Laboratori di analisi in sciopero in Sicilia: esami a rischio, che cosa succede
Tariffe ferme da 20 anni, tetti di spesa bloccati e servizi a rischio: laboratori e strutture private convenzionate tornano a protestare. Serrata e mobilitazione a Palermo
Sciopero medici
Tariffe ferme da vent’anni, tetti di spesa bloccati e servizi a rischio: i laboratori di analisi e le strutture private convenzionate tornano a scioperare in Sicilia. E Palermo si prepara ad accogliere la grande mobilitazione regionale indetta dalle 14 sigle intersindacali della specialistica convenzionata, che hanno scelto di scendere in piazza per «denunciare la crisi profonda che da anni travolge la specialistica territoriale».
Una protesta - spiegano le sigle sindacali in una nota - «che nasce dalla necessità di richiamare l’attenzione delle istituzioni regionali su un sistema che, così com’è, non è più in grado di garantire continuità assistenziale ai cittadini né condizioni dignitose a professionisti e strutture».
La protesta è indetta per mercoledì 26 novembre, da piazza Indipendenza (alle ore 10.00). Le strutture aderenti restano chiuse per l’intera giornata. Durante la protesta sono operativi due camper, simbolo della mobilitazione: uno davanti all’Assemblea Regionale Siciliana e l’altro presso l’Assessorato Regionale alla Salute, a evidenziare il dialogo urgente richiesto alle istituzioni.
Le strutture lamentano tariffe troppo basse e ferme a 20 anni fa. A farne le spese sono pazienti e cittadini che si ritrovano quasi sempre a ridosso di fine anno a dover pagare oppure a rinunciare e rimandare una visita o un esame specialistico, oppure ancora a rivolgersi agli ospedali, dove le liste d'attesa sono lunghe.
«Il piano di rientro, in vigore in Sicilia da oltre diciotto anni, continua a bloccare ogni possibilità di intervento strutturale - spiegano -. La nostra è una delle poche regioni italiane a non essere ancora uscita da questo regime straordinario, trasformato ormai in una sorta di crisalide immobile, che non evolve e non permette alla sanità di crescere. In questo stallo permanente, la qualità dei servizi e delle risorse assistenziali destinati ai cittadini peggiora progressivamente, mentre le criticità del sistema si amplificano senza possibilità di essere affrontate con strumenti adeguati».
Le risorse destinate al comparto risultano insufficienti e, secondo le organizzazioni, la dispersione in altri settori del bilancio sanitario regionale priva la prevenzione e i servizi essenziali dei fondi necessari. Le strutture convenzionate operano così con margini economici che non coprono più i costi minimi, mettendo a rischio la sostenibilità stessa del sistema.
«La specialistica convenzionata non rappresenta un costo da comprimere - ribadiscono le sigle intersindacali -, ma una parte fondamentale del Servizio Sanitario Regionale, capace di garantire milioni di prestazioni ogni anno e di alleggerire il carico degli ospedali. La mobilitazione del 26 novembre viene presentata come un primo passo, al quale potrebbero seguire ulteriori iniziative pubbliche e nuove forme di protesta qualora non arrivassero risposte certe».
«La serrata dei laboratori di analisi privati rappresenta un atto che rischia di compromettere gravemente il diritto alla salute dei cittadini siciliani - dice Vincenzo Figuccia, deputato questore della Lega all'Ars - Migliaia di utenti, soprattutto anziani e persone con patologie croniche, rischiano di trovarsi senza servizi essenziali, con tempi di attesa pubblici già oggi insostenibili. Convenzionati e Regione trovino un accordo».
Una protesta - spiegano le sigle sindacali in una nota - «che nasce dalla necessità di richiamare l’attenzione delle istituzioni regionali su un sistema che, così com’è, non è più in grado di garantire continuità assistenziale ai cittadini né condizioni dignitose a professionisti e strutture».
La protesta è indetta per mercoledì 26 novembre, da piazza Indipendenza (alle ore 10.00). Le strutture aderenti restano chiuse per l’intera giornata. Durante la protesta sono operativi due camper, simbolo della mobilitazione: uno davanti all’Assemblea Regionale Siciliana e l’altro presso l’Assessorato Regionale alla Salute, a evidenziare il dialogo urgente richiesto alle istituzioni.
Le strutture lamentano tariffe troppo basse e ferme a 20 anni fa. A farne le spese sono pazienti e cittadini che si ritrovano quasi sempre a ridosso di fine anno a dover pagare oppure a rinunciare e rimandare una visita o un esame specialistico, oppure ancora a rivolgersi agli ospedali, dove le liste d'attesa sono lunghe.
«Il piano di rientro, in vigore in Sicilia da oltre diciotto anni, continua a bloccare ogni possibilità di intervento strutturale - spiegano -. La nostra è una delle poche regioni italiane a non essere ancora uscita da questo regime straordinario, trasformato ormai in una sorta di crisalide immobile, che non evolve e non permette alla sanità di crescere. In questo stallo permanente, la qualità dei servizi e delle risorse assistenziali destinati ai cittadini peggiora progressivamente, mentre le criticità del sistema si amplificano senza possibilità di essere affrontate con strumenti adeguati».
Le risorse destinate al comparto risultano insufficienti e, secondo le organizzazioni, la dispersione in altri settori del bilancio sanitario regionale priva la prevenzione e i servizi essenziali dei fondi necessari. Le strutture convenzionate operano così con margini economici che non coprono più i costi minimi, mettendo a rischio la sostenibilità stessa del sistema.
«La specialistica convenzionata non rappresenta un costo da comprimere - ribadiscono le sigle intersindacali -, ma una parte fondamentale del Servizio Sanitario Regionale, capace di garantire milioni di prestazioni ogni anno e di alleggerire il carico degli ospedali. La mobilitazione del 26 novembre viene presentata come un primo passo, al quale potrebbero seguire ulteriori iniziative pubbliche e nuove forme di protesta qualora non arrivassero risposte certe».
«La serrata dei laboratori di analisi privati rappresenta un atto che rischia di compromettere gravemente il diritto alla salute dei cittadini siciliani - dice Vincenzo Figuccia, deputato questore della Lega all'Ars - Migliaia di utenti, soprattutto anziani e persone con patologie croniche, rischiano di trovarsi senza servizi essenziali, con tempi di attesa pubblici già oggi insostenibili. Convenzionati e Regione trovino un accordo».
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