CINEMA E TV
Fabrizio, da Gangi alla tv giapponese: così il mago del tamburo incanta il Sol Levante
La troupe giapponese è passata dal paese madonita per incontrare uno dei pochi artigiani del tamburo rimasti. Ecco in esclusiva alcuni spezzoni del documentario
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Dalla terra del Sol Levante a Gangi sulle orme dello storico tamburinaro Fabrizio Fazio che con la sua incantevole bottega, piena di tamburi artigianali, raggiunge tutto il mondo.
Nel video alcuni spezzoni della puntata di Windows of the world (Finestre sul mondo) andata in onda sul canale giapponese Tbs il 17 ottobre.
«Mi ero già visto in tedesco e in inglese - spiega Fabrizio - mi mancava il giapponese. Il documentario è bellissimo, è piaciuto a tutti qui a Gangi. Peccato che non si capisce niente, ci vorrebbero i sottotitoli in italiano».
La troupe televisiva è passata dal paese Madonita quest'estate per incontrare di persona quello che è uno dei pochissimi artigiani del tamburo rimasti.
Il mago del tamburo - così lo chiamano in tanti - costruisce i suoi strumenti con estrema precisione a partire da tre elementi semplici, sublimando materiali di scarto.
Il “crivo”, l’antico setaccio di legno, diventa la cassa su cui viene fissata, con colla e spilli, perlopiù la pelle della capra, l’animale più sonoro al mondo, trattata, attraverso un lungo processo che ne evita la putrefazione, con la calce e levigata con la pietra pomice.
Nel video alcuni spezzoni della puntata di Windows of the world (Finestre sul mondo) andata in onda sul canale giapponese Tbs il 17 ottobre.
«Mi ero già visto in tedesco e in inglese - spiega Fabrizio - mi mancava il giapponese. Il documentario è bellissimo, è piaciuto a tutti qui a Gangi. Peccato che non si capisce niente, ci vorrebbero i sottotitoli in italiano».
La troupe televisiva è passata dal paese Madonita quest'estate per incontrare di persona quello che è uno dei pochissimi artigiani del tamburo rimasti.
Il mago del tamburo - così lo chiamano in tanti - costruisce i suoi strumenti con estrema precisione a partire da tre elementi semplici, sublimando materiali di scarto.
Il “crivo”, l’antico setaccio di legno, diventa la cassa su cui viene fissata, con colla e spilli, perlopiù la pelle della capra, l’animale più sonoro al mondo, trattata, attraverso un lungo processo che ne evita la putrefazione, con la calce e levigata con la pietra pomice.
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