ITINERARI E LUOGHI
Un "porto" di specie rare e bellissime in Sicilia: si dice che Ulisse trovò riparo qui
Un luogo in cui la natura, storia e leggenda si intersecano: non solo habitat per specie rare e bellissime, ma anche testimonianza archeologica e magari mitologica

Pantano Longarini, tra Ragusa e Siracusa
Un porto sicuro dove poter approdare nel lungo viaggio di ritorno verso Itaca. Chissà se davvero Ulisse, l’eroe greco per eccellenza, sia arrivato con la sua imbarcazione da queste parti. Nel lungo peregrinare in preda alle volontà degli dei, l’eroe omerico potrebbe aver toccato anche le coste della Sicilia orientale. C’è una leggenda, infatti, che riguarda Ulisse: pare che tra le altre zone da lui attraversate ci sia questo tratto tra Ragusa e Siracusa, oggi noto come Pantano Longarini.
Tra storia, mito e soprattutto natura, questo sito è un’area di grande importanza per la biodiversità, perché luogo scelto per le nidificazioni di uccelli di varie specie. Ci troviamo a pochi chilometri da Ispica, in provincia di Ragusa. Il Pantano Longarini è una vasta area umida di circa 200 ettari, molto vicina alla costa, al confine con la provincia di Siracusa.
È una depressione naturale salmastra che d’inverno si riempie anche di acque dolci, e d’estate, quando l’evaporazione è forte, si abbassa molto il livello e può entrare acqua marina. Fa parte del sistema più ampio dei “Pantani della Sicilia Sud Orientale”, zona di alto valore naturalistico e ambientale, sottoposta a misure di protezione e gestita in parte da fondazioni private che ne curano il ripristino.
Il Pantano però ha anche una storia archeologica alle spalle: sin dai tempi dei Greci e dei Romani la zona era usata come porto interno, perché la costa in quel tratto non offriva porti naturali ben riparati. Il Pantano Longarini era conosciuto come Porto Ulisse.
Negli anni Sessanta fu ritrovato un relitto bizantino risalente al VI/VII secolo d.C., lungo circa 40 metri ed è uno dei reperti più importanti. Dopo numerosi interventi di bonifica e agricoli, poi, il pantano è servito all’allevamento ittico.
La leggenda che gli attribuisce il nome Porto Ulisse parte proprio dall’idea che Ulisse, durante il suo viaggio per mare, possa essere approdato in questa zona, o che il porto interno fosse il luogo dove le sue navi potessero ripararsi. Non esistono prove certe che Ulisse sia passato qui. Resta la leggenda e il suo mistero.
Oggi il pantano è un rifugio per molte specie di uccelli, specie acquatiche, e biodiversità in generale, grazie ad azioni di tutela e recupero ambientale. Tra le specie ci sono il fenicottero maggiore, il fraticello, germani reali, aironi cinerini, albastrello, moretta tabaccata, spatola, upupa.
Attualmente il pantano gode della protezione di una Fondazione tedesca pro biodiversità, la Stiftung Pro Artenvielfalt che lo ha acquistato insieme al vicino Pantano Cuba per avviare un programma di tutela attiva, bonifica da rifiuti, contrasto al bracconaggio, monitoraggio ornitologico.
La riserva dunque è privata, ma aperta al pubblico tramite visite guidate. Inoltre c’è un tratto percorribile anche a piedi. Il Pantano Longarini è un esempio di come una zona umida degradatasi nel tempo, a causa di discariche, usi impropri, incendi abbia potuto recuperare un ruolo importante nella tutela della biodiversità grazie all’impegno civile, al volontariato, agli investimenti.
È un luogo in cui la natura, storia e leggenda si intersecano: non solo habitat per specie rare e bellissime, ma anche testimonianza archeologica e magari mitologica.
Tra storia, mito e soprattutto natura, questo sito è un’area di grande importanza per la biodiversità, perché luogo scelto per le nidificazioni di uccelli di varie specie. Ci troviamo a pochi chilometri da Ispica, in provincia di Ragusa. Il Pantano Longarini è una vasta area umida di circa 200 ettari, molto vicina alla costa, al confine con la provincia di Siracusa.
È una depressione naturale salmastra che d’inverno si riempie anche di acque dolci, e d’estate, quando l’evaporazione è forte, si abbassa molto il livello e può entrare acqua marina. Fa parte del sistema più ampio dei “Pantani della Sicilia Sud Orientale”, zona di alto valore naturalistico e ambientale, sottoposta a misure di protezione e gestita in parte da fondazioni private che ne curano il ripristino.
Il Pantano però ha anche una storia archeologica alle spalle: sin dai tempi dei Greci e dei Romani la zona era usata come porto interno, perché la costa in quel tratto non offriva porti naturali ben riparati. Il Pantano Longarini era conosciuto come Porto Ulisse.
Negli anni Sessanta fu ritrovato un relitto bizantino risalente al VI/VII secolo d.C., lungo circa 40 metri ed è uno dei reperti più importanti. Dopo numerosi interventi di bonifica e agricoli, poi, il pantano è servito all’allevamento ittico.
La leggenda che gli attribuisce il nome Porto Ulisse parte proprio dall’idea che Ulisse, durante il suo viaggio per mare, possa essere approdato in questa zona, o che il porto interno fosse il luogo dove le sue navi potessero ripararsi. Non esistono prove certe che Ulisse sia passato qui. Resta la leggenda e il suo mistero.
Oggi il pantano è un rifugio per molte specie di uccelli, specie acquatiche, e biodiversità in generale, grazie ad azioni di tutela e recupero ambientale. Tra le specie ci sono il fenicottero maggiore, il fraticello, germani reali, aironi cinerini, albastrello, moretta tabaccata, spatola, upupa.
Attualmente il pantano gode della protezione di una Fondazione tedesca pro biodiversità, la Stiftung Pro Artenvielfalt che lo ha acquistato insieme al vicino Pantano Cuba per avviare un programma di tutela attiva, bonifica da rifiuti, contrasto al bracconaggio, monitoraggio ornitologico.
La riserva dunque è privata, ma aperta al pubblico tramite visite guidate. Inoltre c’è un tratto percorribile anche a piedi. Il Pantano Longarini è un esempio di come una zona umida degradatasi nel tempo, a causa di discariche, usi impropri, incendi abbia potuto recuperare un ruolo importante nella tutela della biodiversità grazie all’impegno civile, al volontariato, agli investimenti.
È un luogo in cui la natura, storia e leggenda si intersecano: non solo habitat per specie rare e bellissime, ma anche testimonianza archeologica e magari mitologica.
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