Un sogno diventato (quasi) realtà: quando il Re del Pop stava per fare la storia in Sicilia
In quei giorni iniziò a girare la voce più incredibile di tutte. Michael Jackson in concerto in Sicilia: Palermo e Catania vissero una bella illusione, ve la raccontiamo

Micheal Jackson durante l'history world tour
Noi siciliani siamo sognatori. Ci piace immaginare che il sole splenda sempre ma non bruci, che il cibo in tavola non finisca mai e che non serva la Gaviscon dopo una scorpacciata.
Sogniamo eventi grandi, di quelli che ti fanno sentire al centro del mondo. Un po’ per orgoglio, un po’ per comodità. E perché siamo convinti che una terra come la nostra se lo meriti.
Viviamo in una regione che gli altri sognano. Così capita che Madonna decida di festeggiare qui il compleanno, che Dua Lipa cammini mano nella mano tra i vicoli di Palermo, che Whoopi Goldberg scelga Ortigia come casa.
Ma c’è stato un momento in cui il sogno sembrava stesse diventando realtà.
Estate 1997. La Sicilia ospitava la XIX Universiade, dal 20 al 31 agosto. Una cosa mai vista prima, competizioni sparse in tutta l’Isola da Palermo a Catania, da Messina a Trapani.
Atleti da 124 nazioni, dieci discipline, le cerimonie aperte a Palermo e chiuse a Catania. In pista c’erano già futuri miti come Valentina Vezzali e Juri Chechi.
In quei giorni iniziò a girare la voce più incredibile di tutte: Michael Jackson in concerto in Sicilia.
A Palermo il palco sarebbe stato montato a Boccadifalco, l’aeroporto militare pronto a trasformarsi in una spianata per decine di migliaia di spettatori. Un luogo insolito, eppure perfetto per la folla che sarebbe arrivata da tutta Italia e oltre.
Le voci correvano per le strade. C’era chi giurava di aver visto i tecnici fare sopralluoghi, chi parlava di biglietti già stampati, chi immaginava la città paralizzata come ai tempi dell’arrivo del Papa o della promozione del Palermo in Serie A.
Ragazzi che provavano a canticchiare Thriller con la stessa voce di Jackson, famiglie che pensavano di andare lì con i bambini, venditori ambulanti che già pregustavano la notte delle stigghiole fumanti accanto alla folla in delirio.
La data c’era, il tour era quello dell’HIStory World Tour, l’ultimo grande giro mondiale del Re del Pop. Basta guardare oggi i filmati delle tappe in Europa o in Asia per capire che non sarebbe stato un concerto, ma uno spettacolo planetario.
Schermi giganti, coreografie, fuochi, urla, pianti, gente che sveniva solo alla sua comparsa sul palco.
E non è tutto. Catania era pronta a ospitarlo allo stadio Angelo Massimino. Sarebbe stata la seconda data, il modo per richiamare i fan della Sicilia orientale e attirare spettatori da Malta, Grecia e dal Sud Italia.
Per due sere l’isola intera si sarebbe trasformata in una capitale mondiale della musica, un ponte tra continenti con Jackson al centro della scena.
Immaginate Palermo alla vigilia. Le radio rilanciavano la notizia, i giornali aprivano con titoli cauti ma speranzosi, le conversazioni nei bar tutte lì, “Ma davvero viene Michael?”.
E intanto gli adolescenti che imparavano a memoria i passi di Billie Jean, mentre i genitori calcolavano come accompagnarli a Boccadifalco.
La notte del concerto la città l’avremmo vista così. Una fiumana di persone in marcia verso l’aeroporto, macchine parcheggiate ovunque, motorini che sfrecciano con Bad sparata dalle cassette, il cielo illuminato dai riflettori del palco.
Una Palermo trasformata in una Las Vegas improvvisata per una sera.
E invece tutto crollò. I costi erano troppo alti, le richieste della produzione insostenibili, le location non pronte. Saltò Palermo, saltò Catania, restò solo Milano con un San Siro pienissimo.
In Sicilia Micheal Jackson non arrivò mai. Ma basta chiudere gli occhi per immaginare Boccadifalco strapieno, la folla che canta We Are the World, lui che scende sul palco con la giacca dorata.
Restò solo il vuoto lasciato da un sogno che si era acceso e poi spento. Per i fan fu come perdere un pezzo di storia.
Ti è piaciuto questo articolo?
Seguici anche sui social
Iscriviti alla newsletter
|
GLI ARTICOLI PIÚ LETTI
-
ITINERARI E LUOGHI
Era il luogo sacro più grande di Sicilia e (ora) è in rovina: cosa resta del Tempio di Zeus