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Amico dei Florio, rese Palermo un set a cielo aperto: chi fu Lucarelli, pioniere del cinema

Nel 1905 si trasferì nel capoluogo siciliano, attratto dall'intensa attività culturale della città. In Sicilia si dedicò intensamente al mondo delle immagini in movimento

Jessica Di Bona
Appassionata di arte e cultura
  • 3 giugno 2025

Raffaello Lucarelli con la sua macchina da presa, intento a filmare la Targa Florio nel 1908

Nei primi del Novecento arrivò a Palermo un uomo che fece la storia del cinema siciliano e italiano. Amico dei Florio e autore di film polizieschi, rese Palermo un set cinematografico a cielo aperto.

Una vita da film, insomma: e allora che si spengano le luci e che lo spettacolo abbia inizio. Il pioniere del cinema Raffaello Lucarelli, al secolo ''Raffaele'', nacque l'11 ottobre del 1879 a Gualdo Tadino (Perugia), in Umbria.

Fu proprio nella città d'origine che si avvicinò alla fascinosa potenza delle immagini, lavorando nel negozio di fotografia di famiglia, ''Fotografia Lucarelli'', sito in piazza Vittorio Emanuele, oggi piazza Martiri della Libertà.

Terzo di sedici fratelli, di cui otto morti in tenera età, fu aiutato nelle sue attività lavorative e artistiche dal fratello minore Lorenzo e dalla sorella maggiore Barbara.

Con lo spirito da globetrotter proprio di un fotografo, che gira il mondo per catturare immagini, Raffaello viaggiò molto. Nel 1895 si trasferì a Losanna, insieme a due dei suoi fratelli; in Svizzera lavorò come fabbro e apprendista fotografo e conobbe Albert Roth-De Markus, regista, musicista e imprenditore svizzero.

Nei primi anni del '900 visse a Firenze, dove conobbe la futura moglie, Rosa Lapi, e trovò un impiego, iniziando a far parte del personale ferroviario militare, lavoro che non lasciò mai.

Tra le sue mete non mancò Parigi, dove assistette alle prime proiezioni dei fratelli Lumière e, durante i preparativi per l'Esposizione Universale, conobbe Vincenzo Florio jr, che ritrovò qualche anno dopo a Palermo.

Raffaello, infatti, nel 1905 si trasferì nel capoluogo siciliano, attratto dall'intensa attività culturale della città. In Sicilia si dedicò intensamente al mondo delle immagini in movimento, travolto, proprio come i fratelli Lumière, dalla fascinazione che la settima arte iniziava ad instillare negli animi più sensibili.

Omaggiando un articolo dello storico del cinema Sebastiano Gesù, pubblicato nel 1985 su ''La Sicilia'', dal titolo ''Lumière di Sicilia'', il direttore dell'Archivio Siciliano del Cinema nonché storico del cinema Antonio La Torre Giordano, ha recentemente pubblicato un accurato volume dal titolo ''Raffaello Lucarelli il Lumière di Sicilia - La vera storia del cineasta umbro''.

Edito da Lussografica, dopo aver condotto una serie di meticolose ricerche durate circa cinque anni, presso cineteche e archivi italiani, francesi e svizzeri (l'Archivio di Stato di Roma, di Palermo, l'Archivio del Comune di Gualdo Tadino, la Cinémathèque française, la Cinémathèque suisse, e altri).

La Torre Giordano, oltre ad aver recuperato pellicole, immagini, missive, locandine e altro materiale prezioso, ha anche approfondito la biografia del cineasta, accertandosi della sua reale provenienza, che spesso è stata travisata online e su carta stampata.

Nei primi anni del Novecento, Palermo era un luogo centrale per la cultura, la moda, l'economia e anche per il cinema. Fu a Palermo, infatti, che Raffaello fondò, insieme al fratello Lorenzo e alla sorella Barbara, la prima casa di produzione cinematografica siciliana, la ''Lucarelli Film'', nel 1905, esattamente centoventi anni fa, quando era poco più che ventenne.

La casa di produzione si trovava in piazza Ucciardone e successivamente in piazza Giachery.

Nello stesso anno venne fondata a Roma la ''Alberini&Santoni'' (la futura ''Cines''), considerata la prima casa di produzione cinematografica italiana. Le sue gesta non finiscono qui, ma questo è solo l'inizio.

Giovane intraprendente, artista curioso e lungimirante, Lucarelli non fu ''soltanto'' un regista. Con la ''Lucarelli Film'' produsse documentari sulla vita cittadina (oltre ottanta pellicole), definite ''film dal vero''. Impossibile non menzionare, come già accennato, il sodalizio che Lucarelli instaurò con la famiglia Florio, sua principale committente.

Tra le produzioni di Lucarelli, si contano infatti numerose riprese della celeberrima Targa Florio, pubblicate tra il 1906 e il 1924. Tra i lavori documentaristici, si ricordano ''Festa a Villa Igiea'' (1906), ''Il matrimonio Florio-Montereale'' (1909), oltre a svariati racconti di cronaca, spettacolo, sport e tanto altro.

Raffaello e il fratello Lorenzo, suo fedele compagno di tante avventure, con l'auto che gli aveva regalato Vincenzo Florio jr, una Panhard Levassor, andavano in giro per Palermo a cercare fatti interessanti da documentare: «Non era difficile incontrare i due pionieri umbri per le vie della città con la loro vettura con rimorchio, dove collocavano l'enorme macchina da presa, il possente treppiedi e le pellicole per le riprese» (La Torre Giordano, A., Raffaello Lucarelli il Lumière di Sicilia - La vera storia del cineasta umbro, Edizioni Lussografica, 2025, p. 98).

Lucarelli, come un reporter, o anche youtuber ante litteram, spinto da grande curiosità ed entusiasmo, con i suoi cine-documentari, lasciò vere e proprie testimonianze cine-giornalistiche di accadimenti più o meno fortunati che colpirono la Sicilia. La sua produzione cinematografica ebbe un respiro internazionale: collaborò, infatti, con la francese ''Pathé'', una delle più potenti case di produzione e distribuzione cinematografiche dell'epoca e con l'elvetica ''Lumen Film''.

È proprio presso gli archivi della Pathé di Parigi che sono state ritrovate alcune pellicole della ''Lucarelli Film'', come ad esempio il 'film dal vero' ''Terremoto in Sicilia'', che racconta il terribile terremoto che colpì Messina nel 1908.

Il giovane Raffaello, nonostante non avesse con sé uno smartphone con cui diffondere i suoi ''video'' tramite i ''reel'' su Instagram, andava in giro con la sua - non certo maneggevole - macchina da presa e, arrivato a Messina dopo il catastrofico terremoto, diede anche una mano ai soccorritori prima di documentare il tragico evento. Lucarelli, oltre all'attività registica, si dedicò anche alla gestione delle prime sale cinematografiche a Palermo.

Tra le varie, ricordiamo: il Cinema Edison-Saal (in piazza Verdi n. 45, di fronte al Teatro Massimo), poi ribattezzato ''Cinema Lumiére-Edison''; il Cinema Teatro Lucarelli (in via Cavour, dove oggi si trova la libreria Feltrinelli), che includeva una pista di pattinaggio, una saletta con stereoscopi Pathé, visori con foto per adulti; l'Arena presso il Foro Italico; un cinema nel quartiere di Ballarò, con il prezzo del biglietto ridotto al 40%.

Fu anche uomo d'affari, dunque, ma più interessato alla diffusione della cultura e animato da uno sconfinato amore per il cinema. Allestì, inoltre, dei teatri di posa in piazza Giachery. Ritornando alla produzione cinematografica, il regista non si dedicò soltanto alla cronaca, ma fu anche autore di polizieschi.

In una terra che vedrà poi fiorire nel mondo letterario il genere cosiddetto ''giallo'', che appassionerà milioni di lettori, grazie a Camilleri e Sciascia, per citarne alcuni, Lucarelli girò due film polizieschi, ambientati a Palermo: ''Liquor somniferus'' e ''Il silenzio del cuore'', entrambi del 1914. Entrambe le pellicole sono in fase di recupero grazie, tra gli altri enti, all'Archivio Siciliano del Cinema.

Le due pellicole, insieme al già citato ''Terremoto in Sicilia'', rappresentano i primi tre film siciliani ritrovati del periodo del muto. Lucarelli ha, pertanto, il merito di essere considerato il padre del cinematografo in Sicilia nonché uno dei più importanti pionieri del cinema muto italiano.

A tal proposito, vogliamo ricordare le parole di Enrico Ragusa che, in un'intervista a Lucarelli pubblicata su ''L'Ora'' nel 1939, scrisse: «C'è sempre un pioniere in ogni attività umana [...]. Ho intervistato Raffaello Lucarelli, il pioniere del cinema in Sicilia [...] Lucarelli è ancora un uomo attaccato alla cinematografia e ne parla non con l'interessamento dell'avido mercante, ma con la passione di un artista.

E con questa passione egli venne in Sicilia quando la cinematografia era assolutamente sconosciuta [...] e fondò la prima e unica casa di produzione». Un anno dopo, nel 1940, Raffaello si spense a Roma, dove si era trasferito, a soli sessant'anni, a causa di una malattia oncologica.

Durante il periodo della ''Belle Époque", quando Palermo era un punto di riferimento anche nel settore della moda, meta di viaggiatori, artisti, imprenditori, per le strade della città si giravano persino film polizieschi.

Lucarelli fu un vero e proprio dandy e incarnò perfettamente lo spirito artistico e culturale dell'epoca, quando si passeggiava per le vie del centro, sfoggiando abiti eleganti indossati con charme.

Tra una festa e l'altra, per le strade della città si mettevano in scena fughe in macchina, furti con scasso e stratagemmi con sonniferi per narcotizzare le vittime. Non è lo scenario di una serie TV hollywoodiana, ma è Palermo nei primi del Novecento, vista attraverso gli occhi di un genio visionario che, tramite il cinematografo, voleva far sua l'«essenza dell'eterno» (da una lettera alla sorella Barbara, 25 settembre 1901).
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