a contratto dell'Università di Palermo, quando Anna Maria Fundarò, all' epoca direttore del corso di laurea in Design, lo aveva chiamato a tenere una serie di seminari e workshop che in quel periodo vivacizzavano la facoltà di Architettura, in quanto erano numerosi gli studenti che seguivano le sue lezioni, attratti non solo dalla sua creatività ma anche dalla sua simpatia.

Spesso, trascorreva il tempo in Sicilia, a fare passeggiate nelle campagne circostanti dedicandosi a una sua rinnovata passione: fotografare cieli, nuvole, e alberi.

Scrive così Ettore Sottsass in un capitolo del libro intitolato “Molto difficile da dire”, edito da Adelphi edizioni, per raccontare come nasce la sua passione per il disegno: «Quando ero piccolissimo, un bambino di cinque o sei anni facevo disegni con case, con vasi e fiori, con carri di zingari, con giostre e cimiteri. Mi è sempre sembrata la cosa più naturale disegnare e fare cose; qualunque cosa servisse per giocare, da solo o con qualcuno, qualunque cosa servisse a me o agli altri per misurare l’aria, lo spazio, il tempo».
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