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Se sei schiettu sicuro non sei curnutu: santi e giornate mondiali, come festeggi in Sicilia

E a proposito di santi e zitelle come non citare San Onofrio Pilusu, tutt’amabile e amurusu. Bello, single e nemico della ceretta, dotato di un superpotere sempre utile

Gianluca Tantillo
Appassionato di etnografia e storia
  • 11 novembre 2025

Da quanto non condividi il letto con qualcuno che non sia il telecomando? Cupido ti ha bloccato su Whatapp? L’unica rimasta a scriverti le lettere è L’Agenzia delle Entrate? Hai messo la tua vita sentimentale in modalità risparmio energetico e non sai più toglierla? Senti il batticuore quando i messaggi cominciano per "Gentile Cliente?" Beh, e allora, che tu l’abbia scelto o no, sappi che appartieni alla categoria dei single e questa è la tua giornata mondiale.

Che poi, da quella del calzino spaiato a quella dell’aspé, altri cinque minuti e mi alzo, da quando è scoppiata la mania per le giornate mondiali non passa giorno che non sia dedicato ad una qualche improbabile categoria. Giusto, sbagliato? L’amico Franco Lannino direbbe: “Ergastolo!”. Ad ogni modo, anche se piano piano pure noi stiamo facendo permeare gli inglesismi, in Sicilia non sei single, sei "schiettu" o "schietta", il cui contrario è rappresentato da “‘nzitatu” o “maritato”, dipende dal grado di consumazione.

Tuttavia, questo rapporto dicotomico non si sofferma alle relazioni di coppia, anzi in origine veniva utilizzato diversamente. In realtà, infatti, questa parola sembra derivare da luoghi sconosciuti e remoti, lontani dal canto dell’uomo. Nello specifico, si pensa derivi dalla parola gotica "slaíhts", che sentita così sembra il nome di una malattia venerea del tempo e invece significa "semplice", "liscio".

Come però questa parola sia arrivata a noi è un mistero, anche perché compare per la prima volta in un testo del 1400 e, di contro, gli Ostrogoti (che comunque erano Emo, quindi poco propensi agli spostamenti e alla socializzazione) furono nella nostra isola quasi un migliaio di anni prima. Quindi, ricapitoliamo: liscio, semplice, puro, incontaminato, schietto, che da noi ha accezione soprattuto proiettata al culinario, come per esempio per il pani ca meusa, servito notoriamente nelle sue due versioni: schietta e maritata.

Certo, dobbiamo ammettere che noi siciliani abbiamo uno strano concetto di “semplice”, visto che proprio il pane con la meusa è composto da polmone, milza e scannaruzzato, alias caddicieddi (trachea tagliata fine fine a coriandoli, usata per conferire sostanza e fisicità al morso), il tutto cotto nella sugna, che viene altresì definito "complesso", quindi “maritato”, solo per l’aggiunta di formaggio o ricotta, come se tutto il resto ad alta digeribilità.

Terminato il convegno sull’epica dello scannaruzzato, procediamo invece ad analizzare, l’attra accezione di “schietto”, ovvero quella di scapolo, di single. E già, perché mentre la parola “Slaíhts” mantiene anche nell’italiano “schietto” la medesima significazione, legata allo spontaneo, franco, diretto, genuino, cambia totalmente quando nel siciliano viene traslato nella sfera amorosa.

Schietto da noi è un picciotto che non ha trovato l’amore, la compagna, che è rimasto solo -forse- o predilige uno stile di vita farfallino prendendo il polline ora da quel fiore, ora da quell’altro. Vissuto totalmente in maniera opposta, invece, dalle donne, condannate alla condizione di “zitella” se restano per troppo single, e. al contrario, a quella ancor peggiore di “farfallina” in senso dispregiativo, inquisitoriale, accusatorio, sessista, che ancora nel 2025 continua indegnamente a sopravvivere.

Tuttavia, dobbiamo domandarci se il singolismo, desessualizzato, nella sua forma più forma più generale e pura, più schietta, che sia voluto o no, sia, ordunque, cosa positiva o negativa? Anche questo è un dilemma antico quanto la camminata a piedi. Diversi i pareri, anche tra i più illustri, i più sommi. La scrittrice Sue Grafton disse: "adoro essere single, è quasi come essere ricchi". Erri De Luca la pensa diversamente: “Com’è importante stare a due per questa città. Chi sta solo è meno di uno”. San Girolamo invece deve essersi fatto frate dopo una zita terribile: “chi vive senza discussioni è uno scapolo".

E a proposito di santi e zitelle come non citare il nostrano San Onofrio Pilusu, tutt’amabile e amurusu. Bello, single e nemico della ceretta, dotato di un superpotere utile quanto necessario, quello di trovare marito alle donne rimaste zitelle. E, se qualche zitella oggi come nel passato è statuo arduo trovare compagno, sicuramente non lo è stato per quelle che invece tenevano e tengono li sordi, e su chi abbiamo fatto una delle canzoni più famose della nostra canzone popolare: “quanto è laria la me zita, tutta fraricia e purrita; ma in compenso avi li sordi ca cummogghiano tutti l’imbrogghi”.

Comunque, per concludere, oggi oltre ad essere la giornata mondiale dei single, è anche San Martino, notoriamente detta anche festa dei cornuti. La buona notizia è che, se siete single non potete essere cornuti (o siete single proprio perché siete cornuti e lo avete scoperto), quindi è un ottimo motivo per uscire di casa e godersi la giornata.

Magari dividendo un biscotto di San Martino con la prima/o che capita e fare i single al 50%. Diversamente, se state bene così e non gradite intrusioni, restate a casa che tanto chi fa da sé è single.
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