SCUOLA E UNIVERSITÀ
Dal 6 in condotta al cellulare vietato: le nuove regole e le difficoltà a scuola in Sicilia
L'anno scolastico sta per iniziare, ma non sono solo gli studenti a non essere pronti: vi raccontiamo quali sono le novità in vista che rivoluzioneranno la scuola, i dettagli

Scuola
L'anno scolastico sta per iniziare anche in Sicilia, ma non sono solo gli studenti a non essere "pronti". Ci sono tante novità in vista che rivoluzioneranno la scuola, dal divieto dell'utilizzo degli smartphone in classe alle modalità dell'esame di maturità.
Un cambio di rotta che può far perdere l'orientamento un po' a tutti visti questi cambiamenti significativi del ministro Valditara.
«Per quanto riguarda il divieto dei cellulari, non è vero che i presidi non sono pronti - racconta a Balarm Lucia Bonaffino, dirigente scolastica dell'istituto superiore Salvo D'Acquisto di Bagheria -.
Il Collegio docenti si appresta a esaminare attentamente il Decreto Scuola" appena entrato in vigore. Ieri 9 settembre ho pubblicato una circolare in cui "rispondo" alla nota ministeriale e mi rivolgo a tutti, dagli studenti e le studentesse, alle famiglie, docenti e personale Ata.
Piuttosto che agire d'imperio, bisogna ascoltare. Domani si ricomincia e la mia giornata inizierà con una riunione con le classi prime.
Se c'è un luogo in cui è possibile apprendere come utilizzare lo smartphone in modo responsabile, quello è proprio la scuola ed è opportuno attivare una riflessione pedogica. Crediamo nella prevenzione piuttosto che nella punizione».
Invece, le linee guida ministeriali stabiliscono che il telefono non debba essere né acceso né visibile sui banchi, salvo eccezioni legate a finalità didattiche connesse a Piani di studio personalizzati o Piani Individualizzati.
Le scuole sono chiamate a disporre di armadietti, contenitori dedicati o altre soluzioni organizzative che garantiscano la custodia dei dispositivi.
Ma la circolare della dirigente in risposta a quella n. 3392 del 16 giugno parla chiaro: «Un tema complesso, questo, rispetto al quale si impone un percorso educativo, di partecipazione e consapevolezza che l’Istituto si impegna a realizzare insieme ad alunne/i e famiglie - si legge nel documento -.
Fermo restando che il regolamento di questa scuola prevede già il divieto dell’uso dei cellulari per qualunque uso non autorizzato e le relative sanzioni.
Si invitano quindi le famiglie a sensibilizzare ragazze e ragazzi sull’importanza di concentrarsi nelle attività didattiche senza distrazioni, le nostre studentesse e i nostri studenti a mantenere riposto nello zaino lo smartphone, le docenti e i docenti a sperimentare come le proposte didattiche, se sfidanti e caratterizzate da partecipazione e protagonismo delle alunne e degli alunni potranno contribuire in maniera decisiva a creare un clima di serenità e responsabilità e un ambiente di apprendimento in cui il piacere di conoscere cose nuove avrà la meglio su divieti e punizioni».
Tra i punti del decreto legge, è prevista la rivoluzione del voto di condotta, che diventa un elemento educativo importantissimo.
Il comportamento sarà valutato lungo tutto il corso dell’anno, non più per quadrimestre e chi ottiene un voto superiore a 6 su 10 è ammesso.
Nel caso in cui l'alunno abbia in condotta un voto pari a 6, è tenuto a realizzare elaborato su cittadinanza attiva, collegato ai motivi della valutazione per essere ammesso.
In caso di breve sospensione, l’alunno parteciperà a momenti di approfondimento. Nel caso in cui il periodo sia più lungo, si svolgerà attività di cittadinanza solidale presso enti convenzionati.
«Qualora uno studente abbia il 6 in condotta - continua Lucia Bonaffino - è prevista la sospensione del giudizio perché viene trattata come una disciplina uguale alle altre, quindi è doveroso superare l'esame entro agosto.
Ho una parola chiave che è prevenzione. Noi ci auguriamo di averne pochi sanzionati con il 6. Ad ogni modo, l'elaborato critico in questa forma verrà comunque sviluppato quando il "danno" è già stato fatto.
Come scuola, accettiamo la sfida e percorreremo la strada del benessere».
Andando, invece, all'esame di Maturità, il più grande cambiamento sarebbe legato al colloquio orale.
«Fino ad ora l'esame di maturità si è sviluppata con due prove scritte - precisa la dirigente scolastica - un elaborato di italiano e un test d'indirizzo.
La prova orale è stata al momento interdisciplinare, adesso per il prossimo anno si preannuncia "un'interrogazione" su quattro materie, ma non sappiamo nient'altro».
Se prima anche con 60 agli scritti bastava sedersi e aver già ottenuto il diploma senza sostenere il colloquio orale, adesso non è più così.
Abbiamo già assistito quest'anno ad alcuni casi di protesta di studenti che, seppur pochi rispetto a chi ha affrontato il colloquio orale, non hanno voluto sostenere l'esame di maturità.
In risposta a questi gesti, è stato sancito che chi decide di non presentarsi, verrà respinto.
Sono tanti i cambiamenti che verranno apportati nel sistema scolastico, ma la problematica dell'edilizia scolastica resta irrisolta e mancando le strutture idonee, alla comunità viene sottratto un punto di riferimento essenziale come la scuola.
«L'edilizia scolastica - conclude Lucia Bonaffino - non può più passare in secondo piano. Tra questi il caso della scuola Franchetti strappata a Romagnolo resta un guaio.
Era sede di osservatorio contro la dispersione, colmava il divario del quartiere ed era preziosissima. Le famiglie non avendo una scuola di riferimento e subendo il suo sradicamento, si sono sentite perse e hanno preso altre strade.
Questo purtroppo "uccide" la comunità scolastica».
Un cambio di rotta che può far perdere l'orientamento un po' a tutti visti questi cambiamenti significativi del ministro Valditara.
«Per quanto riguarda il divieto dei cellulari, non è vero che i presidi non sono pronti - racconta a Balarm Lucia Bonaffino, dirigente scolastica dell'istituto superiore Salvo D'Acquisto di Bagheria -.
Il Collegio docenti si appresta a esaminare attentamente il Decreto Scuola" appena entrato in vigore. Ieri 9 settembre ho pubblicato una circolare in cui "rispondo" alla nota ministeriale e mi rivolgo a tutti, dagli studenti e le studentesse, alle famiglie, docenti e personale Ata.
Piuttosto che agire d'imperio, bisogna ascoltare. Domani si ricomincia e la mia giornata inizierà con una riunione con le classi prime.
Se c'è un luogo in cui è possibile apprendere come utilizzare lo smartphone in modo responsabile, quello è proprio la scuola ed è opportuno attivare una riflessione pedogica. Crediamo nella prevenzione piuttosto che nella punizione».
Invece, le linee guida ministeriali stabiliscono che il telefono non debba essere né acceso né visibile sui banchi, salvo eccezioni legate a finalità didattiche connesse a Piani di studio personalizzati o Piani Individualizzati.
Le scuole sono chiamate a disporre di armadietti, contenitori dedicati o altre soluzioni organizzative che garantiscano la custodia dei dispositivi.
Ma la circolare della dirigente in risposta a quella n. 3392 del 16 giugno parla chiaro: «Un tema complesso, questo, rispetto al quale si impone un percorso educativo, di partecipazione e consapevolezza che l’Istituto si impegna a realizzare insieme ad alunne/i e famiglie - si legge nel documento -.
Fermo restando che il regolamento di questa scuola prevede già il divieto dell’uso dei cellulari per qualunque uso non autorizzato e le relative sanzioni.
Si invitano quindi le famiglie a sensibilizzare ragazze e ragazzi sull’importanza di concentrarsi nelle attività didattiche senza distrazioni, le nostre studentesse e i nostri studenti a mantenere riposto nello zaino lo smartphone, le docenti e i docenti a sperimentare come le proposte didattiche, se sfidanti e caratterizzate da partecipazione e protagonismo delle alunne e degli alunni potranno contribuire in maniera decisiva a creare un clima di serenità e responsabilità e un ambiente di apprendimento in cui il piacere di conoscere cose nuove avrà la meglio su divieti e punizioni».
Tra i punti del decreto legge, è prevista la rivoluzione del voto di condotta, che diventa un elemento educativo importantissimo.
Il comportamento sarà valutato lungo tutto il corso dell’anno, non più per quadrimestre e chi ottiene un voto superiore a 6 su 10 è ammesso.
Nel caso in cui l'alunno abbia in condotta un voto pari a 6, è tenuto a realizzare elaborato su cittadinanza attiva, collegato ai motivi della valutazione per essere ammesso.
In caso di breve sospensione, l’alunno parteciperà a momenti di approfondimento. Nel caso in cui il periodo sia più lungo, si svolgerà attività di cittadinanza solidale presso enti convenzionati.
«Qualora uno studente abbia il 6 in condotta - continua Lucia Bonaffino - è prevista la sospensione del giudizio perché viene trattata come una disciplina uguale alle altre, quindi è doveroso superare l'esame entro agosto.
Ho una parola chiave che è prevenzione. Noi ci auguriamo di averne pochi sanzionati con il 6. Ad ogni modo, l'elaborato critico in questa forma verrà comunque sviluppato quando il "danno" è già stato fatto.
Come scuola, accettiamo la sfida e percorreremo la strada del benessere».
Andando, invece, all'esame di Maturità, il più grande cambiamento sarebbe legato al colloquio orale.
«Fino ad ora l'esame di maturità si è sviluppata con due prove scritte - precisa la dirigente scolastica - un elaborato di italiano e un test d'indirizzo.
La prova orale è stata al momento interdisciplinare, adesso per il prossimo anno si preannuncia "un'interrogazione" su quattro materie, ma non sappiamo nient'altro».
Se prima anche con 60 agli scritti bastava sedersi e aver già ottenuto il diploma senza sostenere il colloquio orale, adesso non è più così.
Abbiamo già assistito quest'anno ad alcuni casi di protesta di studenti che, seppur pochi rispetto a chi ha affrontato il colloquio orale, non hanno voluto sostenere l'esame di maturità.
In risposta a questi gesti, è stato sancito che chi decide di non presentarsi, verrà respinto.
Sono tanti i cambiamenti che verranno apportati nel sistema scolastico, ma la problematica dell'edilizia scolastica resta irrisolta e mancando le strutture idonee, alla comunità viene sottratto un punto di riferimento essenziale come la scuola.
«L'edilizia scolastica - conclude Lucia Bonaffino - non può più passare in secondo piano. Tra questi il caso della scuola Franchetti strappata a Romagnolo resta un guaio.
Era sede di osservatorio contro la dispersione, colmava il divario del quartiere ed era preziosissima. Le famiglie non avendo una scuola di riferimento e subendo il suo sradicamento, si sono sentite perse e hanno preso altre strade.
Questo purtroppo "uccide" la comunità scolastica».
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