Cantieri culturali: ecco il nuovo cinema "Aperto"
Riaperta la sala cinematografica Vittorio De Seta all'interno dei Cantieri Culturali alla Zisa: ecco il programma dellle attività de "I Cantieri che Vogliamo"
“Apriamo”: uno slogan prima ancora che il titolo di un evento storico per la storia della città. Un appuntamento che investirà intere giornate per la condivisione della cultura in tutte le sue forme, dall’arte, al cinema, dalla musica, allo spettacolo prestando attenzione a tematiche fondamentali come il lavoro, l’energia, la partecipazione. Sì, partecipazione. Perché è con l’impegno di tutti che da mercoledì 25 aprile riapre, dopo anni di chiusura e di abbandono, il cinema dei Cantieri culturali alla Zisa, all’interno dell'ex spazio industriale, tra i più grandi d’Europa, riconvertito a fini intellettuali. La settimana che va dal 25 aprile al 2 maggio sarà dedicata, con particolare attenzione, alla denuncia dell’insostenibile degrado intellettuale cui è stata ancorata la città durante questi anni. Ecco il programma.
Dopo mesi e mesi di battaglie politiche e dopo le iniziative di "Cultura Bene Comune", il cui contributo è servito a far ri-spalancare i cancelli degli abbandonati Cantieri, il movimento I Cantieri che Vogliamo porta alla riapertura della sala cinematografica negata ai palermitani, dopo ben quattro anni di chiusura a causa dell’insolenza della precedente amministrazione. Un cinema pubblico, con circa 500 poltrone e fornito delle migliori attrezzature che ritorna tra le braccia della sua città dopo un periodo di diniego. Un segnale forte che proviene dalla base di una piramide sociale con a capo vertici di un governo che hanno portato ad una paralisi culturale. L’apertura di questo cinema, così come quella del Teatro Garibaldi avvenuta grazie al contributo degli artisti della nostra città, sono il simbolo che qualcosa sta cambiando, che nessuno vuole più stare a guardare e che Palermo vuole riappropriarsi dei luoghi che le sono stati negati.
È dal 2008 che questa sala versa in uno stato di totale abbandono e metaforicamente questa riapertura nel giorno della Liberazione, simboleggia la fine di un’era arida dal punto di vista intellettuale che ha causato quasi la scomparsa della cultura come bene comune. Ribattezza Sala Vittorio De Seta, in omaggio al maestro recentemente scomparso, luminare della “settima arte” in Italia, il cinema viene restituito alla città per divenire polo di programmazione per la promozione della tradizione cinematografica e non solo.
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