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Il vero sordo è chi non vuol sentirlo: Davide, una leggenda palermitana al pianoforte

Conosciuto nel mondo come "il pianista sordo", Davide Santacolomba è un talento musicale eccezionale: l'esempio di come la passione e la volontà non conoscono limiti

  • 5 febbraio 2020

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Lui la musica la sente, la sente eccome, perché la vive: Davide Santacolomba è l’esempio vivente che la passione e la volontà non conoscono limiti. Davide è originario di Palermo e oggi non solo è un pianista professionista ma, a detta del mondo interno, è un talento musicale unico ed eccezionale.

All’età di otto anni Davide scopre di soffrire di una ipoacusia neuro sensoriale bilaterale grave, una importante forma di sordità accusata da entrambe le orecchie, che lo rende totalmente insensibile rispetto alla percezione dei suoi acuti.

La storia di Davide ha davvero dello straordinario perché, nonostante quel problema uditivo, quel bambino durante un pranzo a casa di amici di famiglia ha stupito tutti riproducendo al pianoforte, con un solo «ditino​» e con l’aiuto del solo istinto, le note della melodia di "Fra Martino Campanaro" che poco prima qualcuno in casa aveva semplicemente intonato.
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Da lì in poi tra Davide e quel pianoforte allora più grande di lui è stato amore a prima vista e nulla è riuscito ad impedire a quel bambino talentuoso di seguire con determinazione e caparbia la sua grande passione per la musica e di coltivarla anche scavalcando i suoi limiti.

Tradotto nella scala delle note musicali, a causa del suo deficit uditivo Davide riesce a sentire solo la metà dei suoni riprodotti dalla tastiera del pianoforte, cioè quelli che corrispondono al registro dei suoni medio gravi, più o meno in prossimità del Do centrale, ma da lì in poi il suo udito si spegne.

«A 14 anni entro al Conservatorio di Palermo ma a causa dei miei problemi nessun docente era disposto a seguirmi nel mio percorso di studi tranne un’amica di famiglia, la prof Giovanna De Gregorio, che decise di affrontare con me questa sfida - dice Davide -.

Abbiamo pensato insieme un metodo di studio che potesse compensare le mie difficoltà uditive - continua - ho dovuto memorizzare i movimenti delle mie mani, lavorare di trasposizione e studiare il repertorio due volte su due registri diversi, prima su quello dei suoni gravi che io riesco a percepire e poi immagino di riprodurlo nella scala dei suoni acuti che corrispondono all’altra metà della tastiera del pianoforte che io non sento. Grazie a lei mi sono diplomato con il massimo dei voti e la lode».

All’inizio del nono anno del conservatorio, Davide ha iniziato ad utilizzare un impianto cocleare che riesce a compensare quasi del tutto i suoi deficit auditivi. «Grazie ad una stimolazione del nervo acustico interna all’orecchio, questo impianto in pratica sostituisce perfettamente la funzione delle cellule cocleari dalle quali dipende la percezione dei suoni nel normale processo uditivo dei normoudenti», spiega Davide.

«Tengo a precisare che l’impianto, ad oggi, è una soluzione per la sordità, soprattutto se impiantato dalla nascita garantisce un recupero del 100%, se io parlo bene lo devo anche a questa tecnologia che mi aiuta a sentire gran parte dei suoni che prima per me erano totalmente muti».

Se la scienza o la medicina avessero provato a spiegarlo o anche solo ad immaginarlo, probabilmente non ci sarebbero riuscite. Davide è un talento più unico che raro perché, nonostante quella forma di sordità è riuscito a realizzare il suo più grande sogno di diventare un pianista professionista, di fama mondiale, e a suonare da concertista con una vera e propria orchestra alle spalle, di cui lui però non sentiva la musica.

«Ero a Varsavia, suonavo il pianoforte ad un concerto e l’orchestra era dietro di me ma io mi orientavo solo guardando le braccia del direttore dell’orchestra».

Oggi Davide ha 32 anni, è un pianista esemplare ed un esempio per tutti i musicisti, portatore sano di un messaggio positivo di forza e di coraggio che insegna che non esistono limiti per chi vuole raggiungere i propri obiettivi. Ha appena conseguito un master a Lugano dove è stato l’unico pianista scelto, tra migliaia di aspiranti studenti, dalla famosa pianista ucraina Anna Kravtchenko.

Insegna pianoforte al liceo musicale di Como e ha una corriera concertistica di tutto rispetto: si è esibito al festival Verdi di Parma, nei palcoscenici di Tokio e Varsavia e ha suonato anche nella sua Palermo durante l’ultima edizione di "Piano City" al cospetto di una splendida alba nel porticciolo di Sant’Erasmo.

«Eravamo circa 2.500 persone, il profumo del mare attorno, ricordo che mia mamma ha pianto per tutto il tempo e che alla fine abbiamo scattato una foto ricordo da paura. I miei progetto futuri sono semplici: voglio continuare a suonare e non smettere mai e riempire con la musica le sale di tutto il mondo».
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