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C'è un giardino nel cuore di Palermo dove si riuniva la famosa setta: la "Cuncuma" del Capo

Negli angoli più nascosti della città, perdendosi magari un po’ tra le vie secondarie, è possibile imbattersi in realtà che sono un concentrato di storia, catapultato nel presente

Balarm
La redazione
  • 3 novembre 2021

Il giardino della "Cuncuma"

Negli angoli più nascosti di Palermo, perdendosi magari un po’ tra le vie secondarie, è possibile imbattersi in realtà che sono un concentrato di storia, catapultato nel presente.

Uno di questi è certamente il Giardino della Cuncuma, che si trova nel cuore del quartiere del Capo, tra piazza Monte di Pietà e piazza Beati Paoli. A pochi metri da uno dei mercati storici più antichi e rinomati della città, questo giardino già dal nome la dice lunga.

Se si passa oggi da questo angolo ci si ritrova in un giardino arricchito da alberi di arance amare e di panchine, con un look assolutamente invitante, ben distante dalla realtà di un tempo. Per comprendere bene, infatti, la sua “natura” - perdonate il gioco di parole - bisogna tracciare le fila storiche di questo luogo.

Il nome “cuncuma”, all’epoca della sua fondazione, indicava una parte precisa della città, all’incirca dietro la Cattedrale, e indicava un piccolo contenitore il così detto “cuncumeddu”, che stava ad indicare una depressione terrena tra le alture del Cassaro e il Capo.
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In particolare, poi, questa zona della città non era poi neanche tanto vista bene all'epoca, tanto che - come riportato da alcuni scritti - quando si diceva “essiri di la Cuncuma”, significava essere della parte malfamata e inavvicinabile della città.

Come dicevamo, in un manoscritto nel XVII secolo, conservato nell’Archivio Comunale di Palermo, si legge: “V’era un giardino detto della Cuncuma, dove v’era una grand’hosteria, et ivi si giuntavano li guappi e taglia cantuni di Palermo, e ne venne il motto: È di la Cuncuma, quando si vuol dire un uomo furbo”.

Nel libro "Il segreto cinquecentesco dei Beati Paoli", l'autore Castglione riporta quanto scrisse lo studioso Giuseppe Pitrè, in uno dei suoi libri: "Cuncuma, s.f., riunioine e cmpagnai di uomini, per lo più non buoni e giudicati come non buoni. Riunione segreta e misteriosa come quella dei Beati Paoli che avevano le loro grotte paurose e impenetrabili presso il giardino della della cuncuma".

Ma secondo alcuni il nome deriverebbe anche dall’antica spezia, la curcuma, e, anche in questo caso, c’è un riferimento specifico riportato, nella fattispecie, da Fra Paolino da San Bartolomeo. Il frate, parlando delle mercanzie indiane, ha citato in passato la “Cuncuma”, identificandola però con lo zafferano. Oggi la confusione sulle due spezie è chiarita ma è probabile che, in passato, ci fosse proprio una coltivazione di zafferano in quell’area.

Se dunque vi trovate a passare da queste parti, che siate turisti o palermitani, fermatevi un attimo in questo giardino (che tra l’altro è frequentatissimo) è respirate l’atmosfera di un tempo storico che ha segnato l’anima della città.
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