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«Continuate a essere coraggiosi, aiutateci»: il post di un infermiere siciliano a Brescia

Pietro Vassallo sui social confessa la sua stanchezza e chiede scusa per la maggiore irritabilità, ma il suo sfogo è anche un monito per tutti per continuare a combattere

Federica Cortegiani
Giornalista pubblicista
  • 13 marzo 2020

L'infermiere siciliano Pietro Vassallo (foto Facebook)

Seduto a terra, visibilmente stanco, con addosso ancora il camice da lavoro, guanti, cuffia e mascherina. Si è mostrato così sui suoi profili social Pietro Vassallo, infermiere dell'Istituto clinico di Brescia che in questi giorni è in prima linea a combattere l'emergenza Coronavirus.

Pietro è siciliano, originario di Erice, e nella sua foto postata sul suo account Instagram e nel profilo Facebook scrive un lungo sfogo-commento in questi giorni di durissimo lavoro.

Una lettera con cui l'infermiere confessa la sua stanchezza e chiede scusa per la maggiore irritabilità, ma che diventa anche un monito per tutti per continuare a combattere.

Pietro ci chiede di fare una sola cosa: essere responsabili e seguire la regola di restare in casa il più possibile. Solo così possiamo aiutare chi lavora sul campo per sconfiggere il nemico invisibile.

Ecco il suo commento integrale pubblicato lo scorso 8 marzo:

«Scusateci se da qualche giorno siamo meno pazienti del solito, scusate se alziamo di più il tono, scusateci se siamo più irritabili... ma quei camici, quelle maschere, quell'alcool sulle mani ci stanno dilaniando naso, mani, testa e cuore.
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Siamo sempre concentrati ad ogni "semplice" compito lavorativo: cerchiamo di non farvi soffrire durante un prelievo venoso o arterioso, nonostante farlo con due paia di guanti non sia per niente semplice, cerchiamo di farvi sentire meno a disagio quando vi mettiamo dentro un casco per respirare meglio, cerchiamo sempre di sorridervi anche se con la maschera non lo vedete, noi continuiamo a farlo perché è la prima arma che serve a farvi guarire.

Continuate ad essere coraggiosi perché insieme noi riusciremo a vincere questa battaglia.

Per i cittadini che stanno (apparentemente) bene, abbiate buon senso e siate responsabili, state a case ed uscite solo per necessità. Per chi è tornato dalle famiglie giù al Sud siate responsabili (io sono siciliano, credete che non voglia riabbracciare al più presto i miei cari? Anche se fossi stato libero non lo avrei fatto proprio perché li amo).

Per una volta non ci facciamo prendere in giro dal mondo. Oggi la Cina e Whuan siamo noi e non è un discorso di dittatura o democrazia, ma di intelligenza e buon senso.

Noi lavoriamo sul campo. Voi, credetemi, che più seguite le regole più ci aiutate. Forza ragazzi, forza italiani, forza Italia!».
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