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Un canyon (verde) che attraversa la città: paesaggi inattesi della vallata in Sicilia

Custode di memorie millenarie nasce come una profonda incisione calcarea generata dall’azione del torrente. Un'oasi di silenzio tra grotte, anfratti, ripari naturali

Federica Puglisi
Giornalista
  • 24 novembre 2025

La Vallata di Santa Domenica

È il Central Park della città, un luogo che unisce la bellezza della natura alla storia antica del territorio. A pochi passi dal tessuto urbano di Ragusa si apre un luogo sospeso nel tempo: la Vallata Santa Domenica, un canyon verde che attraversa la città, custode di memorie millenarie e paesaggi inattesi. Per molti ragusani è un’oasi di silenzio e natura sotto casa; per i visitatori, una scoperta sorprendente nel cuore del Val di Noto. Solcata dai tre ponti cittadini, collega con una reggia trazzera la parte moderna di Ragusa al suo centro storico, Ibla, attraverso un percorso che comprende resti di antichi mulini, una Chiesa di interesse storico ed una necropoli del VII sec. a.C. .

Di recente sono stati avviati i lavori, finanziati con fondi del Pnrr, per la bonifica e la naturalizzazione dell’area, la pulitura dei terrazzamenti, la rimessa a dimora della vegetazione. L’obiettivo dunque è di restituire, ormai a breve, questo parco urbano alla cittadinanza per goderne in pieno delle sue meraviglie. Censita tra i luoghi del cuore del Fai, il Fondo ambiente italiano, questa vallata è tutta da scoprire. Nasce come una profonda incisione calcarea generata dall’azione del torrente Santa Domenica.

Prima ancora della fondazione medievale e barocca di Ragusa, questo luogo pare che ospitasse insediamenti umani che sfruttavano la conformazione del territorio per abitare, difendersi, coltivare. L’ambiente rupestre, caratterizzato da grotte, anfratti, ripari naturali, ha favorito una continuità di vita che attraversa epoche lontanissime tra loro. Nel Medioevo la vallata fu zona di transito e di collegamento tra Ragusa superiore e l’antico nucleo di Ragusa Ibla.

Documenti storici testimoniano che mulini ad acqua, terrazzamenti agricoli e piccoli opifici costituivano un’economia viva attorno al corso del torrente. La vegetazione alimentata da sorgenti rendeva questo luogo un polmone verde già in epoca normanna e sveva. Ciò che più colpisce di questa vallata è la presenza di reperti archeologici, testimonianza della sua storia antica.

L’area ospita numerose tombe a grotticella artificiale, tipiche dell’età del Bronzo, scavate nelle pareti rocciose secondo il modello funerario delle culture preelleniche che abitarono la Sicilia orientale. Accanto alle tombe preistoriche si conservano ambienti rupestri medievali. L’eredità bizantina e altomedievale si manifesta nella struttura delle grotte, in alcuni casi dotate di nicchie, sedili ricavati nella roccia e sistemi per la raccolta dell’acqua. Oltre alla storia, la vallata è una riserva di biodiversità, quindi luogo ideale per immergersi nella natura.

Il microclima umido favorisce la crescita di specie arboree e arbustive come pioppi, salici, carrubi e querce. La presenza di acqua attira fauna selvatica e numerosi uccelli migratori. È un vero e proprio corridoio ecologico, che riesce a sopravvivere nonostante il tessuto urbano. Oggi la Vallata Santa Domenica è facilmente raggiungibile dal centro di Ragusa, con diversi accessi che permettono di scendere all’interno e percorrerlo a piedi. I sentieri, in parte recuperati negli ultimi anni, accompagnano il visitatore tra scorci naturali, pareti rocciose e tracce archeologiche. È possibile visitarla in autonomia seguendo i percorsi principali, ma sono sempre più diffuse visite guidate organizzate da associazioni locali che permettono di comprenderne la storia.

Il periodo migliore per visitarla va dalla primavera all’autunno, quando la vallata si presenta nel massimo splendore verde e l’acqua del torrente scorre più abbondante. La sua valorizzazione, negli ultimi anni, ha riportato l’attenzione su un patrimonio fragile ma ricchissimo, che merita tutela e fruizione consapevole. Visitare questa vallata significa immergersi in una Ragusa diversa da quella barocca e monumentale: una città più antica, scavata nella roccia, viva nei secoli, ancora oggi pulsante e ricca di testimonianze antiche.
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