CINEMA E TV
Un borgo in Sicilia set del sogno di Papa Francesco: così Scorsese racconta l'Isola
Il progetto accende una nuova luce: sul patrimonio culturale, sulle relazioni intergenerazionali, sull’immagine internazionale del paese. L'intervista al sindaco

Polizzi Generosa
Polizzi Generosa si trasforma in un set cinematografico a cielo aperto. Non per un film qualsiasi, ma per un progetto dal respiro planetario: “Aldeas, A New Story”, voluto da Papa Francesco, diretto da Martin Scorsese e prodotto da Scholas Occurrentes.
Polizzi è stata scelta come rappresentante dell’Europa all’interno di un documentario che toccherà cinque comunità nei cinque continenti. E sarà protagonista con la sua voce, la sua storia, la sua gente.
Un sogno che parte da lontano. Quando, nell’ottobre 2024, Martin Scorsese è giunto a Polizzi per ricevere la cittadinanza onoraria, la sua visita non è apparsa come un semplice omaggio.
Alle spalle c’era un progetto potente: portare il linguaggio poetico del cinema nel cuore delle comunità, e restituire ai piccoli centri una dignità narrativa, collettiva e partecipata.
«La visita di Scorsese aveva un senso profondo – spiega il sindaco di Polizzi Generosa Gandolfo Librizzi – legato alla visione di Papa Francesco. Un cinema che non osserva dall’esterno, ma che nasce dall’interno delle comunità, ascoltandone le voci».
Le riprese a Polizzi fanno seguito al primo ciak girato nell’Isola indonesiana di Lombok, durante il viaggio del pontefice nel settembre 2024. È in quel contesto che è nata l’idea di un racconto globale e corale, capace di attraversare lingue e culture, unendo spiritualità, cinema e partecipazione popolare.
Durante questa settimana Polizzi diventa laboratorio di racconto condiviso: saranno coinvolti anziani, giovani, bambini. Un invito aperto alla cittadinanza per essere parte attiva della narrazione.
Il tutto culminerà la sera di domenica 22 giugno con una festa in piazza Barone Carpinello, dove verranno proiettate alcune scene girate in settimana e si ascolteranno le testimonianze dei protagonisti.
A seguire, un momento conviviale pensato come gesto simbolico di fraternità: la “minestra della carità” preparata dallo chef internazionale Rosario Matina con la collaborazione di Luca Dolce.
«Quello che stiamo vivendo è molto più di un set – continua il sindaco – è un processo comunitario. Per una settimana intera la nostra identità si racconterà attraverso le immagini e le emozioni, e questa memoria entrerà a far parte della storia del cinema grazie alla firma di Martin Scorsese».
L’iniziativa, oltre ad avere un forte valore simbolico e spirituale, assume anche un’importanza strategica per il rilancio delle aree interne. Polizzi, come molti altri borghi italiani, affronta il problema dello spopolamento e dell’invecchiamento della popolazione.
Questo progetto, invece, sembra accendere una nuova luce: sul patrimonio culturale, sulle relazioni intergenerazionali, sull’immagine internazionale del paese.
«Crediamo che il cinema, in questo caso, non sia solo arte o comunicazione – conclude il sindaco – ma un ponte. Un ponte tra la nostra storia e il mondo, tra le nuove generazioni e quelle che hanno fatto Polizzi, tra spiritualità e futuro. È una responsabilità, ma anche una grande gioia».
A ottobre 2025, infine, il film sarà presentato ufficialmente, con le immagini girate nelle diverse comunità e le ultime parole registrate di papa Francesco, in un documentario destinato a toccare il cuore del pubblico globale.
A Polizzi, il cuore batte già. Ma la magia vera di questo set non è solo nella regia d’autore o nella produzione internazionale, bensì nella partecipazione collettiva.
L’invito diffuso a tutta la cittadinanza – come testimoniano gli annunci e le immagini diffuse sui social – non è una semplice chiamata alle comparse, ma un appello autentico alla memoria viva di un territorio. Il 17 giugno alle 9.30, le porte dell’Auditorium comunale di Piazza San Francesco si sono aperte a chiunque.
Anziani e bambini, madri, padri, ragazzi e artigiani: ognuno può diventare volto, voce, simbolo di una storia più grande. La foto di papa Francesco con il ciak in mano – emblematica, semplice, potente – incarna il senso profondo di quest’opera: un cinema che benedice la vita reale, che accoglie i volti e i silenzi, le fatiche e le speranze delle persone comuni.
Non si tratta di rappresentare la perfezione, ma la verità. E in questo, la Sicilia, con la sua forza antica e la sua malinconia luminosa, ha molto da insegnare. Polizzi Generosa non è nuova alla cultura: terra di memoria e di pensiero, patria del filosofo Giovanni Battista Caruso, crocevia di arte barocca e natura selvaggia, borgo incastonato tra i monti delle Madonie, ha sempre custodito un’anima profonda e silenziosa.
Ma, ora, grazie a questo progetto, quella voce si farà immagine e racconto condiviso.
Il cinema di Scorsese, da sempre attento ai margini e alle dinamiche umane, incontra l’umanesimo di Papa Francesco in un’opera che aspira a essere più di un film: una testimonianza. In un’epoca in cui le periferie vengono spesso dimenticate, «Aldeas» ridisegna le mappe del mondo, restituendo centralità ai luoghi dell’anima.
E forse è proprio questo il dono più grande che Polizzi può offrire: non solo la bellezza dei suoi scorci, ma la dignità della sua gente. Gente che non recita, ma vive. Che non interpreta un ruolo, ma semplicemente si racconta.
In un tempo frammentato, questo progetto cinematografico ci ricorda che esiste ancora una possibilità di comunione. Che un piccolo borgo siciliano può parlare al mondo. E che, come scrisse Sciascia, «il futuro ha un cuore antico».
Polizzi è stata scelta come rappresentante dell’Europa all’interno di un documentario che toccherà cinque comunità nei cinque continenti. E sarà protagonista con la sua voce, la sua storia, la sua gente.
Un sogno che parte da lontano. Quando, nell’ottobre 2024, Martin Scorsese è giunto a Polizzi per ricevere la cittadinanza onoraria, la sua visita non è apparsa come un semplice omaggio.
Alle spalle c’era un progetto potente: portare il linguaggio poetico del cinema nel cuore delle comunità, e restituire ai piccoli centri una dignità narrativa, collettiva e partecipata.
«La visita di Scorsese aveva un senso profondo – spiega il sindaco di Polizzi Generosa Gandolfo Librizzi – legato alla visione di Papa Francesco. Un cinema che non osserva dall’esterno, ma che nasce dall’interno delle comunità, ascoltandone le voci».
Le riprese a Polizzi fanno seguito al primo ciak girato nell’Isola indonesiana di Lombok, durante il viaggio del pontefice nel settembre 2024. È in quel contesto che è nata l’idea di un racconto globale e corale, capace di attraversare lingue e culture, unendo spiritualità, cinema e partecipazione popolare.
Durante questa settimana Polizzi diventa laboratorio di racconto condiviso: saranno coinvolti anziani, giovani, bambini. Un invito aperto alla cittadinanza per essere parte attiva della narrazione.
Il tutto culminerà la sera di domenica 22 giugno con una festa in piazza Barone Carpinello, dove verranno proiettate alcune scene girate in settimana e si ascolteranno le testimonianze dei protagonisti.
A seguire, un momento conviviale pensato come gesto simbolico di fraternità: la “minestra della carità” preparata dallo chef internazionale Rosario Matina con la collaborazione di Luca Dolce.
«Quello che stiamo vivendo è molto più di un set – continua il sindaco – è un processo comunitario. Per una settimana intera la nostra identità si racconterà attraverso le immagini e le emozioni, e questa memoria entrerà a far parte della storia del cinema grazie alla firma di Martin Scorsese».
L’iniziativa, oltre ad avere un forte valore simbolico e spirituale, assume anche un’importanza strategica per il rilancio delle aree interne. Polizzi, come molti altri borghi italiani, affronta il problema dello spopolamento e dell’invecchiamento della popolazione.
Questo progetto, invece, sembra accendere una nuova luce: sul patrimonio culturale, sulle relazioni intergenerazionali, sull’immagine internazionale del paese.
«Crediamo che il cinema, in questo caso, non sia solo arte o comunicazione – conclude il sindaco – ma un ponte. Un ponte tra la nostra storia e il mondo, tra le nuove generazioni e quelle che hanno fatto Polizzi, tra spiritualità e futuro. È una responsabilità, ma anche una grande gioia».
A ottobre 2025, infine, il film sarà presentato ufficialmente, con le immagini girate nelle diverse comunità e le ultime parole registrate di papa Francesco, in un documentario destinato a toccare il cuore del pubblico globale.
A Polizzi, il cuore batte già. Ma la magia vera di questo set non è solo nella regia d’autore o nella produzione internazionale, bensì nella partecipazione collettiva.
L’invito diffuso a tutta la cittadinanza – come testimoniano gli annunci e le immagini diffuse sui social – non è una semplice chiamata alle comparse, ma un appello autentico alla memoria viva di un territorio. Il 17 giugno alle 9.30, le porte dell’Auditorium comunale di Piazza San Francesco si sono aperte a chiunque.
Anziani e bambini, madri, padri, ragazzi e artigiani: ognuno può diventare volto, voce, simbolo di una storia più grande. La foto di papa Francesco con il ciak in mano – emblematica, semplice, potente – incarna il senso profondo di quest’opera: un cinema che benedice la vita reale, che accoglie i volti e i silenzi, le fatiche e le speranze delle persone comuni.
Non si tratta di rappresentare la perfezione, ma la verità. E in questo, la Sicilia, con la sua forza antica e la sua malinconia luminosa, ha molto da insegnare. Polizzi Generosa non è nuova alla cultura: terra di memoria e di pensiero, patria del filosofo Giovanni Battista Caruso, crocevia di arte barocca e natura selvaggia, borgo incastonato tra i monti delle Madonie, ha sempre custodito un’anima profonda e silenziosa.
Ma, ora, grazie a questo progetto, quella voce si farà immagine e racconto condiviso.
Il cinema di Scorsese, da sempre attento ai margini e alle dinamiche umane, incontra l’umanesimo di Papa Francesco in un’opera che aspira a essere più di un film: una testimonianza. In un’epoca in cui le periferie vengono spesso dimenticate, «Aldeas» ridisegna le mappe del mondo, restituendo centralità ai luoghi dell’anima.
E forse è proprio questo il dono più grande che Polizzi può offrire: non solo la bellezza dei suoi scorci, ma la dignità della sua gente. Gente che non recita, ma vive. Che non interpreta un ruolo, ma semplicemente si racconta.
In un tempo frammentato, questo progetto cinematografico ci ricorda che esiste ancora una possibilità di comunione. Che un piccolo borgo siciliano può parlare al mondo. E che, come scrisse Sciascia, «il futuro ha un cuore antico».
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