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Un resort apre in uno dei più curiosi castelli di Sicilia: la storia della Colombaia di Trapani

Storie e curiosità sull'edificio voluto da Amilcare Barca nel 260 avanti Cristo: tante le leggende che ruotano attorno alla fortezza divenuta prigione e poi castello

Balarm
La redazione
  • 8 giugno 2019

Il castello della Colombaia a Trapani (foto di Giusy Guarneri)

I documenti più antichi relativi a questo castello racontano come la prima pietra fu posata durante la Prima guerra Punica: il condottiero cartaginese Amilcare Barca nel 260 avanti Cristo fece erigere la Torre Peliade, chiamata poi "Colombaia" dal calco linguistico del nome dell'isolotto in greco, Peliàdes, Πελειάδες (da "colomba").

Un'altra leggenda, di cui non si hanno fonti certe, racconta anche che a costruirlo furono gli esuli della guerra di Troia sbarcati a Trapani dopo la caduta della loro città, nel XIII secolo a.C..

In ogni caso, presto diventerà un resort turistico (i magazzini non sono vincolati) 9e polo museale dove verranno anche allestite mostre temporanee grazie alla ditta di Gianluca Seidita (Palermo) che si è aggiudicata la prima parte del bando della Regione "Valore Paese Fari" che mira a valorizzare torri, fari e fortezze appartenenti al Demanio.

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«L’aggiudicazione definitiva – dice Luigi Biondo, direttore del polo museale di Trapani e responsabile del procedimento – avverrà tra circa quindici giorni e a Seidita è legato un’importante catena alberghiera spagnola».

Ma torniamo all'affascinante storia della fortezza: dopo la vittoria dei Romani il Castello voluto dai cartaginesi cade in abbandono e viene adoperato come nido per le colombe che venivano usate come mezzi di comunicazione.

Durante il medioevo la torre viene ricostruita dagli aragonesi che l'hanno fatta per come la vediamo oggi e l'intera fortezza nel Quattrocento viene ampliata: il potere era nelle mani dell'imperatore Carlo V che volle che l'edificio che sorge su un'isola fosse trasformato in fortificazione difensiva poiché all'epoca una delle minacce più dure arrivava infatti dai pirati che giravano per il Mediterraneo.

Altre trasformazioni si hanno nel Diciassettesimo secolo per volere del viceré Don Claudio Lamoraldo, Principe di Ligny: sul muro esterno della torre si può leggere ancora la lapide, fatta affiggere nel 1671.

Da struttura praticamente militare viene trasformata ancora allì'epoca dei Borbone dopo i moti del 1821 e fino al 1860 ospitò quindi i patrioti siciliani del Risorgimento, tra cui Michele Fardella, barone di Mokarta, che fu sindaco di Trapaninel 1861, i Borbone fecero del Castello una prigione ed è stata utilizzata come tale fino al 1965 quando a Trapani viene inaugurato un nuovo e moderno carcere.

La torre conserva ancora le antiche vestigia ed è una delle cinque torri rappresentate nello stemma civico della città: a dire il vero l'intero castello della Colombaia è un po' il simbolo di Trapani.

La "Colombaia", chiamata anche con l'antico nome di Torre Peliade o nel linguaggio comune anche Castello di mare è alta 32 metri, composta da quattro piani sovrapposti di cui il primo adibito a cisterna e c'è una curiosità: l'ingresso che vediamo oggi non esisteva, anticamente si entrava da quella che oggi è la finestrona del secondo piano.

Finalmente, dopo decenni di abbandono negli anni Novanta viene restaurata la torre ma la soprintendenza regionale ai Beni culturali non può ntervenire sul resto del castello perché appartenente allo Stato.

Nel 2009 viene - finalmente - individuata dal Fai, Fondo per l'Ambiente Italiano come uno dei "Luoghi del cuore" da far restaurare grazie alle campagne di sostegno: a dicembre del 2010 il decreto della Colombaia è stato firmato dal Presidente della Repubblica, trasferendo così il bene dallo Stato alla Regione Siciliana, che ne ha annunciato il restauro.

Uno dei più riusciti esempi di architettura militare dell'intero sud Italia, la Colombaia ha molti dettagli degni di nota: unica è la banchina che si apre davanti all'edificio e c'è un cortile che conduce a due cappelle adoperate durante la seconda Guerra Mondiale come depositi.

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