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È incastonato in una collina tra mandorli e uliveti: in Sicilia c'è "il paese delle Robbe"

Dalla chiesa, una volta ripreso il cammino per le vie principali di Milena, si può visitare il capitello votivo (A Cruci) dove era custodita la Croce di Canicattì

Salvatore Di Chiara
Ragioniere e appassionato di storia
  • 31 gennaio 2024

Borgo di Milena vista panoramica

"Viaggiando alla scoperta dei borghi troverai il mondo in te stesso"- Dall’originale (con un paio di modifiche), con un pizzico di fantasia, l’antico proverbio indiano cattura alla perfezione la visita del paese delle "Robbe".

Incastonato su un pianoro collinare (a metri 427) e circondato dai monti Campanella, Grande-Fontanazza e Serra del Palco, l’entroterra nisseno custodisce gelosamente un borgo interessante. Il suo nome è Milena. Le curiosità attorno a questo paesino si "sparpagliano" tra ambiti architettonici, archeologici e logistici.

Dista solamente 35 km circa da Agrigento e, nonostante la vicinanza con i comuni di Grotte e Racalmuto, rientra nel comprensorio di Caltanissetta. Ha inizio una passeggiata che si addentra in un territorio di soli 24 chilometri quadrati.

"Si senti lu scrusciu di cosi antichi". Difatti, a partire dal 1300 - in epoca feudale, nacque Milocca (unione dei territori di Milocca e San Biagio). Questo (nome) deriva dall’arabo "Mulok" che significa "ciliegio" o "grande proprietà".
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Le zone "appartenenti" al feudo erano chiamate appunto "Robbe" (antiche abitazioni locali). Dopo una serie di vicissitudini si giunse al 1924 quando, da un Decreto Regio, Milocca venne distaccata dal comune di Sutera e organizzata come centro urbano. In epoca fascista - precisamente nel 1933 - il comune venne ribattezzato in Littoria Nissena.

Nello stesso anno (modifiche continue) prese il nome attuale in omaggio alla regina Milena del Montenegro. Raccontare le fasi storiche di fronte a un ambiente circondato da mandorleti, uliveti e fichi d’India "alleggerisce" il peso delle vicende.

Tra profumi squisiti e paesaggi pittoreschi, una deliziosa "frittatina" di ricotta con le olive "cunzate" è il preludio alla scoperta delle bellezze milenesi. Si cammina con l’obiettivo di raggiungere la Chiesa Madre (Chianu di la chiesa). Costruita nel 1881 - consacrata dall’Immacolata Concezione, ha sostituito la vecchia Chiesa di San Martino.

Una struttura arricchita dalla Torre dell’Orologio. A navata unica, rispetto alla precedente spicca la sua imponente altezza. L’interno è "decorato" da una serie di capolavori scultorei dell’artista napoletano Francesco Biangardi.

Dalla chiesa, una volta ripreso il cammino per le vie principali di Milena, si può visitare il capitello votivo (A Cruci) dove era custodita la Croce di Canicattì. Un altro edificio da non perdere è la "Fattoria di San Martino".

Gestita dai monaci del Convento di San Martino delle Scale di Palermo, per duecento anni ha rappresentato il cuore pulsante dell’economia agricola milocchese.

Una "scorpacciata" architettonica che merita un epilogo culinario. Perchè non gustare l’mbruliata preparata sin dai tempi antichi? È Il tocco magico delle mani sapienti unite alla pasta sfoglia arrotolata condita con farina, lievito, tritato di maiale, cipolle, patate e olive per saziare i palati fini dei turisti. Sono tutti prodotti locali, quelli raccolti col sudore e il sacrificio.

L’impianto rurale è testimoniato (oltre alla cucina) anche da una raccolta di attrezzi conservati presso la Casa-Museo. Un altro museo (l’Antiquarium Petix) è dedicato al prezioso materiale archeologico rinvenuto. Entra in scena, oltre alla visita dell’edificio, l’interesse escursionistico a partire dal Monte Conca.

È stata creata una riserva (nel 1995) per salvaguardare alcune grotte (Inghiottitoio e Risorgenza) e certi fenomeni carsici.

L’ambiente è circondato dai resti di una fortificazione. Il luogo si anima, nel silenzio, di una storia tutta da scrivere. Del castello si hanno poche informazioni. Un documento conferma (?) una vita pre-1270 (il feudo apparteneva a Nicolò Aspello e Guglielmo di Fazzarabia) e post-data con la suddivisione del casale tra i vari (nuovi) proprietari.

Il rinvenimento di materiali ceramici, invece, potrebbe "cambiare le carte in tavola" e fornire una nuova data (XI secolo - periodo normanno).

Le visite archeologiche continuano con i siti di Monte Amorella e Campanella. Nella prima area, dopo gli scavi effettuati, è stata constatata la presenza romana durante la massima espansione del suo impero.

Inoltre, rappresenta il luogo dove sorse il primo nucleo abitativo di Milocca. La seconda zona è quella più importante. Negli anni Quaranta furono rinvenuti i primi materiali di importazione micenea.

Tra gli oggetti recuperati sono presenti: un elmo bronzeo con la spada, diversi resti di vasi di ceramica e un corredo funerario di una tomba a tholos.

E poi, improvvisamente, la mente cede il passo ai mesi… di febbraio, marzo, maggio, giugno, luglio, agosto e dicembre.

Un elenco normale che a Milena si trasforma. Sono i periodi (compresa la Pasqua) dove le tradizioni segnano l’inizio di una celebrazione, di una sagra, di un evento o festa con la partecipazione attiva della comunità… senza dimenticare le polpette di pane al sugo, i cavati al forno, la pasta fatta a mano con le melanzane e mozzarella e un piatto di ravioli al finocchietto selvatico.

Milena è un racconto di immagini. Una delle tante sfaccettature della nostra terra che merita il giusto riconoscimento. Dove il riflesso dell’uomo è stato parzialmente cancellato dalle opere ambientali presenti nella zona centrale della Sicilia.
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