ARTE E ARCHITETTURA
È unico in Sicilia e lo trovi a Palermo: uno storico portale rinasce (dopo 600 anni)
Con le sue decorazioni e la purezza formale degli archi, si distingue per la finezza scultorea e la cura esecutiva. Una vera sinfonia in pietra che racconta secoli di storia

Il portale gotico chiaramontano del Conservatorio di Palermo (prima e dopo il restauro)
Il Conservatorio “Scarlatti”, tra i più antichi e prestigiosi d’Italia, si conferma come centro di alta formazione musicale e come luogo identitario della memoria e della bellezza, capace di accogliere e far dialogare epoche, linguaggi e visioni. Realizzato intorno al 1370 e proveniente dall’antica Chiesa dell’Annunziata, il Portale rappresenta un unicum in Sicilia: esempio raffinato di stile gotico chiaramontano con influssi anglo-normanni.
Con le sue eleganti decorazioni e la purezza formale degli archi, si distingue per la finezza scultorea e la cura esecutiva: una vera sinfonia in pietra che parla attraverso fregi, cornici e modanature, raccontando secoli di storia, devozione e trasformazioni urbane. Nel 1617 fu trasferito nella sede attuale, divenendo l’ingresso del Conservatorio del Buon Pastore, fondato dal viceré Francisco Ruiz de Castro.
Da allora ha attraversato epoche, guerre, restauri e mutamenti, conservando però la sua funzione originaria: quella di soglia simbolica tra il mondo esterno e l’universo della musica. Il restauro, reso possibile grazie al finanziamento dell’assessorato regionale dei Beni Culturali e realizzato sotto la sorveglianza della Soprintendenza di Palermo, ha restituito integrità e dignità a un’opera che rischiava l’erosione definitiva.
L’intervento ha mirato non solo alla conservazione materiale, ma anche alla valorizzazione del significato culturale e artistico dell’elemento architettonico. Durante l’inaugurazione, Francesco Scarpinato, assessore ai Beni Culturali di Palermo, ha dichiarato: «Oggi abbiamo restituito questo portale gotico che, dopo 600 anni, torna al suo splendore. Finalmente il Conservatorio di Palermo avrà lustro per quello che merita».
A sottolineare il valore simbolico dell’opera anche le parole di Mauro Visconti, direttore del Conservatorio: «Da qualche tempo abbiamo intrapreso un percorso volto alla bellezza. Abbiamo già consolidato diverse tappe, ma ci proiettiamo verso il futuro».
Dal punto di vista tecnico, è intervenuto Nicolò Fiorenza, consulente esperto e ispettore dei Beni Culturali: «Il portale d’ingresso è elemento identitario che apre un faro di luce. Oggi ha avuto un restauro conservativo, grazie a una serie di interventi con tecniche specializzate a laser». Come ricordava Cesare Brandi, fondatore della moderna teoria del restauro: «Il restauro costituisce il momento metodologico del riconoscimento dell’opera d’arte, nella sua consistenza fisica e nella sua duplice polarità storica ed estetica».
Un principio che si riflette pienamente in questo progetto: restaurare è stato anche un gesto di ascolto – delle stratificazioni del tempo, dei segni lasciati da generazioni di studenti e maestri, delle intemperie e delle storie invisibili che la pietra ha trattenuto. Che un portale gotico del XIV secolo sia oggi l’ingresso di un conservatorio musicale è una metafora potente.
L’arte figurativa e quella musicale si incontrano e si rafforzano a vicenda, evocando un’idea di continuità e trasmissione del sapere. Il portale, soglia fisica e simbolica, diventa il legame tra antico e contemporaneo, tra il silenzio del passato e il suono vivo del presente.
Ogni giorno, centinaia di studenti varcano quella soglia per studiare, comporre, suonare. Ed è proprio questa quotidianità artistica a dare senso all’opera restaurata: un frammento di storia che continua a vibrare all’interno di una comunità viva, aperta e creativa. In un’epoca in cui la conservazione del bene culturale è spesso vissuta come fatto tecnico o burocratico, l’inaugurazione del Portale Gotico Chiaramontano rappresenta un invito alla cittadinanza a riconoscersi in un patrimonio che appartiene a tutti.
Restituire il portale al suo splendore originario significa ridare dignità e identità a un luogo, ricordando che la bellezza è un diritto collettivo, un’eredità fragile da custodire e tramandare.
Ti è piaciuto questo articolo?
Seguici anche sui social
Iscriviti alla newsletter
|
GLI ARTICOLI PIÚ LETTI
-
ITINERARI E LUOGHI
Non te l'aspetti (sicuro): c'è una siciliana tra le città italiane in cui ci si diverte di più