ITINERARI E LUOGHI
Una finestra panoramica unica in un'oasi di pace: il santuario (che ti sorprende) in Sicilia
Meta di pellegrini, escursionisti e ciclisti che provano l’ebbrezza di una salita ripida, ma una volta giunti a destinazione, tutto cambia: il paesaggio ti emoziona a primo impatto

La vista dal Santuario del Romitello (foto di Salvo Di Chiara)
È una sorpresa! Una piacevolissima sorpresa! Nel bel mezzo del cammin nei territori di Partinico, Montelepre e Borgetto, una chiara indicazione a destra “muove” e “smuove” possibili nuove conquiste! Trattasi di Romitello.
Da un lato il curioso potrebbe rimanere affascinato dalla possibile sorpresa, mentre dall’altro "corre il rischio" (serio) di trovarsi di fronte a distese di uliveti. Qual è la verità? Il racconto ha l’obiettivo di svelare contenuti e retroscena di ogni tipo, a tal punto da indurre i “nuovi turisti” a issarsi su quel percorso ricco di tornanti per raggiungere quota 750 m.s.l.m.
A circa seicento metri di altezza - con un pizzico di spirito d’osservazione - trova una lapide in ricordo del settantacinquesimo anniversario dell’Incoronazione (della Madonna di Romitello) come Regina del Golfo di Castellammare. Saliti una decina di gradini, lo spazio ambientale apre una finestra panoramica invidiabile.
Oltre ai comuni citati in precedenza, il Mar Tirreno percorre con smanie di protagonismo il litorale che da Castellammare digrada verso le coste palermitane. Il verde riscuote successo, con intervalli che dalle alte montagne provano a rimanere incollati anche nelle pianure.
Purtroppo, causa deforestazione, spesso l’uomo ha tagliato corto e cancellato molti spazi naturali. L’obiettivo è posto a circa un km, quindi è giunta l’ora di visitare il Santuario del Romitello. Meta di pellegrinaggi, escursioni e ciclisti che provano l’ebbrezza di una salita abbastanza ripida, una volta giunti a destinazione tutto cambia. Se il paesaggio è uno degli aspetti che emoziona a primo impatto, il resto è un “divenire improvviso”.
Davanti all’incredulità spicca un edificio dalle ampie dimensioni. Sin da subito prevale la componente silenziosa, una vera e propria oasi di pace. Da quel 1464 - anno di fondazione dell’oratorio - i secoli hanno visto stravolgere gli aspetti originali.
Tutto ebbe inizio grazie al frate benedettino Giuliano Majali (definito dal sultano Omar Othmra come “amico della fede, cristiano ed eremita ritirato dal mondo”). Nelle sue scorribande solitarie ebbe diverse apparizioni della Madonna. Fu trasferito e ottenne la possibilità di costruire due celle.
Dal romitorio si generò il nome di “Romiteddu” (Romitello). Visioni che ebbero, nel tempo, continuità. Infatti, vicino a una quercia apparve la Vergine Santissima. Decise (il frate) di far dipingere un quadro (dichiarata miracolosa dalla Curia di Monreale il 31 agosto del 1896). Questo rappresenta la deposizione di Gesù dalla Croce sulle ginocchia di Maria, ai piedi della quale ci sta un angioletto. Con la morte del benedettino, l’oratorio venne affidato a diversi Ordini. Dai Benedettini passò ai sacerdoti diocesani, agli Agostiniani, al canonico Safina e infine, nel 1920 venne concesso ai Passionisti.
Le vicende storiche non devono cancellare la visita strutturale. L’antica chiesa presenta la copertura dell’abside a forma di conchiglia e un soffitto ligneo che corre lungo tutta la travata (unica). Nicchie e santi abbelliscono le pareti laterali. È annesso un museo che conserva gli ex voto.
I minuti passati all’interno rallentano le fasi della vita. Tutto è sospeso. Il Santuario del Romitello “addolcisce” gli animi trepidanti. Mettiamo a tacere la quotidianità, accompagnati e ispirati dalle vicende religiose. Un respiro, un altro ancora e via con le foto. Scatti unici di un luogo speciale. Uno dei tanti che la Sicilia offre senza chiedere nulla in cambio.
Da un lato il curioso potrebbe rimanere affascinato dalla possibile sorpresa, mentre dall’altro "corre il rischio" (serio) di trovarsi di fronte a distese di uliveti. Qual è la verità? Il racconto ha l’obiettivo di svelare contenuti e retroscena di ogni tipo, a tal punto da indurre i “nuovi turisti” a issarsi su quel percorso ricco di tornanti per raggiungere quota 750 m.s.l.m.
A circa seicento metri di altezza - con un pizzico di spirito d’osservazione - trova una lapide in ricordo del settantacinquesimo anniversario dell’Incoronazione (della Madonna di Romitello) come Regina del Golfo di Castellammare. Saliti una decina di gradini, lo spazio ambientale apre una finestra panoramica invidiabile.
Oltre ai comuni citati in precedenza, il Mar Tirreno percorre con smanie di protagonismo il litorale che da Castellammare digrada verso le coste palermitane. Il verde riscuote successo, con intervalli che dalle alte montagne provano a rimanere incollati anche nelle pianure.
Purtroppo, causa deforestazione, spesso l’uomo ha tagliato corto e cancellato molti spazi naturali. L’obiettivo è posto a circa un km, quindi è giunta l’ora di visitare il Santuario del Romitello. Meta di pellegrinaggi, escursioni e ciclisti che provano l’ebbrezza di una salita abbastanza ripida, una volta giunti a destinazione tutto cambia. Se il paesaggio è uno degli aspetti che emoziona a primo impatto, il resto è un “divenire improvviso”.
Davanti all’incredulità spicca un edificio dalle ampie dimensioni. Sin da subito prevale la componente silenziosa, una vera e propria oasi di pace. Da quel 1464 - anno di fondazione dell’oratorio - i secoli hanno visto stravolgere gli aspetti originali.
Tutto ebbe inizio grazie al frate benedettino Giuliano Majali (definito dal sultano Omar Othmra come “amico della fede, cristiano ed eremita ritirato dal mondo”). Nelle sue scorribande solitarie ebbe diverse apparizioni della Madonna. Fu trasferito e ottenne la possibilità di costruire due celle.
Dal romitorio si generò il nome di “Romiteddu” (Romitello). Visioni che ebbero, nel tempo, continuità. Infatti, vicino a una quercia apparve la Vergine Santissima. Decise (il frate) di far dipingere un quadro (dichiarata miracolosa dalla Curia di Monreale il 31 agosto del 1896). Questo rappresenta la deposizione di Gesù dalla Croce sulle ginocchia di Maria, ai piedi della quale ci sta un angioletto. Con la morte del benedettino, l’oratorio venne affidato a diversi Ordini. Dai Benedettini passò ai sacerdoti diocesani, agli Agostiniani, al canonico Safina e infine, nel 1920 venne concesso ai Passionisti.
Le vicende storiche non devono cancellare la visita strutturale. L’antica chiesa presenta la copertura dell’abside a forma di conchiglia e un soffitto ligneo che corre lungo tutta la travata (unica). Nicchie e santi abbelliscono le pareti laterali. È annesso un museo che conserva gli ex voto.
I minuti passati all’interno rallentano le fasi della vita. Tutto è sospeso. Il Santuario del Romitello “addolcisce” gli animi trepidanti. Mettiamo a tacere la quotidianità, accompagnati e ispirati dalle vicende religiose. Un respiro, un altro ancora e via con le foto. Scatti unici di un luogo speciale. Uno dei tanti che la Sicilia offre senza chiedere nulla in cambio.
Ti è piaciuto questo articolo?
Seguici anche sui social
Iscriviti alla newsletter
|
GLI ARTICOLI PIÚ LETTI
-
MISTERI E LEGGENDE
L'hanno fatto i romani e c'entrano gli elefanti: la leggenda del Ponte sullo Stretto