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Una chiesa, una moschea e una sinagoga nel barocco di Catania: nasce una nuova piazza

Nella piazza delle "Tre Culture" sono previsti spazi per bambini, biblioteche, uffici, un anfiteatro e un giardino con querce e ulivi: il progetto per l'ex Deposito delle Locomotive

Balarm
La redazione
  • 1 giugno 2019

Ecco il rendering della Piazza delle tre culture a Catania

Al centro della piazza che sarà a pianta circolare è prevista una scultura triangolare che simboleggia le tre religioni - e culture - ma anche della forma della Trinacria, due grandi querce e un ulivo: lo spazio sorgerà dove oggi c'è l’ex deposito delle Locomotive delle Ferrovie dello Stato alla destra di piazza Europa, terreno attualmente di proprietà delle Ferrovie.

L'ingresso sarà proprio da piazza Europa in questo grande spazio, a corte, che si chiamerà piazza delle Tre Culture: sono 36 capannoni delle locomotive attualmente esistenti di cui 12 verrebbero demoliti e i restanti 24 verrebbero accorpati e ristrutturati per formare i 6 edifici composti da 4 capannoni ciascuno e divisi in due corpi contrapposti.

Gli ambienti destinati ai singoli istituti di cultura ospiteranno sale polifunzionali, sale per conferenza, biblioteche e uffici.

Un luogo di pace e incldusione formato da grandi padiglioni in disuso nel quale è prevista una "Bambinopoli" con un giardino dedicato ai più piccoli di tutte le fedi ed etnie e, all’interno, un anfiteatro da 200 posti con un proscenio sul mare.
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La "piazza delle Tre Culture" è stata ideata come un monumento al dialogo interreligioso, alla memoria e come luogo d’incontro fra tutte le genti, di qualsiasi religione, nazionalità o estrazione sociale.

Inglobata nello spazio urbano recuperato la grande e nuova corte ospiterebbe anche una chiesa, una moschea e una sinagoga divenendo un’agorà per cittadini e turisti che darebbe anche nuova vita al terminale di un binario morto e alla stessa città di Catania.

Ad annunciare il progetto è stato l’ingegnere Francesco Nicolosi Fazio: «Intervenire in quest’area, bonificando un tratto del waterfront di Ognina che oggi interrompe bruscamente la vista del litorale della città, significherebbe ridare dignità a una zona molto amata da cittadini e turisti, con un forte messaggio di rigenerazione urbana ma anche valoriale di luoghi simbolo che custodiscono la nostra identità».

Una parte dei finanziamenti si potrebbero ricavare dai fondi europei destinati proprio ai progetti d’integrazione ma anche dalle risorse internazionali delle comunità religiose coinvolte.

La filosofia dell’accoglienza dell’altro, che sta alla base dell’idea di Nicolosi Fazio, ha accomunato i rappresentanti delle tre religioni coinvolte: l’imam di Sicilia e della moschea della Misericordia di Catania Kheit Abdel Hafid, monsignor Gaetano Zito e il rabbino Stefano Di Mauro.

Fonte: Pinxa.
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