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Tra fede cattolica e rito magico: la storia delle palme nella Domenica delle Palme

Le foglie di palma (o di altri arbusti) intrecciati per la questaDomenica assumono un valore magico-religioso e si conservano tutto l'anno per preservare da disgrazie

  • 14 aprile 2019

Papa Francesco

Come scrisse lo scrittore Gesualdo Bufalino "a Pasqua ogni siciliano si sente non solo spettatore ma attore, prima dolente, poi esultante, d’un mistero che è la sua stessa esistenza".

Per i palermitani, la Settimana Santa rappresenta il culmine della loro fede cattolica, dove tutto è concentrato sulla rievocazione della Passione di Gesù.

I riti che da questo giorno si susseguono, rappresentano una complessità di contenuti e simbologie dovuti ai numerosi influssi, soprattutto della cultura spagnola, dominante tra il XVI e XVII secolo ed ai temi teologici della religiosità controriformista.

La processione della Domenica delle Palme, si svolge con particolare enfasi, con rievocazioni figurate, eredi di tradizioni di teatro religioso tardomedievali.

Durante la processione, in quasi tutti i paesi della Sicilia, si utilizzano i ramoscelli di ulivo e anche foglie di palma, artisticamente intrecciate in forme tradizionali, che vengono portate in processione, generalmente da fanciulli.
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Praticamente solo a tale scopo venivano coltivate, in un luogo assolato e protetto alcuni esemplari di palma da dattero o altre varietà che in Sicilia non hanno mai fruttificato.

Ugualmente utilizzate, soprattutto in passato, erano le fronde di alberi sempreverdi come l'alloro. Tali fronde assumono un valore magico-religioso e vengono conservate tutto l'anno per preservare dai rischi di malattie e disgrazie.

Le palmette, artisticamente lavorate ed intrecciate a mano ed i rami d’ulivo, dopo che saranno benedette vengono portati a casa e posati sul capezzale del letto in segno di fede e d’augurio. L’usanza di intrecciare le palme è molto antica, viene tramandata a padre in figlio e tali intrecci rappresentavano delle "figure".

Quelle che noi oggi vediamo sono, per motivi pratici, proposte nelle forme più semplici. Anticamente i cosiddetti Palmari (costruttori di Palme) si occupavano anche di scegliere il tipo di foglie di palma più adatto all’esecuzione dell’intreccio.

Le varie figure sono i "panareddi", "trizza a spica", "trizza a cannizzu", "trizza a crocciala" o "vureddu du lupu": le palmette vengono oggi decorate con nastri colorati.

Il giorno della Domenica delle Palme, i venditori di palme si trovano solitamente davanti o nei pressi delle chiese. I venditori più anziani si differenziano da quelli più giovani perché invogliano il cliente abbannìando (declamare la merce): "Quattru soldi ‘na parma! Accattativi ‘a parma!" (Quattro soldi una palma! Comprate una palma!). Ultimi sprazzi di un tempo passato.
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