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Ha scritto la storia del Maxiprocesso: addio al giornalista palermitano Piero Melati

Questa mattina si è spento a Roma Piero Melati, giornalista palermitano di 69 anni e firma storica del giornale "L'ora", testata in cui ha documentato la guerra di mafia

Balarm
La redazione
  • 4 agosto 2025

Piero Melati

Questa mattina si è spento a Roma Piero Melati, giornalista palermitano di 69 anni e firma storica del giornale "L'ora", testata in cui ha documentato interamente il maxiprocesso.

Una carriera brillante da cronista iniziata negli anni '80 che ha intrapreso con alcuni periodici palermitani.

Al giornale "L’ora" ha scritto prima il supplemento arabo e poi per quell’economico per passare alla cronaca, dove era stata assunto il 1 gennaio del 1986.

Nel 1990 a Repubblica aveva partecipato all'apertura della nuova redazione di Napoli. Successivamente ha lavorato nella cronaca di Roma e in quella di Palermo per passare poi al settore della cultura.

Ha scritto molti libri soprattutto dedicati alla sua esperienza da cronista. Tra questi si ricorda quella del giornale "L'ora" per cui ha seguito interamente il maxiprocesso.

Il suo ultimo libro "Lola e Vlad" è un romanzo dedicato al mondo dei vampiri, che aveva presentato nella scorsa primavera al Circolo della stampa di Palermo.

È stato anche direttore artistico di "Una Marina di Libri".

Si unisce al cordoglio Assostampa che lo definisce un "giornalista senza confini".

Anche "L'Ora, edizione straordinaria" lo ricorda con un post sui social: «Per volontà di Piero non ci sarà nessun funerale, ma una camera ardente domani, 5 agosto, dalle 12.00 alle 15.00 all'ospedale San Camillo. Da tutti noi de L’Ora, edizione straordinaria, un abbraccio ai familiari».

«Apprendo con grande dolore della scomparsa del caro amico, scrittore e giornalista Piero Melati - scrive Orazio Labbate -.
Una notizia che mi arriva d’improvviso. Piero era una persona di eleganza, garbo, intelletto, avvenirismo, talento, fuori dal comune.

Uno scrittore, verso cui nutrivo rispetto e ammirazione, verso cui c’era da imparare. Una figura culturale in grado di stare nel presente con l’animo di un giovane sempiterno. Un essere umano sempre entusiasta.

Che abissale mancanza, addio caro Piero, è stato meraviglioso lavorare per te e con te».

«Ciao Piero, ti ho conosciuto tardi, in questo non luogo - scrive Sebastiano Gulisano -. Non ci siamo incontrati per via del Covid, che ci impedì di presentare a Catania il tuo La notte della civetta.

Mi mancheranno le tue riflessioni acute e puntuali. Un abbraccio, virtuale, com'è virtuale il "luogo" in cui ci siamo conosciuti».
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