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Alla corte di Antonino Salinas: una nuova "piazza" a Palermo, dentro il Museo

Una piazza coperta, interna e a due passi dal centro dove si faranno spettacoli, incontri e tanto altro: la nuova "Agorà" del Museo Antonino Salinas di Palermo

Balarm
La redazione
  • 21 marzo 2018

L'agora del museo Salinas (foto Maria Maggio)

"Agorà" è una parola che viene dal greco antico (ἀγορά, da ἀγείρω = raccogliere, radunare) e con questo termine si indicava la piazza principale della città, con questa premessa il museo regionale Antonino Salinas inaugura la sua nuova agorà: una vera corte interna tra archeologia e architettura contemporanea.

Sarà uno spazio aperto alla città: si organizzeranno eventi di ogni tipo e il particolare genere di spazio si presta a spettacoli teatrali, incontri, concerti e manifestazioni dinamiche grazie ai diversi piani di cui è composto.

Balconi e passeggiate, gradini e volumi che si intrecciano rendono l'agorà del Salinas un esempio di stili che si contaminano: la copertura è trasparente e assolutamente moderna ma tutto intorno resistono i portoni e le finestre del progetto originale del palazzo e la grande sala è decorata dal complesso scultoreo proveniente dal Tempio della Vittoria di Himera e dalla ricostruzione del grande frontone con maschera di gorgone del Tempio C di Selinunte.
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È la terza corte del Museo Salinas: dopo che alla fine dell'Ottocento era diventata un deposito per carrozze il progetto è stato cambiato in tutto e per tutto e, con un imponente restauro, è stato riportato alla luce e restituito a Palermo uno dei suoi più interessanti spazi.

Nel corso della prossima primavera, per proseguire in estate, ci sarà una serie di concerti a cura del conservatorio Vincenzo Bellini di Palermo.

«Le dodici gronde a testa leonina sono state esposte rispettando la sequenza originale dei ritrovamenti - sottolinea la direttrice Francesca Spatafora - queste appartenevano al lato settentrionale del tempio di Himera costruito nel 480 avanti Cristi. per celebrare la vittoria dei Greci sui Cartaginesi, mentre, dall’altra parte della corte si trovano cinque gronde del lato meridionale, una delle quali ha ancora originarie tracce di pittura».

Il frontone del Tempio C di Selinunte è stato riconfigurato grazie ai disegni dell'archeologo napoletano Ettore Gabrici (1868 – 1962) che già negli anni Venti propose una possibile riconfigurazione del grande gorgoneion, il più grande dell’architettura greca.

I progetti per questa nuova piazza cittadina sono tutti in fase di ideazione ma alla base dell'idea c'è senza dubboo l’apertura al pubblico, come fosse un prolungamento della piazza del primo cortile che vedrà presto il bookshop e la caffetteria diretti da CoopCulture: uno spazio per cittadini e turisti che vogliono leggere, lavorare, prendere un caffè o comprare un libro.
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