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Selima Giuliano e la forte vocazione alla tutela del territorio: la neo Soprintendente si racconta

Da tempo il suo impegno è rivolto all'affermazione della legalità e alla tutela e alla valorizzazione del patrimonio. La nuova soprintendente subentra a Lina Bellanca

  • 21 gennaio 2021

Selima Giuliano - soprintendente ai Beni culturali e ambientali

Selima Giuliano è la più giovane soprintendente appena approdata ai Beni culturali e ambientali di Palermo, ruolo ottenuto con la designazione del dirigente generale del dipartimento dei Beni culturali, Sergio Alessandro.

“Raccolgo un testimone molto impegnativo - ci ha detto la neo soprintendente - Il lavoro svolto da chi mi ha preceduto (la Giuliano prende il posto di Lina Bellanca, andata in pensione ad inizio gennaio 2021 - ndr) è stato fruttuoso e altamente professionale, ci tengo a sottolinearlo.

Io sono un’etno antropologa, con forte vocazione alla tutela del territorio, e spenderò al meglio le mie capacità e le mie risorse in questo nuovo e importante incarico».

Selima Giuliano, figlia del commissario di polizia Boris Giuliano, ucciso dalla mafia nel luglio del 1979, è stata precedentemente a capo del Centro regionale del catalogo e della documentazione.

Tra gli altri incarichi è stata responsabile, anche, della Sezione per la tutela e la valorizzazione dei beni demo-etno-antropologici della Soprintendenza di Ragusa e successivamente, fino al 2016, responsabile delle strutture produttive e di archeologia industriale della Soprintendenza di Palermo.
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«Chiesi io di essere trasferita a Ragusa all’inizio della mia carriera; qui ho trovato una realtà molto bella, accogliente e produttiva. Già lì ho capito che i Beni culturali sarebbero stati l’ambito in cui poter spendere il mio contributo, incidendo sul territorio per il beneficio di tutti i cittadini.

In questi primi giorni sto prendendo in mano le pratiche già avviate e che il Covid ha, suo malgrado, rallentato.

Lavoro da fare ce n’è tanto e non perché sia stato trascurato fino ad ora, gli uffici della Soprintendenza sono sempre stati occupati da grandi professionisti motivati e appassionati, ma perché il patrimonio da rivalutare è di grande portata.

L’impegno che mi pongo è certamente quello di cercare di dare risposte concrete, con le azioni, in primis ai cittadini; credo, inoltre, che sia indispensabile, trovandoci nell’era del digitale, avviare un processo di rinnovamento, e conseguente snellimento, della macchina burocratica.

Mi riferisco alla mole di documentazione cartacea che fino ad oggi è stato necessario produrre. Va da sé che questo è un lavoro da fare in sinergia con le altre autorità competenti del territorio chiamati in causa nel lavoro di salvaguardia dei Beni culturali e ambientali.

In quest’ottica ho già iniziato questa fase di avvio che coinvolgerà, ovviamente, tutti i comuni dell’Isola. Mi metterò d’impegno in quest’ottica, rispettando tutte le norme di legge del settore, coinvolgendo anche il più piccolo ufficio di competenza».

La “gavetta” di Selima Giuliano nell’ambito della tutela del patrimonio culturale ha da tempo assunto più di una direzione.

In Sicilia, infatti, bisogna continuare ad “educare alla bellezza” che poi porta al rispetto del prossimo, dei beni comuni e all’affermazione della legalità.

L’impegno della Giuliano, infatti, da tempo è affermato attraverso il costante monito della legalità: da questo presupposto sono partite le iniziative legate alla dichiarazione di interesse culturale del casolare dove è stato ucciso Peppino Impastato, della Casa Memoria dello stesso Impastato, della Casa Memoria di Pino Puglisi e dell’Albero Falcone, luoghi simbolo di valori fondamentali per l’intera comunità siciliana, e non solo.

«L’importanza storica e sociale per la comunità del recupero di questi edifici, che non sono beni culturali in sé, sono a mio avviso un valore aggiunto da schierare il prima fila».

In precedenza, la Giuliano ha seguito, inoltre, i lavori di restauro del Villino Favaloro, presto destinato ad essere Museo regionale della fotografia e, di recente, ha ricevuto un encomio da parte del dirigente generale Sergio Alessandro, per la “professionalità, dedizione e passione, in una situazione sociale così straordinaria da non avere precedenti” con cui ha realizzato, nei locali di un bene confiscato alla mafia, l’Info point dei Beni Culturali Siciliani.
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