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Una raccolta fondi per chi è in prima linea: gli studenti Lumsa in aiuto dello Spallanzani

Gli studenti della Lumsa lanciano una raccolta fondi invitando tutti a donare a favore dell'Istituto nazionale per le malattie infettive in prima linea contro il Covid-19

Balarm
La redazione
  • 12 marzo 2020

Studenti dell'Università Lumsa

«In un momento di emergenza sanitaria come quello che stiamo vivendo, sentiamo il bisogno di fare qualcosa per aiutare chi si trova in difficoltà».

Inizia così la lunga lettera, partita dagli studenti del giornalino Aiko, con cui gli studenti dell'Università Lumsa lanciano una campagna di raccolta fondi pubblicando il loro appello sulla piattaforma online di growfunding in cui invitano tutti a donare a favore dell'Istituto nazionale per le malattie infettive "Lazzaro Spallanzani" di Roma, in prima linea nella lotta al Covid-19.

Sulla scia dell'iniziativa delle due ragazze palermitane che pochi giorni fa hanno lanciato una campagna fondi per l'Ospedale Civico di Palermo (raccogliendo oltre 30 mila euro in meno di 24 ore), anche gli studenti della Lumsa si mettono in rete lanciando l'hashtag #LUMSAVSCOVID19.

«Un conto è stare in casa per preparare l'esame più complicato della sessione, un conto è dover restare a casa per colpa di un virus che sta mettendo l'Italia in ginocchio - scrivono sul sito - . Ed è stando a casa, tra la tv dispensatrice di continui aggiornamenti sul COVID-19 e i libri, che noi studenti dell’Università Lumsa abbiamo pensato di trovare un modo per aiutare chi, giorno dopo giorno, aiuta coloro che hanno bisogno attraverso una raccolta fondi.

L’appello a donare lo rivolgiamo a tutti i nostri colleghi universitari, ai professori, ai collaboratori e al personale e a tutti gli amici della Lumsa che sentono il bisogno a loro volta di coinvolgere parenti e conoscenti.

Non servono competenze mediche per avere un gran cuore. E la nostra Università ce l'ha. Siamo certi che in tanti risponderanno al nostro appello e che anche un piccolo contributo può fare la differenza e tornare alla normalità il prima possibile. Vogliamo rientrare nelle aule della nostra Università consapevoli di aver fatto anche noi il possibile».
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