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Da San Fratello con amore: quegli antichi dolci di Pasqua dal nome "imbarazzante"

A San Fratello, in provincia di Messina, è tradizione preparare a ridosso delle festività pasquali dei dolci tanto buoni quanto "maliziosi" e molto semplici da realizzare

  • 10 marzo 2020

I pumpini di San Fratello, in provincia di Messina

In un ridente paesino incastonato tra i Nebrodi, da secoli si perpetra una tradizione culinaria molto particolare. O almeno, dal nome quanto meno "equivoco".

A ridosso delle festività pasquali (ma anche durante il resto dell'anno) è usanza preparare i cosiddetti pumpini, dei dolci dal nome tanto imbarazzante quanto deliziosi.

In realtà il nome ha davvero poco a che fare con la maliziosa assonanza a cui tutti (non possiamo negarlo) pensiamo non appena vi incappiamo: il paese di San Fratello, infatti, è un antichissimo centro abitato che a lungo è stato popolato dai Normanni e ancora oggi il dialetto è fortemente influenzato da termini di chiara inflessione "galla".

Dunque pumpino - o pumpjio - con molta probabilità, deriva dal termine dialettale locale pumpian che, letteralmente, si riferisce a qualcosa che viene realizzato "in pompa magna".

Certo è pur vero che ormai gli stessi sanfratellesi giocano un po' su questa insolita assonanza, e come dargli torto del resto: non è raro per chi visita San Fratello entrare al panificio e leggere un cartello che invita a provare i pumpini più buoni del paese. È puro (e ironico) marketing.
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Ma andiamo alla ricetta, come vengono realizzati questi gustosi dolci pasquali? Gli ingredienti sono molto semplici, com'è proprio della gran parte della tradizione culinaria dell'Isola, caratterizzata da piatti buoni e genuini realizzati a partire da materie prime "povere" e di uso comune.

Si tratta di biscotti preparati con un impasto di farina, uova, zucchero, latte e strutto aromatizzati con vanillina e semi di anice, quindi di per sé molto speziati. Su ogni biscotto, poi, viene posto in bella vista un uovo sodo, proprio come nei pupi cu l'ovu palermitani.

Non è un caso che la gran parte dei dolci siciliani realizzati a ridosso della Pasqua contengano l'uovo: questo è, infatti, il simbolo pasquale per eccellenza e rappresenta la "rinascita".

Già le popolazioni più antiche vedevano nell'uovo il simbolo di congiunzione tra terra e cielo, che poi si traduceva in veri e propri riti della fertilità legati al sopraggiungere della primavera. Addirittura gli antichi romani erano soliti seppellire un uovo dipinto di rosso nei campi proprio per propiziarne la buona riuscita del raccolto.

Con l'avvento del Cristianesimo, poi, questo simbolismo è stato collegato alla Pasqua e al suo significato religioso di rinascita nel nome di Cristo, del quale si celebra appunto la resurrezione dalla morte.
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