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Franca Florio e quel quadro troppo sensuale: il mistero del ritratto che nasconde 3 dipinti

Il celebre ritratto, fu commissionato al pittore Giovanni Boldini da Ignazio Florio junior, per immortalare la bellezza della moglie ma la sua storia è piena di leggende

  • 19 aprile 2020

Franca Florio nel ritratto di Giovanni Boldini (foto Wikipedia)

Il 16 marzo 2018, in occasione delle iniziative di Palermo Capitale della Cultura 2018, nell'auditorium di Villa Zito a Palermo fu celebrato il ritorno del celebre ritratto di Donna Franca Florio, eseguito dal pittore Giovanni Boldini, ricercatissimo ritrattista della nobiltà e della grande borghesia dell’epoca.

Il celebre ritratto, fu commissionato al pittore Boldini da Ignazio Florio junior, per immortalare la bellezza della moglie. Fu realizzato per la prima volta nel 1901 ma cronisti dell’epoca raccontarono che quando fu ultimato, Don Ignazio, andò su tutte le furie perché donna Franca si era fatta immortalare con una spallina troppo abbassata. Per questo motivo lo fece "ritoccare". Il quadro fu ultimato nel 1903.

Dopo varie vicissitudini seguite al declino dell’impero Florio, fu acquistato dal barone Rothschild, in seguito cadde nelle mani dei nazisti, poi sparì. Nel 2005, fu acquistato presso la casa d’aste Sotheby’s di New York per 900.000 euro e riportato a Palermo dall’ingegnere Francesco Bellavista Caltagirone, presidente della Società dell’Acqua Pia Antica Marcia, proprietaria in quegli anni di Villa Igiea.
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Caltagirone fece in modo che il dipinto, patrimonio storico ed artistico della città di Palermo, fosse visibile al pubblico per un giorno alla settimana all'interno di Villa Igiea in quanto era "molto orgoglioso di essere riuscito a riportare quest’opera d’arte tra le mura della Villa Igiea. È qui che Franca Florio crebbe e visse, ed è giusto che qui rimanga facendo mostra della sua intramontabile bellezza agli ospiti dell’albergo, ai palermitani e a quanti decidano di farle visita".

Il quadro misura due metri e 21centimetri per un metro e 19 centimetri. Nella versione originale, il pittore evidenziò la sensualità di Franca Florio, ritratta nel suo boudoir (salottino) appoggiata al bracciolo di una sedia: la spallina scivolata del vestito sottolineava una scollatura più pronunciata, l’atteggiamento era voluttuoso e lei, troppo scoperta, appariva troppo sensuale e la gonna sollevata scopriva le caviglie.

Il Boldini dovette "correggerlo" perché non piacque a Don Ignazio, o forse non modificò la tela e ne dipinse una seconda, facendo indossare a Donna Franca un altro abito più castigato, in velluto di seta nero ricamato ad intaglio. Il nuovo ritratto piacque ad Ignazio, tanto che fu esposto alla Biennale di Venezia nel 1903.

Purtroppo, se la storia è vera, di quel dipinto “ufficiale” si persero le tracce e rimase soltanto una fotografia. Dopo alcuni anni, sembra che Donna Franca chiese a Boldini di sistemare il suo primo ritratto che il pittore aveva deciso di tenere con sé. Naturalmente fu accontentata. Il dipinto sensuale fu ritoccato, il suo aspetto fu reso più austero.

Ammesso sia vero, dove si trova?

Nel 2017, il dipinto fu acquistato all’asta dai marchesi Marida e Annibale Berlingieri e grazie a loro è "ritornato a casa", a Palermo. Prima che andasse all’asta, il tribunale di Roma ha chiesto alla Casa d’asta di studiarlo.

Lo storico d’arte Matteo Smolizza lo analizzò per due anni e scoprì che al di sotto della pittura c’era un altro dipinto.

"Sotto al braccio di Donna Franca, c’è la traccia di un vestito nero". Partendo da qui, è stato scoperto un fatto eccezionale: quei tre quadri che la bibliografia ha sempre raccontato come distinti e separati in realtà sono uno sotto l’altro. Esiste un'unica tela, le altre sono solo leggende.

La prima volta che Boldini ritrasse Donna Franca Florio era l’anno 1901, la seconda stesura è databile tra il 1910 e il 1918 e infine l'ultima quella che fu esposta a Villa Zito, è del 1924. La storia travagliata di questo splendido dipinto, quindi, non si è conclusa. Anzi.

Chissà dove guardava Donna Franca mentre posava. Sembra assorta e un pò imbarazzata, il movimento dell’abito sembra avvolgerla e la lunga collana di perle scende giù dal suo décolleté.

Anche la famosa collana di perle è avvolta da alcuni misteri.

Nel 1922, mentre Donna Franca giocava al Casinò di Viareggio in compagnia della figlia Giulia e dell’amica Dory Chapman, qualcuno entrò nella sua stanza e rubò alcuni gioielli che lei custodiva in una sacchettina di maglia d’oro. L’entità del furto fu allora valutato in 2 milioni, una cifra astronomica in quel tempo. Dopo 20 giorni la refurtiva fu recuperata.

Nel 1935, a causa di una gravissima crisi economica che investì Ignazio Florio junior la collana fu venduta all’asta organizzata dalla Banca Commerciale Italiana. Da allora si persero le tracce. Oggi rimane un bel ricordo di Donna Franca. Indubbiamente, fu lei la perla più preziosa.
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