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Un gioiello raro ma purtroppo abbandonato: le sorti di una villa del Settecento a Palermo

L'immobile risale al Settecento e si trova nella Piana dei Colli: ha vissuto varie vicissitudini legate all'aristocrazia ma oggi la stiamo perdendo a causa del degrado

  • 9 marzo 2020

Villa Rossi a Tommaso Natale (foto di Giuseppe Mazzola)

La borgata di Tommaso Natale è inserita nel contesto territoriale della cosiddetta "Piana dei Colli", insieme a San Lorenzo Colli, Resuttana, Pallavicino e Partanna Mondello; in origine aree destinate prevalentemente ad uso agricolo.

In seguito, specialmente nel Settecento, la Piana dei Colli divenne la meta privilegiata per l'edificazione di residenze aristocratiche di villeggiatura (ne abbiamo parlato qui).

Oggi ci soffermeremo su una villa abbandonata a Tommaso Natale: Villa Rossi. Attualmente ne rimangono i ruderi, ma la sua storia affonda le radici nel 1712, quando il negoziante Tommaso Natale (avo dell'omonimo marchese di Monterosato, dal quale poi la borgata prese il nome) acquistò una tenuta in queste zone, all'epoca soprattutto coltivate a vigneti.

L'anno successivo egli concesse uno dei suoi fondi alla principessa della Catena Anna Maria Reggio e Statella. Nel 1717, tramite gli eredi della principessa, il fondo passò nelle mani di Giuseppe Naselli marchese di Flores, il quale vi fabbricò una casena dotata di cortile e di costruzioni secondarie adibite alla servitù.
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Poi, nel 1724, Diego Naselli Flores decise di vendere la proprietà al viceconsole di Francia in Palermo, Giovanni Antonio Figà. Questi vi fece edificare una chiesa intitolata a San Ludovico (S. Luigi IX re di Francia), la cui benedizione si celebrò il 2 ottobre 1729.

A parte la devozione al Santo del nuovo proprietario, è il caso di sottolineare il culto, qui a Palermo, del patrono dell'Ordine secolare francescano San Ludovico. Questo santo francese, nato nel 1214, fu educato dalla pia madre Bianca di Castiglia e divenne re a soli 12 anni. Dedicò la sua vita lavorando per il Regno di Dio, diffondendo il Vangelo nel rispetto dei diritti umani e nello sviluppo dei beni spirituali. Fondò la Sorbona e il suo governo fu sempre aderente ai principi della pietà e della giustizia.

Prese parte alle Crociate in Terrasanta; ma nel 1270, mentre era a Tunisi, una terribile pestilenza lo colpì insieme a gran parte del suo esercito. Morì il 25 agosto ed i suoi resti furono portati nel Duomo di Monreale, in cui ancora si conservano. Verso il 1750 Simone Rossi acquisì il complesso della villa, che poi passò ad Antonino Rossi, patrizio palermitano. Con la proprietà di questa famiglia, la chiesa diventò parrocchia della borgata e venne denominata "di Natale", per via della vicina villa di proprietà del discendente dell'omonimo antenato, il marchese di Monterosato Tommaso Natale.

Egli si era insediato in zona con l'intento di sviluppare un villaggio, i cui abitanti si potessero dedicare a coltivare i suoi terreni. Fu sempre lui il fondatore della parrocchia nella chiesa di San Ludovico di Villa Rossi, in quanto la cappella della sua villa, dedicata alla Madonna dei Sette Dolori, con l'incrementarsi dei residenti si era rivelata insufficiente. Soltanto nel 1826, per volontà del Senato palermitano, fu edificata la nuova parrocchia del villaggio inizialmente anch'essa intitolata alla Madonna dei Sette Dolori e poi, dal 1901, a S. Giovanni Battista. Invece la villa, ereditata nel 1844 dal Real Albergo delle Povere da parte del canonico Carlo Rossi Zappino, ne divenne la residenza estiva.

Dopo il 1961 diventò sede dell'Asilo Infantile del Principe di Palagonia, ma il tremendo terremoto del 1968 ne provocò la chiusura definitiva. Oggi, dopo aver subito anche ripetuti atti vandalici, rimane l'ormai murato portale della chiesa, una volta internamente ricca di decorazioni, un altro portale - nel giardino recintato di 5mila mq - ed un muro tufaceo intorno alle costruzioni d'epoca. Nel 2003 e nel 2007 la villa è stata aperta durante l'evento "Palermo apre le porte, la scuola adotta un monumento".

Nel marzo del 2015 tutto il complesso, dal 1999 di proprietà comunale, è stato sottoposto a sequestro a causa del grave stato di degrado e del serio rischio di crollo.

Dopo alcuni interventi di messa in sicurezza sul muro che lo delimitava, quattro mesi dopo è stato riaperto lo spazio ad uso del "Centro Sociale Villa Rossi", gestito dalla parrocchia di S. Giovanni Battista, in attesa di altri decisivi interventi di recupero. A tutt'oggi quella che fu una ridente dimora di villeggiatura, animata da vite laboriose che contribuirono anche a renderla un fermo punto di riferimento religioso per la borgata, attende di essere riportata alla luce."
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