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Tutta colpa del pangolino? Secondo uno studio è l'animale responsabile del contagio

Secondo uno studio pubblicato dalla rivista Nature, a traghettare il contagio del Coronavirus all'uomo sarebbe stato l’animale selvatico più trafficato al mondo

  • 27 marzo 2020

Un pangolino

Da tanti mesi ormai il mondo si trova a combattere contro un nemico di cui non si conosce ancora l’itero curriculum patogeno. Se ne conoscono i sintomi e le conseguenze sul corpo umano, ma non si conosce ancora il volto del vero organismo colpevole della trasmissione del virus all’uomo, anche se secondo la tesi maggioritaria il Covid-19 sarebbe passato all’uomo attraverso i pipistrelli.

Quello che si da per certo però è che il Sars-Cov-2 si è addentrato nell’ecosistema umano passando attraverso l’ecosistema animale: diversi scienziati infatti hanno sostenuto che la diffusione del coronavirus sull’organismo umano sarebbe il risultato del fenomeno di “Spillover”, termine che indica quel momento in cui un virus passa dal suo “ospite” animale all’”ospite” umano, determinando così il primo ospite umano in assoluto quello che è stato chiamato “paziente zero”.

Del fenomeno si è occupato anche questo libro ormai diventato di culto.
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A cercare di ricostruire la corretta identità dell’ospite intermedio, che ha innescato il click di contagio all’uomo, si è fatto avanti un nuovo studio pubblicato dalla rivista Nature secondo cui a traghettare il contagio dai pipistrelli sarebbe stata la specie dei pangolini (o mangiatore di formiche), l’animale selvatico dal prezioso manto squamoso più trafficato al mondo nel contrabbando illegale.

Secondo gli scienziati, in particolare, sono stati individuati nei pangolini dei patogeni vicini e molto simili al Sars-Cov-2 il che fa supporre che questi buffi mammiferi siano l’ospite d’origine della trasmissione della zoonosi provocata dal Covid-19, così chiamato il processo di contagio di una malattia infettiva animale-uomo.

Nello studio pubblicato dai ricercatori infatti si legge che: «Lo scoppio in corso di polmonite virale in Cina, e oltre, è associato a un nuovo coronavirus, Sars-Cov-2. Questo focolaio è stato provvisoriamente associato a un mercato del pesce a Wuhan, in Cina, dove la vendita di animali selvatici potrebbe essere la fonte di infezione zoonotica. Sebbene i pipistrelli siano probabilmente ospiti del serbatoio per Sars-Cov-2, l'identità di qualsiasi ospite intermedio che potrebbe aver facilitato il trasferimento verso l'uomo non è nota».

E ancora, scrive Nature: «Segnaliamo l'identificazione di coronavirus correlati alla Sars-Cov-2 nei pangolini malesi sequestrati in operazioni anti-contrabbando nella Cina meridionale. Il sequenziamento metagenomico ha identificato i coronavirus associati alla pangolina che appartengono a due sotto-lignaggi di coronavirus correlati a Sars-Cov-2, incluso uno che mostra una forte somiglianza con Sars-Cov-2 nel dominio di legame del recettore.

La scoperta di molteplici lignaggi di coronavirus del pangolino e la loro somiglianza con Sars-Cov-2 suggerisce che i pangolini dovrebbero essere considerati come possibili ospiti nell'emergere di nuovi coronavirus e dovrebbero essere rimossi dai mercati umidi per prevenire la trasmissione zoonotica».

Il pangolino (o Manis javanica) è il più primitivo dei mammiferi cinesi e, sebbene sia completamente protetto dalla legge nella colonia e nell'isola di Hong Kong, la domanda per la sua carcassa è elevatissima in quanto, oltre ad essere mangiato, c’è una credenza secondo cui le squame di questo animale abbiano un valore medicinale.
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