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Un artista puro dalla vena satirica: Gianni Li Muli, il palermitano da non dimenticare

Un uomo elettico che tra gli anni '50 e '90 rappresentò la punta di diamante, a livello nazionale, della comunicazione firmando anche importanti campagne pubblicitarie

  • 3 aprile 2021

Il creativo Gianni Li Muli

Ci sono figure che hanno fatto la storia culturale di Palermo e che, purtroppo, rischiano di essere sconosciute alle nuove generazioni dalle quali, tutt’oggi, potrebbero giungere insegnamenti importanti.

Esempio ne è Gianni Li Muli, artista a tutto tondo, scomparso il 6 dicembre del 2008 e che quest’anno avrebbe compiuto 90 anni.

«Il mio dovere di figlio - ci ha detto Danilo Li Muli - come comunicatore quale sono anche io, nell’ambito delle mie possibilità, è quello di far conoscere soprattutto ai giovani, nell’ambito delle arti e della creatività, i traguardi importanti che mio padre ha raggiunto nella sua intensa e ricca carriera e che, oggi, rischiano di cadere nell’oblio».

Prima di elencare le numerose declinazioni in cui Li Muli è sempre spiccato è doveroso fare un passo indietro, perché un vero talento si individua sin dall’infanzia.

Classe 1931, nato nel quartiere della Vucciria, Gianni Li Muli da subito ha dimostrato una particolare curiosità e un’eccellente predisposizione alla grafica.
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Molti ricordano, infatti, i “pizzini” che lui stesso realizzava nella bottega di pasta fresca e legumi del nonno, con schizzi d’artista in erba che riportavano prezzi e nome delle mercanzie.

«In breve tempo - ci ha detto Danilo - molte delle botteghe intorno vollero realizzati quei bigliettini che erano, in fin dei conti, la testimonianza del futuro di mio padre».

Artista a 360 gradi, uomo eclettico che, come dicevamo spinto dalla curiosità, non si fermò mai ad un solo ambito ma, dopo averlo padroneggiato, passava ad altro con l’entusiasmo di ricominciare.

Studiò all’Accademia di Firenze e da lì scoprì il teatro, la televisione, il canto e fu anche un prestigiatore.

Tra gli anni ’50 e ’90 rappresentò la punta di diamante, a livello nazionale, della comunicazione, firmando tra l’altro, anche importantissime campagne pubblicitarie.

Artista dalla spiccata vena satirica, caricaturista o, meglio ancora, “scaricaturista” di lui si accorsero grandi nomi come Bruno Munari, per citarne uno, colpito dal genio artistico di Li Muli che, a detta di molti, se fosse nato e vissuto a New York sarebbe stato un altro Picasso.

Munari scrisse del suo tratto: «Una sintesi ottenuta con pochi tratti essenziali ed eleganti, spogliando ogni figura e ogni volto del superfluo, per regalarci una galleria popolata da miti amatissimi come Charlie Chaplin, Totò, Marilyn Monroe, Winston Churchill e Federico Fellini, portando uno stile unico nel genere della caricatura, “elevandola a forma d’arte”».

«L’eredità di un padre così eccezionale è certamente una valigia pesante ma al tempo stesso una fiamma che, a mio avviso, deve essere mantenuta viva perché era quello che si definisce un artista puro, oggi artisti così sono figure rarissime.

Nonostante i tanti riconoscimenti e i successi a livello internazionale ha condotto una vita da francescano con mia madre, Adele, mio fratello Ivan e i loro gatti.

Ricordare tutte le tappe importanti raggiunte da mio padre nella sua lunga attività è veramente difficile; su di lui sono state scritte anche delle tesi universitarie che ripercorrono i momenti più alti.

Tra i tanti ricordi mi viene in mente la testata umoristica che mise in piedi tra gli anni ’70 e ’80 intitolata “Il Pettegolo” che ebbe un grande riscontro.

Prima della sua scomparsa gli è stata dedicata una grande mostra a Palazzo Reale a Palermo che richiamò l’attenzione degli addetti ai lavori ma dopo la sua morte, negli anni, la sua figura non è mai stata rivalutata.

Una cosa che mi duole molto è l’assenza di qualunque riconoscimento da parte dell’Accademia di Belle Arti di Palermo; tutti sanno il grande contributo che papà ha dato alle nuove generazioni ed è per questo che la sua memoria non deve andare perduta.

In quest’ottica mi sono anche battuto molto affinché gli venisse intitolata una via e alla fine ci sono riuscito; adesso esiste Largo Gianni Li Muli, nei pressi della Zona Industriale di Brancaccio.

A causa della pandemia non abbiamo potuto fare un’inaugurazione in piena regola ma, appena possibile, rimedieremo coinvolgendo soprattutto i giovani, il futuro di tutti noi».

Tra i tanti riconoscimenti ottenuti da Gianni Li Muli ricordiamo: il premio dell’Azienda Monopolio Banane del 1948; le 2 Palme d’Oro a Bordighera; il premio del Presidente del Senato della Repubblica nel 1996 e il Premio Telamone nel 2006.

Le sue opere sono presenti in prestigiosi musei di tutto il mondo (Museo Internazionale della Caricatura di Tolentino, Sorbona di Parigi, Biennale di Venezia, Centro Sperimentale di Cinematografia) e in autorevoli collezioni pubbliche e private, mentre l’International Institute Caricature Arts ha richiesto, in passato, le "satirografie" per una mostra al Moma di New York.
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