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I digiuni, i 1000 km a piedi per Strasburgo: i "miracoli" indimenticabili di Biagio Conte

Per non dimenticare fratel Biagio, il missionario col saio verde che tanto si è speso per i più poveri. Il ricordo di chi è stato al fianco del "San Francesco" di Palermo

Enrico Alagna
Medico e attivista
  • 17 settembre 2025

Biagio Conte

Ieri, martedì 16 settembre, abbiamo festeggiato la data di nascita di un grande uomo Fratel Biagio Conte, volato in cielo il 12 gennaio del 2023. Abbiamo parlato con Riccardo Rossi, "Piccolo Figlio della Divina Volontà" di Palermo, nonché volontario della Missione che Fratel Biagio ha fondato e suo ex portavoce: «Un amico, un fratello, una guida spirituale, questo e tanto altro è stato per me Fratel Biagio».

Riccardo lo ha conosciuto circa 15 anni fa e ha trovato in lui una comunione di anime mai avvertita prima; diventarono amici e nacque il giornale “La Speranza”, organo ufficiale della Missione di Speranza e Carità di Palermo, da lui fondata.

«Circa 13 anni fa mi aiutò - continua Riccardo Rossi - a riconciliarmi con la mia famiglia a Verona, partimmo insieme per Vicenza e vivemmo insieme giorni di testimonianze e preghiera. Grazie a questo tempo, quando andai dalla mia famiglia a Verona fui mansueto e ci fu la riconciliazione con i miei familiari».

Anche nell’unione con la moglie Barbara vi è la presenza di Fratel Biagio; Riccardo la conobbe grazie a un articolo che fece sul giornale della Missione circa 11 anni fa in cui sottolineava due gesti simbolo che avevano fatto tornare Fratel Biagio in Missione, uno di questi gesti era di Barbara Occhipinti. Riccardo la volle conoscere e i due si innamorarono e, una volta sposati, anche Barbara intraprese la vita missionaria.

«All’inizio del 2018 ero in crisi – continua Riccardo- e feci una preghiera a Dio per avere una svolta nella vita, arrivai a Palermo da Catania e seppi che Fratel Biagio aveva appena iniziato un digiuno-preghiera; capii che il segno era arrivato e rimasi accanto al missionario che si era abbandonato sotto i portici delle Poste Centrali di Via Roma, chiedendo a tutti di non lasciare nessuno indietro».

Fratello Biagio si è distinto più di ogni altro come Missionario di Pace. Non ha mai accettato le ingiustizie e la divisione dei popoli, l'intolleranza e le discriminazioni. È noto a tutti il suo impegno nel promuovere la pace, la riconciliazione, il dialogo e la cura del creato. Ha sempre pregato e sperato in un mondo migliore affinché ognuno di noi possa contribuire ad essere costruttore di vera giustizia e di vera pace.

L’8 luglio 2019 si è imbarcato sul traghetto che da Palermo lo avrebbe condotto a Genova. Avvertiva l’esigenza di vivere l'esperienza di emigrante italiano, ha attraversato luoghi come la Svizzera, la Germania, il Belgio, i cui confini, nei decenni scorsi, sono stati sempre terra di passaggio per una moltitudine di popoli di diversa etnia, razza e religione.

Dopo 65 giorni di cammino penitenziale, in cui ha percorso 1000 km e attraversato tre Paesi, è arrivato alla sede di Strasburgo del Parlamento Europeo. Ha incontrato il Presidente David Sassoli al quale ha consegnato una lettera, il cui contenuto vi riporto qui di seguito:

«Messaggio per i religiosi, le famiglie, i volontari, i benefattori, le istituzioni, le forze dell'ordine, i giornalisti, i professionisti, gli artisti, le associazioni. In questo prezioso silenzio e abbandono alla montagna, Dio non mi ha abbandonato dandomi un forte messaggio che è doveroso comunicare. Profondamente umiliato e tristemente sofferente nel più intimo del mio cuore mi preparo ad andare via dall'Italia come un esiliato, ma come cittadino italiano anch'io mi faccio e mi rendo un emigrante, come tantissimi emigranti umiliati nel passato e che fino ad oggi continuano ad andare via dall'Italia».

Sento nel mio cuore questa voce: andare e portare nelle prove e nelle persecuzioni il prezioso messaggio di pace e di speranza affinché si possano scuotere le dure coscienze, aprire i cuori duri, le contorte menti di tanti uomini e donne che ancora oggi sono lontani dalla verità, dalla giustizia e dalla pace.

E ovunque mi recherò, in tale città, paese e nazione sarò anch'io un immigrato, uno straniero in terra straniera così finalmente potrò condividere ed essere solidale con i tanti fratelli e sorelle emigranti e con i tantissimi fratelli e sorelle immigrati di tutto il mondo. Non accetto le ingiustizie e la divisione dei popoli, l'intolleranza e le discriminazioni.

Ma spero in un mondo migliore affinché ognuno di noi possa contribuire ad essere costruttore di vera giustizia e di vera pace. Prenderò anch'io la barca, il traghetto come gli emigranti del passato e gli immigrati di oggi, da Palermo fino a Genova e poi continuerò a piedi in preghiera e penitenza fino al confine con l'Europa portando nel cuore e per iscritto i veri diritti umani e il vero umanesimo.

Attraverserò nuovamente la regione Liguria e la Lombardia passando dal Duomo di Milano dove dedicherò una preghiera per tutti i popoli, per l'uguaglianza, la pace, la speranza e per una vera fratellanza. Poi passerò recandomi al comune di Milano, alla regione, al governo per un saluto ricco di giustizia, di pace e di speranza affinché l'Italia ritorni ad aprirsi e ad essere nuovamente più solidale.

Poi a piedi entrerò in Europa e nei vari Stati e nazioni, mi recherò al Parlamento Europeo comunicando il prezioso dovere e impegno nel costruire la tanto attesa Unione Europea e al più presto quella mondiale per costruire così tutti insieme un mondo migliore nel rispetto di tutti gli esseri umani, dell'ambiente e della natura».

Avendo conosciuto personalmente la bontà di Fratello Biagio, credo che, nel Cielo dei cieli, in questo momento sta facendo un lungo cammino fatto di digiuno, preghiera e penitenza per opporsi a tutti i conflitti del mondo.
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