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Quella pratica odiosa ancora di moda: la pizza dedicata ai mafiosi colpisce ancora

Non ci sta Angela Manca, la madre di Attilio Manca, l'urologo di Barcellona Pozzo di Gotto trovato morto nel 2004 e affida ai social la sua indignazione per l'ennesima pizzeria estera che si diverte così

Balarm
La redazione
  • 16 marzo 2022

Non ci sta Angela Manca, la madre di Attilio Manca, l'urologo di Barcellona Pozzo di Gotto trovato morto nel 2004 a 35 anni e per il quale la donna ancora lotta per avere giutizia passando la vita tra avvocati, tribunali cercando, appunto, giutizia. Appresa la notizia dell'ennesima pizzeria che usa nomi di magistrati e peggio ancora, li accosta a quelli di super latitanti mafiosi, per le proprie pizze, la donna ha usato i social per il suo sfogo: "A Marsiglia le pizze con il nome di Paolo Borsellino e Di Matteo Messina Denaro. Non finiremo mai di indignarci!".

Nel caso in cui non lo conosceste, per farvi un quadro, seppur assai rapido, di chi sia Angela Manca, ci avvaliamo di alcuni stralci dell'inizio del libro del collega Lorenzo Baldo dal titolo "Suicidate Attilio Manca": "È il 12 febbraio 2004. A Viterbo, in un appartamento di via Monteverdi viene ritrovato il cadavere di Attilio Manca. Il corpo del giovane urologo di Barcellona Pozzo di Gotto (Me), che operava all'ospedale di Viterbo, è riverso trasversalmente sul piumone del letto, seminudo. Dal naso e dalla bocca è fuoriuscita un’ingente quantità di sangue che ha provocato una pozzanghera sul pavimento. Il volto di Attilio è stravolto: il setto nasale appare deviato, mentre sui suoi arti sono visibili macchie ematiche.
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A causarne la morte, come accertato dall’autopsia, l’effetto combinato di tre sostanze, presenti nel sangue e nelle urine di Attilio: alcolici, eroina e Diazepam (il principio attivo contenuto nel sedativo Tranquirit). Sul suo braccio sinistro i segni di due iniezioni. Per la Procura di Viterbo non c’è dubbio che si è trattato di un suicidio. Ma Attilio Manca è un mancino puro. Non ha alcun motivo per suicidarsi. E soprattutto dietro alla sua morte si intravede l'ombra di Cosa nostra. Il giovane urologo, specializzato nella tecnica laparoscopica, potrebbe aver assistito all’intervento alla prostata al quale nel 2003 era stato sottoposto Bernardo Provenzano in una clinica di Marsiglia, o quanto meno potrebbe averlo visitato prima o dopo l’intervento. Uccidendo il dottor Manca il boss di Corleone si sarebbe così liberato di un pericoloso testimone di quella trasferta".

Per molti la notizia dell'ennesima pizzeria che si diverte in questo modo potrebbe essere una sciocchezza, ma per chi da quasi vent'anni spende la sua vita con il solo obiettivo di avere giustizia per il proprio figlio, queste cose assumono un peso fortissimo. Ed è proprio la mancanza di rispetto per queste persone il problema vero, in secondo luogo ci sta l'immagine di tutta la Sicilia. Di tutti noi.

Il locale, come riporta il giornale TP24, si trova a Sanary Sur Mer, in Francia, a meno di 50 chilometri da Marsiglia e sulle pareti sono in bella mostre le immagini di storici mafiosi.

La pizza "dedicata" al super latitante mafioso di Castelvetrano è con pomodoro, mozzarella, Emmental, figatelli, brousse (un tipo di formaggio), cipolle caramellate, basilico fresco e origano e non mancano quelle con il nome di Luciano Liggio ma anche di gangster e malavitosi, rapinatori, e a questi si unicono quelli di personaggi conematografici come Don Vito Corleone.

Tra i primi piatti ce n’è uno dedicato a Stefano Bontate, a Riina e Provenzano sono dedicati gli aperitivi. Ma la scelta peggiore è stata quella di inserire nell’elenco di queste pizze anche quella “dedicata” al giudice Paolo Borsellino, per altro storpiando anche il nome in “Borsalino Paolo”, seguito da una parentesi in cui viene indicato “Juge Anti Mafia”.

Dopo la “Pizzeria Falcone e Borsellino” di Francoforte che aveva idignato anche l'ambasciata italiana, la "Mafia Pizza" di Hannover e diverse altre località estere, oltre marchio 100% made in Brazil che produce abbigliamento sportivo e costumi con il logo Labellamafia, adesso tocca a questa pizzeria che, forse per evitare di sollevare l'indignazione dei passanti e di finire su qualche giornale, ha scelto di non usare un nome che richiamasse l'attenzione preferendo invece i menù per dare libero sfogo a questa prassi odiosa.

Ma a guastare le feste sono ste le recensioni, tra cui quella di Karine, di origini siciliane, che diversamente da altre non hanno avuto il tempo di censurare: "Mi lascia l'amaro in bocca la scelta dei nomi delle pizze. Trovo privo di gusto l'associare il nome di personaggi cinematografici a persone persone realmente esistite (purtroppo) e che hanno scritto una pagina nera della storia italiana e, in mezzo a loro, ritrovare il nome, (scritto male) di chi ha dato la sua vita per combatterli".

Sarebbe ora di smetterla con tutto questo e, certamente, i primi a cambiare dovremmo essere proprio noi italiani, che troppo spesso ancora, attraverso le fictioni girate in Sicilia, non facciamo che parlare di mafia e di portare anche fuori quindi, questo continuo "legame", sicilia-mafia. Come se in questa terra non si potessero raccontare altre storie.
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