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Una battaglia a colpi di ordini del giorno: il Consiglio comunale "boccia" il Palermo Pride

Il Consiglio comunale ha bocciato l'ordine del giorno sull'adesione al Palermo Pride, in programma il 22 giugno prossimo. Scoppia la polemica. Cosa è successo

Balarm
La redazione
  • 19 febbraio 2024

Un'immagine del Palermo Pride 2023

Il Consiglio comunale di Palermo boccia un ordine del giorno, presentato dall'opposizione, sull'adesione al Palermo Pride ed esplode la polemica.

I fatti sono accaduti nella seduta tra venerdì notte e sabato mattina (17 febbraio) quella in cui si è discusso e votato l'atteso Regolamento sulla movida. Una seduta di sedici ore di fila che si è trasformata in una sorta di "battaglia" a colpi di ordini del giorno.

Il giorno in cui si stavano votando le nuove norme per locali notturni e discoteche, si è scatenato un braccio di ferro tra i gruppi di maggioranza e presidente del Consiglio comunale Giulio Tantillo, da un lato, e i consiglieri di opposizione dall'altro, a seguito di un ordine del giorno sulla privatizzazione di Poste italiane presentato da Giuseppe Mancuso di Lavoriamo per Palermo (lista che appoggia Lagalla).

La scelta di mettere al voto la proposta di Mancuso è stata contestata dall'opposizione che ritiene l'argomento "non attinente" con quello della movida. I tre consiglieri Mariangela Di Gangi, Massimo Giaconia (di "Progetto Palermo") e Giuseppe Miceli (M5s) rispondono con la presentazione di un'altra mozione: quella in cui si chiede l'adesione del Consiglio comunale alla manifestazione del Palermo Pride, in programma il 22 giugno.
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La maggioranza, a sua volta, ritiene anche questa non attinente. È bagarre in aula. La seduta si ferma per oltre un'ora e poi si torna in Aula per votare non solo il Regolamento sulla movida ma anche gli altri ordini del giorno, compresi quelli di Mancuso, del Pride e pure quello con cui si chiede al sindaco di non autorizzare più circhi con animali (presentato da Viviana Raja, Democrazia Cristiana).

L'ordine del giorno sull'adesione del Consiglio comunale al Palermo Pride viene bocciato. Scoppia quindi la polemica.

«Nella lunga notte di venerdì in Consiglio comunale, la maggioranza che sostiene Lagalla è stata, una volta tanto, unita su qualcosa. Si è dissociata dal Pride, bocciando l’adesione del Consiglio Comunale», dicono i tre consiglieri Di Gangi, Giaconia e Miceli.

«Ancora una volta - continuano -, quando in Consiglio si parla di diritti fondamentali, la maggioranza implode e soccombe alle posizioni dell'estrema destra. Crediamo sia legittimo chiedersi cosa ne pensa il sindaco Lagalla, che sul tema ha mostrato una sensibilità diversa».

Il sindaco Roberto Lagalla per due anni di fila ha infatti patrocinato e partecipato alla manifestazione.

«Siamo preoccupati - dicono i consiglieri del PD - Sulla crescita e affermazione del Palermo Pride si è costruita in questi anni la consapevolezza che la nostra città è inclusiva, accogliente, tollerante. Indietro non si torna! La politica deve prendere posizioni chiare e ferme sulla vita sociale e sui diritti per togliere spazi alle discriminazioni e alle disuguaglianze.

Ci auguriamo che il Sindaco smentisca la sua maggioranza, perchè la mancata adesione al Pride sarebbe un precedente grave e pericoloso. Almeno questo ci auguriamo e attendiamo la risposta del Sindaco Lagalla». Lo dichiarano, con una nota congiunta, i consiglieri Rosario Arcoleo, Fabio Giambrone, Giuseppe Lupo e Teresa Piccione (PD).

«La linea dell’amministrazione comunale e del sindaco Roberto Lagalla sul sostegno al Palermo Pride è sempre stata chiara e inequivocabile - ribatte Dario Chinnici, capogruppo di Lavoriamo per Palermo, lista che sostiene Lagalla - e non può essere messa in discussione da un ordine del giorno che, ricordiamo, nulla aveva a che fare con la delibera sulla movida.

Un sostegno al Pride che non ha bisogno ogni anno di essere ribadito da ordini del giorno che hanno più il sapore della strumentalizzazione politica alla quale non ci presteremo» conclude Chinnici.

Non la pensa così l'ex assessore Sabrina Figuccia, capogruppo della Lega: «La bocciatura, da parte del Consiglio comunale, dell’ordine del giorno sull’adesione del Comune al Gay Pride di Palermo, pone luce su una divergenza tra le posizioni del sindaco Lagalla, che lo scorso anno ha deciso di partecipare attivamente a questa storica manifestazione, dando il suo patrocinio, e la sua maggioranza.

Come capogruppo della Lega, ho espresso la mia posizione in modo netto e categorico, sia su quest’ordine del giorno, che sulla mozione sui diritti dei figli nati da famiglie omogenitoriali.

Mi auguro che il sindaco ricordi ancora quali sono i partiti che hanno permesso alla sua amministrazione di governare la città di Palermo e ponga la giusta attenzione su scelte politiche tanto importanti quanto divisive».

Intanto, in Consiglio arriverà nelle prossime settimane la mozione sulla trascrizione dei figli di coppie omogenitoriali, presentata dai consiglieri di minoranza e anche di maggioranza iscritti al comitato "Esistono i Diritti".

Si attende che i capigruppo decidano in quale seduta discuterla e votarla. «Sui diritti non si può rimandare - dice Massimo Giaconia - È per questo che abbiamo proposto al Consiglio comunale di dedicare una seduta, il terzo mercoledì di ogni mese, alle mozioni che non richiedono delibere. Una questione estremamente burocratica ma che va risolta per evitare che ci siano mozioni che vengano cassate perchè ritenute non attinenti con le delibere in discussione».
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