Sciopero generale, 15mila in piazza a Palermo: dalla scuola ai trasporti, città in tilt
Questa mattina (12 dicembre) Palermo si sveglia con lo sciopero generale proclamato dalla Cgil contro una manovra di bilancio ritenuta "ingiusta": ecco che sta succedendo
Corteo Cgil a Palermo (foto di Balarm)
«Siamo davanti a una crisi sociale che si sta alimentando- dichiara a Balarm il segretario generale della Cgil Sicilia Alfio Mannino -. C'è una forte perdita del potere d’acquisto dei salari, stipendi e pensioni, perché gli aumenti contrattuali difficilmente riescono a recuperare la inflazione che c’è stata nel 2022-2024.
C'è un'ampia fetta di popolazione che si impaurisce e le risposte del governo nazionale a questo sono del tutto inadeguate e aumentano le disuguaglianze sul lavoro - precisa il segretario generale -. Noi abbiamo il reddito lavoro che viene tassato dal 24 al 32 40 percento e le rendite finanziare e dei profitti hanno una tassazione inferiore. Noi rivendichiamo una riforma fiscale che sia a favore dei lavoratori».
Sono tante le regioni per cui è importante per i lavoratori e studenti scendere in piazza: «L’altro motivo che ci porta in piazza oggi riguarda la legge Fornero: era stata promessa l’abolizione di questa legge, che invece è stata peggiorata - prosegue Mannino -. Basti pensare alla cancellazione di opzione donne e la cancellazione delle quote 102 e 103: non erano sicuramente perfette ma almeno introducevano possibilità di uscita dal mondo nel lavoro.
C’è un tema che ci preoccupa di più: a partire dalla prospettiva della Sicilia e del Mezzogiorno, quando finirà il Pnrr saremo a terra. Infatti per il piano previsto per il 2026, non c’è neanche un euro nella voce di investimento. Cosa vuol dire questo? Che la parte più debole della popolazione e del mezzogiorno verrà messa ancora di più ai margini. Non investire vuol dire lasciare invariate le lacune e le disuguaglianze che ogni giorno si riscontrano nella sanità, nei trasporti e nell’istruzione».
Anche il diritto allo studio è un tema molto sentito e oltre alle ragioni nazionali, ci sono: «quelle "siciliane": in questi giorni è in discussione una legge finanziaria regionale. Il tema è che questa legge non risponde a nessuna delle esigenze della popolazione. Per esempio non si sta investendo adeguatamente sulla sanità o sul diritto allo studio.
Quest’ultima questione è particolarmente grave: in Sicilia continua ad esserci la figura dell’ “idoneo non assegnatario”. Noi avevamo indicato un investimento massiccio di 50 milioni di euro che però la regione ha negato. Non c’è quindi una risposta adeguata all’emergenza che vive la nostra regione, che vede migliaia di giovani andare via ogni anno. Non ci sono misure che mettano i giovani nella condizione di scegliere di restare, così come non ci sono misure adeguate a contrastare lo spopolamento delle aree interne, che si aggrava ogni anno.
Oggi scendiamo in piazza per ragioni sia generali che particolari che riguardano la nostra regione. Serve cambiare le politiche economiche della regione, per non lasciare nessuno indietro. Il mondo del lavoro oggi deve essere protagonista di una grande stagione di cambiamento, essenziale anche per ridefinire una nuova idea di società».
Attualmente il CUIR (Coordinamento Universitario in Rivolta), composto da professori, dottorandi e studenti, che già lo scorso anno ha creato diversi momenti di agitazione contro la riforma bernini e i tagli al FFO, si è appena staccato dal corteo per andare a Palazzo Steri. Il Coordinamento ha calato dalla sede del rettorato uno striscione che recita “Libera e Autonoma”, come protesta vedo la riforma della governance.
«Abbiamo deciso all’interno dello sciopero generale di occupare simbolicamente il rettorato - afferma il "Coordinamento Universitario in Rivolta" - calando uno striscione su due concetti chiave: libertà e autonomia, perché sentiamo in questa fase di fronte alla riforma del governo di ribadire l’autonomia dell’università dal controllo politico che questo governo sta cercando di attuare e la necessità di mantenere la didattica e la ricerca libere da qualsiasi forma di condizionamento esterno da parte del potere politico.
Abbiamo scelto il rettorato perché pensiamo che l’Università nel suo complesso sia troppo timida nella resistenza a questa riforma del governo, con questa azione auspichiamo e sollecitiamo un posizionamento chiaro e netto dell’Università di Palermo e della sua dirigenza».
|
Ti è piaciuto questo articolo?
Seguici anche sui social
Iscriviti alla newsletter
|
GLI ARTICOLI PIÚ LETTI
-
ITINERARI E LUOGHI
Non te l'aspetti (sicuro): c'è una siciliana tra le città italiane in cui ci si diverte di più
40.805 di Redazione -
ITINERARI E LUOGHI
Il nome ti inganna ma il suo mare è chiaro e limpido: la caletta che ti sorprende in Sicilia
25.775 di Salvatore Di Chiara -
ITINERARI E LUOGHI
In Sicilia c'è un tunnel che ti porta nel ventre della Terra: tra giochi di luce e scenari unici
23.279 di Federica Puglisi










Seguici su Facebook
Seguici su Instagram
Iscriviti al canale TikTok
Iscriviti al canale Whatsapp
Iscriviti al canale Telegram




